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Lega Araba, in Egitto il futuro di Gaza: sul tavolo un piano in tre fasi da quasi 53 mld (con i palestinesi dentro)

Passa la proposta dell'Egitto, la risposta più realistica alla "Costa Azzurra" del Medio Oriente ipotizzata da Trump

di Redazione Esteri

Gaza, il progetto della Lega Araba in tre fasi. Ma Israele lo ha già bocciato

Donald Trump, tra le sue prime mosse dopo l'insediamento alla Casa Bianca, aveva preannunciato anche un piano per Gaza, il progetto del presidente americano, rilanciato anche tramite un video prodotto con l'intelligenza artificiale, prevedeva la trasformazione di Gaza nella nuova "Costa Azzurra" del Medio Oriente, con i palestinesi distribuiti tra Egitto e Giordania. Un piano giudicato dalla Lega araba non adeguato, da qui la decisione di fare un nuovo progetto per Gaza, proprio in risposta a quello di Trump. Il piano dell'Egitto per la ricostruzione di Gaza adottato dal vertice della Lega araba si articola in tre fasi principali: misure provvisorie, ricostruzione e governance.

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La prima fase - riporta Rai News - durerebbe circa sei mesi, mentre le due fasi successive si svolgerebbero in un arco di tempo complessivo di quattro o cinque anni. L'obiettivo è ricostruire Gaza, che Israele ha quasi completamente distrutto, mantenere la pace e la sicurezza e riaffermare la governance dell'Autorità Nazionale Palestinese a Gaza dopo 17 anni. Un periodo provvisorio di sei mesi richiederebbe a un comitato di tecnocrati palestinesi, operanti sotto la direzione dell'Anp, di sgomberare le macerie da Salah al-Din Street, la principale autostrada nord-sud della Striscia di Gaza. Una volta ripulite le strade, verranno costruite 200.000 unità abitative temporanee per ospitare 1,2 milioni di persone e saranno restaurati circa 60.000 edifici danneggiati.

Secondo il progetto, la ricostruzione a lungo termine richiederà altri quattro o cinque anni dopo il completamento delle misure provvisorie. Gradualmente verrebbero ripristinati anche i servizi essenziali quali l'acqua, il sistema di smaltimento dei rifiuti, i servizi di telecomunicazione e l'elettricità. Il piano prevede inoltre l'istituzione di un Consiglio direttivo e di gestione, che rappresenterebbe un fondo finanziario a sostegno dell'organismo di governo ad interim di Gaza, con la sostituzione di fatto di Hamas. Ma l'idea a Israele non piace, secco no da parte di Netanyahu a questo progetto.

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