Esteri
M5s:"Assurdo non relazionarsi con la Cina.Salvini non era contro la Belt&Road"
INTERVISTA/ Gianluca Ferrara, capogruppo M5s alla Commissione Esteri al Senato: "Lega inaffidabile in politica estera. A Hong Kong manifestanti violenti"
"Quando eravamo al governo insieme, non erano contrari alla Belt and Road: l’atteggiamento odierno di Salvini è da leggere solo in chiave di critica pregiudiziale al governo Conte". Gianluca Ferrara, senatore e capogruppo del Movimento Cinque Stelle alla Commissione Esteri di Palazzo Madama, risponde alle critiche della Lega per i rapporti dei pentastellati con la Cina in un'intervista ad Affaritaliani.it.
Senatore Ferrara, Su quali principi si basa il rapporto del M5S con la Repubblica Popolare Cinese?
Quelli su cui si basa il rapporto con tutti gli altri Stati: cooperazione, promozione del made in Italy, non ingerenza negli affari interni, sostegno al dialogo e alla pace. Nell'attuale contesto geopolitico la Cina rappresenta innegabilmente un attore primario con cui è assurdo pensare di non avere buone relazioni, soprattutto tenendo conto del suo gigantesco potenziale di espansione per il nostro export. Altrettanto inutile sarebbe negare che in Cina ci sono problemi e contraddizioni, non potrebbe essere altrimenti in un paese così grande e che è cresciuto così celermente. Ma per noi la Cina, in un mondo multipolare e nel rispetto delle alleanze in cui stiamo e rimarremo, rappresenta un partner irrinunciabile, nel solco della nostra vocazione storica di ponte tra occidente e oriente che risale ai tempi di Marco Polo.
Su Hong Kong (e non solo), Il M5s ha scelto la linea della non ingerenza. Fino a quando vale questo principio e quando invece eventuali situazioni, anche non collegate a Hong Kong, necessitano una presa di posizione?
Le nostre prese di posizione a livello internazionale si basano sul rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani. Se, come è accaduto con la Turchia in Siria, uno Stato ne invade un altro aggredendo in maniera unilaterale una minoranza è allora indispensabile una presa di posizione come ha fatto immediatamente il nostro ministro degli Esteri che ha convocato l’ambasciatore turco e ha promosso a livello europeo l’embargo sulla vendita di armi. Questo è un segno di autonomia decisionale, come del resto il M5S aveva palesato nel caso venezuelano, non accodandosi al riconoscimento dell'autoproclamato Guaidò, scelta che oggi si è dimostrata corretta. Non ingerenza significa rifiutare ogni forma di intervento straniero, esplicito o coperto, volto a rovesciare governi legittimi con la violenza. Quindi siamo contro ogni aggressione e occupazione militare, contro ogni colpo di stato e contro ogni movimento di protesta che usa la violenza per perseguire obiettivi politici. Ovviamente siamo anche contrari a ogni violenza di Stato e all'uso eccessivo della forza nella repressione di proteste pacifiche, come sta accadendo in Cile e Bolivia, ma non è questo il caso delle frange più agguerrite e organizzate dei manifestanti di Hong Kong che hanno fatto sistematico uso della violenza, suscitando una formale condanna da parte dell'Alto commissariato Onu per i diritti umani.
La Lega sembra aver assunto una linea molto anti cinese dopo che è passata all'opposizione e Salvini ha attaccato il M5s e Grillo in materia. Ma avevano la stessa linea con voi quando eravate al governo insieme oppure no?
La Lega in politica estera è inaffidabile come lo è in quella interna. Basti pensare alla loro posizione sull’Europa, contraddittoria da tutti i punti di vista. Chiedono all'Europa di farsi carico dei migranti che arrivano da noi e poi si alleano con Orban e Le Pen che rifiutano ogni redistribuzione. Un altro esempio è la Catalogna, dove inizialmente erano vicini alle istanze autonomiste e oggi si sono schierati con Vox, che ne è l’antitesi. Per non parlare dei rapporti ondivaghi con Russia e Usa. Quando eravamo al governo insieme, non erano contrari alla Belt and Road: l’atteggiamento odierno di Salvini è da leggere solo in chiave di critica pregiudiziale al governo Conte.
Crede che un miglioramento dei nostri rapporti con la Cina possa avere conseguenze sui nostri rapporti con gli Stati Uniti?
Siamo ormai in uno scenario multilaterale, le barriere ideologiche bipolari sono cadute con la fine della guerra fredda, il compito dell’Italia è dialogare con tutti e perseguire il proprio interesse nazionale, come del resto fanno tutti i Paesi. Questo non significa mettere in discussione l’amicizia e l’alleanza con gli Usa.
Quanto è difficile per l'Italia mantenere un'autonomia di manovra su temi come per esempio il 5G?
E’ oggettivamente difficile, anche a causa della politica estera dei governi precedenti, ma noi siamo determinati a perseguire i nostri interessi in ogni scenario, ovviamente con la massima tutela della sicurezza delle nostre telecomunicazioni. Sulla rivoluzionaria tecnologia del 5G abbiamo previsto un'estensione delle prerogative di Golden Power statale e un sistema di controlli molto rigoroso che garantiscono la nostra sicurezza cibernetica secondo i migliori standard internazionali.
@LorenzoLamperti