Esteri
Il rappresentante del governo libico di Tobruk: rabbia per l'atteggiamento negativo della comunità internazionale di fronte all'ennesima strage a Sirte
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Condanniamo con forza ciò che ha commesso l’organizzazione terroristica del Isis Daash contro i civili disarmati nel quartiere numero 3 di Sirte, in Libia, e richiamiamo l'attenzione dell'Unione europea e della comunità internazionale in generale sulla gravissima situazione umanitaria e di sicurezza, che ha portato massacri con la perdita della vita da parte di decine di cittadini libici, il massacro dei cadaveri, l’allontanamento forzato di famiglie e la distruzione di case attraverso il bombardamento indiscriminato con armi pesanti. Tutto ciò dopo aver bruciato l’ospedale da campo, con i pazienti all’interno, che forniva i primi soccorsi ai feriti della città.
Il governo libico ad interim che rappresento nella Repubblica Italiana esprime la sua rabbia per il continuo atteggiamento negativo della comunità internazionale, che si erge a testamento solo dei crimini e dei massacri commessi nella città di Sirte e in altre città libiche e continua a rifiutarsi di armare l'esercito libico con il pretesto di cercare di formare un governo di riconciliazione nazionale. Questa posizione ha dato l'opportunità ai gruppi terroristici di rafforzare la loro capacità e la loro proliferazione con il controllo di una serie di aree importanti in Libia.
Mentre noi sosteniamo il dialogo nazionale, ogni ritardo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel sostenere l'esercito libico e la mancanza di misure necessarie per proteggere i civili, in conformità con la delibera numero 2214 del 2015, porta al verificarsi di crimini di guerra e di genocidi che sono uno dei più gravi crimini contro l'umanità.
Facciamo appello a tutte le organizzazioni regionali e internazionali e alle agenzie di stampa internazionali per seguire e documentare questi crimini e per sostenere il popolo libico con tutti i mezzi, le possibilità e gli stumenti necessari per resistere e combattere questi gruppi terroristici, in una guerra che porta i suoi orrori contro il popolo libico anche grazie all'inerzia della comunità internazionale ormai da più di tre anni.
E infine: il silenzio e la doppia misura della comunità internazionale su quanto sta accadendo in Libia, e il mancato sostegno alle autorità elette e legittime (non sostenendo e non armando l'esercito libico nella sua leggittima battaglia contro il terrorismo per proteggere il suo popolo e i suoi interessi) è considerato un errore strategico. La responsabilità storica e umanitaria è di tutti coloro che hanno contribuito a questo errore. Sottolineiamo che la sovranità del nostro paese non può essere divisa, seppur in modo incompleto, e ad essa non si può rinunciare per alcun motivo, soprattutto dopo l'emergere di una serie di milizie infedeli criminali, terroristiche ed estremiste fuorilegge che si presentano come una autorità alternativa per esercitare la politica de facto, la realpolitik e il controllo sul territorio.