Macron travolto dal "caso bodyguard" dichiara: "Benalla non è il mio amante"
In Francia non si placano le polemiche e il Presidente smentisce - senza che gli sia richiesto - una presunta relazione gay con la guardia del corpo
Emmanuel Macron travolto dallo scandalo di Alexandre Benalla. Caso bodyguard: "Benalla non è il mio amante"
La guardia del corpo, "the bodyguard", fu un film di grande successo all'inizio degli anni Novanta, fondato sulla storia d'amore impossibile fra un agente interpretato da Kevin Costner e la star vittima di stalking cui prestava il volto la cantante Whitney Houston.
Oggi però "The bodyguard" non è più un film bensì una realtà spinosissima per il presidente francese Emmanuel Macron, costretto perfino a rinviare riforme importanti perché travolto dallo scandalo di Alexandre Benalla, la guardia del corpo ripreso in un video mentre pesta con violenza due manifestanti. Benalla, protetto fino all'ultimo dall'Eliseo e destinatario di bonus e di privilegi, è stato licenziato (tardivamente, troppo) ma lo scandalo non si placa.
Voci di corridoio, accuse, illazioni, proteste, richieste di chiarimenti... l'estate francese non è mai stata così torrida per l'Eliseo, tanto che lo stesso Macron è stato costretto a indire una conferenza stampa in cui prova a fare chiarezza sulla vicenda.
Bisogna spezzare una lancia a suo favore: non addita nessuno come capro espiatorio ma si prende tutta la responsabilità del trattamento di favore a Benalla. «Quel che è successo il primo maggio è grave, serio. Per me è stata una delusione, un tradimento. Nessuno accanto a me o nel mio gabinetto è mai stato protetto o sottratto alle regole e alle leggi della Repubblica».
E poi ancora: «Se cercano un responsabile, il solo responsabile, sono io e io solo. Sono io che ho dato fiducia a Alexandre Benalla. Sono io che ho confermato la sanzione. Questa non è la Repubblica dei capri espiatori, la Repubblica dell’odio. Non si può essere capi solo nella buona sorte. Se vogliono un responsabile, è davanti a voi. Che vengano a cercarmi. Io rispondo al popolo francese, al popolo sovrano».
Ma la frase più peculiare è quel "Benalla non è il mio amante", mai richiestagli da alcuno, quasi a tentare di smentire il pettegolezzo strisciante su un suo presunto rapporto intimo con la sua guardia del corpo. Un'altra volta lo spauracchio dell'omosessualità celata, quell'elemento di disturbo che - periodicamente - torna a rendere vulnerabile il presidente francese. E quella smentita non richiesta, per molti - in primis i suoi detrattori - sa tanto di excusatio non petita e accusatio manifesta.
Intanto Oltralpe le opposizioni riprendono gli attacchi all'Eliseo, lasciando intendere che, amante o non amante presidenziale, il "caso Benalla" è ben lungi dall'essere chiuso e potrebbe davvero mettere in crisi definitivamente la leadership di Macron, l'ex beniamino dei francesi.