Esteri

Ok a legge sull’inno cinese e Tiananmen, scontri e arresti a Hong Kong

Pene pecuniarie e carcere per chiunque insulti l'inno nazionale. Nel frattempo nel Parlamento di Hong Kong entra anche la polizia

Hong Kong: approvata la legge sull'inno nazionale

Nuovi scontri fra polizia e manifestanti pro-democrazia a Hong Kong, nel giorno dell'anniversario della strage di piazza Tiananmen. E' accaduto al termine di una giornata segnata dall'approvazione da parte dell'Assemblea Legislativa, il Parlamento di Hong Kong, della controversa legge sull'inno nazionale cinese, che prevede pene pecuniarie e fino a tre anni di carcere per chiunque lo insulti. La legge è stata approvata tra le proteste dei deputati pro-democrazia, che hanno costretto anche a un'interruzione della seduta e che si sono rifiutati di esprimere il loro voto, urlando slogan di denuncia della legge. La legge prevede multe fino a 50 mila dollari di Hong Kong (oltre 5.700 euro) e può comportare fino a tre anni di carcere per chi insulta l'inno nazionale cinese. 

Hong Kong: commemorazione delle vittime di piazza Tienanmen

Le tensioni sono cominciate dal dibattito in aula: la seduta e' stata interrotta dopo che due parlamentari pro-democratici, Chu Hoi-dick e Ray Chan, hanno gettato un liquido emanante cattivo odore, che si e' poi scoperto essere bio-fertilizzante, in segno di protesta contro la Cina per la strage di piazza Tiananmen. "Un assassino puzza per sempre. Quello che abbiamo fatto oggi serve per ricordare al mondo che non perdoneremo mai al Partito Comunista Cinese l'uccisione della sua gente, trentuno anni fa", ha dichiarato Chu dopo il gesto. Il ritardo nei lavori parlamentari non ha impedito il passaggio della legge, che ha ottenuto 41 voti favorevoli e un solo contrario. In base alla legge approvata oggi, "tutti gli individui e le organizzazioni" devono "suonare e cantare" la Marcia dei volontari, l'inno cinese, "nelle occasioni appropriate", e tutti gli studenti delle scuole primarie e secondarie dovranno impararlo a scuola.

La legge stabilisce anche le occasioni in cui l'inno deve essere eseguito, tra cui anche i principali eventi sportivi. Dopo il primo via libera alla legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong da parte dell'Assemblea Nazionale del Popolo, l'organo legislativo del parlamento cinese, la legge sull'inno nazionale viene vista come un nuovo segnale della stretta di Pechino sull'ex colonia britannica. Fuori del palazzo, intanto, si sono moltiplicate le manifestazioni per ricordare le vittime della strage di trentuno anni fa a Pechino. La tradizionale veglia di commemorazione a Victoria Park e' stata vietata nei giorni scorsi, per la prima volta dal 1990, per i timori di diffusione del Covid-19, ma il divieto imposto dalla polizia non ha impedito ai partecipanti e agli organizzatori dell'evento annuale di entrare nel parco e forzare i blocchi per commemorare le vittime della strage. Durante la commemorazione sono stati scanditi slogan come l'ormai noto "Liberare Hong Kong! Rivoluzione dei nostri tempi", ma l'evento si e' svolto pacificamente e senza l'intervento delle forze dell'ordine. La tensione e' salita in serata, nel quartiere di Mong Kok sulla penisola di Kowloon, dove la polizia ha usato lo spray urticante e ha eseguito quattro arresti tra i manifestanti che stavano cercando di bloccare una strada. A Sheung Wan, sull'isola di Hong Kong, gli artificieri hanno distrutto un pacco sospetto - si e' poi appurata l'assenza di esplosivo all'interno - e le forze dell'ordine hanno circondato la sede dell'ufficio di collegamento del governo cinese a Hong Kong, per prevenire l'arrivo di un gruppo di manifestanti pro-democrazia.