Esteri
Usa, Obama al trans: "Sei a casa mia. Non interrompermi. Vergogna"

"Ascolta, sei a casa mia non è rispettoso interrompermi perché sei ospite, vergognati". Tensione ieri alla Casa Bianca con il presidente Usa Barack Obama che ha risposto per le rime all’attivista Jennicet Gutiérrez che lo ha accusato di aver fatto incarcerare e deportare gli immigrati illegali omosessuali. L'appuntamento era quello del ricevimento indetto dall'amministrazione Usa per esaltare i progressi compiuti finora nell’affermazione dei diritti dei gay, in un clima di grande attesa, perché ogni giorno ormai la Corte Suprema potrebbe emettere la sua sentenza sulla legalità dei matrimoni tra omosessuali. Obama aveva appena cominciato a parlare, quando una voce lo ha interrotto.
Obama ha provato a riprendere il discorso, ma l'attivista lo ha interrotto nuovamente, non fermandosi ai ripetuti richiami fino a che il presidente Usa l'ha richiamata, seccato. "Lei è ospite in casa mia, questo non è un comportamento rispettoso", ha detto il numero uno della Casa Bianca. Dopodiché ha invitatop con lo sguardo il servizio di sicurezza che era già interventuto ad allontanare la Gutiérrez.
Ma chi è l'attivista che ha contestato Obama? Si tratta di una trans cofondatrice di “Familia Tqlm”, una organizzazione per la difesa dei diritti degli immigrati. "Non c’è orgoglio nel modo in cui gli immigrati transgender sono trattati in questo paese. Se il presidente vuole celebrare con noi, dovrebbe rilasciare immediatamente gli immigrati gay e trans chiusi nei centri di detenzione", ha affermato la Gutiérrez subito dopo la protesta.