Esteri
Nobel per la Pace 2022: Zelensky, Greta e gli altri candidati
Tra gli altri nomi in pole position, Alexey Navalny, David Attenborough e l'UNICEF
Nobel per la Pace 2022: venerdì 7 ottobre la premiazione
Ad aprire il "ballo" dei Nobel è stato quello per la Medicina, assegnato al ricercatore svedese Svante Paabo, ma come ogni anno la massima attenzione si concentra su quello per la Pace, il cui titolare per il 2022 sarà annunciato venerdì 7 ottobre. Secondo alcuni esperti del premio più prestigioso al mondo, quest’anno ad influire sulla scelta dei giurati dell’autorevole Accademia di Svezia potrebbe essere il conflitto in corso nel cuore dell’Europa, tra Russia e Ucraina. Proprio per questo motivo tra i potenziali laureati al primo posto c’è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dato come favorito dai bookmakers. In buona posizione ci sono anche i massimi oppositori del Cremlino e i volontari che stanno aiutando i civili colpiti dalla guerra. Sicuramente il nome più rilanciato è quello dell’oppositore numero uno di Putin, Alexey Navalny, che pochi giorni fa, in collegamento dal carcere in cui è detenuto per motivi politici, ha dichiarato che la guerra in Ucraina è "ingiusta e criminale" poiché "persone innocenti moriranno in trincea" e la mobilitazione è "ugualmente criminale" e "anche molto stupida".
Nobel per la Pace 2022: rivali di Putin e ambientalisti tra i candidati
Navalny, sopravvissuto ad una avvelenamento risalente ad agosto 2020, ha fatto causa all'amministrazione del carcere nel quale è detenuto a regime duro, accusandola di violare i suoi diritti. Per l’edizione 2022, il Nobel per la Pace potrebbe quindi essere apertamente anti-Putin: oltre a Nalvalny, tra i papabili c’è anche l’oppositrice bielorussa in esilio, Svetlana Tikhanovskaya, soprannominata in Francia la “De Gaulle bielorussa”, diventata leader dell’opposizione dopo che il marito Sergei Tikhanovsky fu condannato a 18 anni di reclusione per essersi candidato alle elezioni presidenziali contro il presidente Alexander Lukashenko. In una recente intervista al Sole 24 Ore, Tikhanovskaya ha chiesto di “fermare la guerra contro il popolo fraterno dell’Ucraina”, esortando a “distinguere i responsabili: non è la Bielorussia ad essere l’aggressore. I bielorussi – insieme agli ucraini – stanno combattendo per la libertà e la democrazia. L’aggressore, insieme a Putin, è l’illegittimo Lukashenko, non riconosciuto dal popolo”. Dopo un’estate rovente che ha reso ancora più evidenti gli effetti del riscaldamento globale sul meteo, i bookmakers prevedono che la giuria del Nobel possa anche voler puntare i riflettori sull' "altra minaccia esistenziale" del mondo: il cambiamento climatico. Di conseguenza nell’elenco non può mancare l’iconica attivista svedese per il clima, Greta Thunberg, in prima linea dal 2018, quando cominciò a manifestare ogni venerdì davanti al parlamento di Stoccolma, dando il via a un movimento planetario, i "Fridays for Future", lo sciopero dei giovani e degli studenti. La celebre 19enne è tornata a farsi sentire pochi giorni fa dopo le elezioni in Svezia che hanno portato a una nuova maggioranza di centrodestra, insediatasi in Parlamento. "Non possiamo essere neutrali quando la politica mette in gioco la vita" ha scritto l’attivista su Twitter a pochi giorni dalla manifestazione "Stoccolma per la solidarietà", svoltasi l' 1 ottobre, invitando il suo popolo a "resistere. Difendere l'antifascismo, l'antirazzismo e la giustizia climatica” e denunciando che "i gruppi emarginati diventano capri espiatori". Tra i nomi citati dai media di diversi Paesi tornano anche quelli di una "collega" di Greta, Nisreen Elsaim, attivista sudanese. È membro del gruppo consultivo giovanile delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici dopo una nomina da parte della Pan African Climate Justice Alliance oltre ad essere presidentessa del Sudan Youth for Climate Change.
Nobel per la Pace 2022: in corsa anche UNICEF e UNHCR
Sempre in tema Ambiente, un altro potenziale Nobel per la Pace potrebbe essere Chibeze Ezekiel, 43enne originario del Ghana. Egli nel 2020 vinse il massimo premio per gli ecologisti, il Goldman, per il suo impegno a promuovere il buon governo in questo settore e per la sua leadership in materia di cambiamenti climatici in Africa e nel mondo. Viene anche evocato il celebre e blasonato naturalista e divulgatore scientifico britannico, David Attenborough, ma anche il ministro degli Esteri di Tuvalu, Simon Kofe, in qualità di "portavoce" delle nazioni insulari a rischio scomparsa per l’innalzamento del livello del mare, oltre al gruppo "Fridays for Future". Nei pronostici per il Nobel per la Pace è in lizza anche Transparency International, l’organizzazione internazionale non governativa anticorruzione (non solo politica) con sede centrale a Berlino. Altri potenziali vincitori sono ancora una volta organizzazioni internazionali quali l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), il Fondo Onu per l’infanzia, l’Unicef, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) o l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Nel 2021 il Premio Nobel per la Pace era stato assegnato a due giornalisti: la filippina Maria Ressa e il russo Dmitri Muratov che erano stati scelti per "la loro coraggiosa battaglia per la libertà di espressione". Ressa ha co-fondato il media online "Rappler", mentre Muratov è co-fondatore ed editore del quotidiano russo "Novaya Gazeta". Il premio Nobel per la Pace è stato istituito dal testamento di Alfred Nobel del 1895 ed è stato assegnato per la prima volta nel 1901, come gli altri premi istituiti da Nobel stesso. A differenza degli altri premi Nobel, quello per la Pace viene assegnato in Norvegia e non in Svezia: la cerimonia di consegna del Nobel per la pace si tiene infatti a Oslo, questo perché all'epoca dell'istituzione dei premi Nobel la Norvegia era ancora unita alla Svezia.