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E adesso Musk fa il tifo per il movimento di estrema destra tedesco

Elon Musk appoggia Alternative fur Deutschland, definendolo su X l'unico partito che può "salvare la Germania"

di Andrea Muratore

E adesso Musk fa il tifo per il movimento di estrema destra tedesco

Elon Musk appoggia Alternative fur Deutschland. L’uomo più ricco del mondo, prossimo a diventare consigliere del presidente eletto degli Usa Donald Trump per l’efficienza della spesa pubblica, ha dichiarato sul suo social network X di definire il movimento di estrema destra l’unico partito che può “salvare la Germania”. Un chiaro endorsement in vista del voto anticipato del prossimo 23 febbraio.  Musk ha risposto sul suo social a un’influencer di estrema destra tedesca, Naomi Seibt, che in un video ha dichiarato di ritenere un problema il fatto che Friederich Merz, candidato cancelliere dell'Unione Cristiano-Democratica (Cdu), "sia terrorizzato dell'idea che la Germania possa incamminarsi sul sentiero tracciato da Musk e da Javier Milei", creando un Paese dominato dal liberismo economico, dall'individualismo, dalle guerre culturali. Merz, che è un popolare conservatore, "rifiuta ogni agenda pro-libertà e ogni dialogo con Afd", denuncia Seibt.

La giovane donna rilanciata da Musk, nota Der Spiegel, non è certamente una maestra di credibilità politica: “in passato ha diffuso false affermazioni sulla crisi climatica e sulla pandemia del coronavirus ed è considerata ben collegata con gli attivisti della nuova destra” vicina a Afd, partito non privo di collegamenti con gruppi suprematisti e neonazisti che sostiene saldamente la lotta all’immigrazione, il rimpatrio dei clandestini, un feroce rigore economico per l’Europa e in prospettiva non esclude anche di rilanciare l’idea della Dexit, l’uscita della Germania dall’Ue.  

La prima opzione di Merz sono i liberali di Fdp

Seibt denuncia il fatto che Merz, più a destra della Cancelliera Angela Merkel storica leader del suo partito, vuole evitare di governare con l’Afd dopo il voto anticipato qualora i risultati confermassero il primo posto alla Cdu e il secondo ai sovranisti. Piuttosto, Merz vuole trovare un accordo con uno dei partiti membri della coalizione semaforo di Olaf Scholz. La prima opzione sarebbero i liberali del Fdp, qualora non riuscissero a superare la soglia di sbarramento si potrebbe rivolgere ai Verdi e solo in ultima istanza guarderebbe alla socialdemocrazia. Esclusa ogni collaborazione con Afd, che piuttosto Merz vuole sfidare su temi caldi come diritti, Europa, economia e immigrazione per sottrarre i consensi in uscita e riportarli, seguendo un effetto “voto utile”, in area di governo.

Merz rifiuta il libertarismo di Musk e Milei. E non c'è da stupirsi

Non c’è da stupirsi che Merz rifiuti di seguire il libertarismo fine a sé stesso di Musk e Milei: la sua radice è quella popolare europea, un mondo radicalmente diverso dalla destra neoliberale di oltre Atlantico. Laddove quest’ultima spinge sul neoliberismo e sul primato del capitale, il popolarismo rivendica l’economia sociale di mercato e il primato della persona. I libertari di destra americani propugnano le guerre culturali, il popolarismo il dialogo tra mondi; i primi sono fautori del tribunismo del leader, i secondi del primato della politica. Da un lato un’ideologia grezza e non definita, dall’altro un’eredità politica che si rifà a Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi, Jean Monnet. Qualcosa di troppo complesso per dare margini di manovra al populismo fine a sé stesso di Afd, piaccia o meno a Musk.