Esteri

OMS, alimentazione, mobilità e ambiente ad hoc salverebbero 10 milioni di vite

di Daniele Rosa

Il cambiamento climatico è un problema di salute per tutta l’umanità

“Salvare milioni di vite e rallentare l'avanzata del cambiamento climatico per mantenere il riscaldamento entro limiti  accettabili” è la ricetta dei responsabili di uno studio pubblicato su “The Lancet Planetary”.

Il rapporto ha indagato nove paesi responsabili del 70% delle emissioni globali di gas serra e in cui vive il 50% della popolazione mondiale, inclusi i due principali responsabili dell’inquinamento del pianeta: Cina e Stati Uniti.

Gli autori sono convinti che solo in questi nove paesi analizzati, si potrebbero salvare fino a 6,4 milioni di vite all'anno con un’alimentazione migliore, ben 2,1 milioni si potrebbero risparmiare con politiche di mobilità attiva e 1,6 milioni con riduzioni dell’inquinamento.

Per arrivare a queste indicazioni gli autori sono partiti da uno scenario dove viene rispettato l'obiettivo dell'Accordo di Parigi (un aumento del riscaldamento globale non superiore ai 2 gradi rispetto a livelli preindustriali). Per raggiungere questo obiettivo sarà necessario raggiungere le emissioni nette zero durante la seconda metà di questo secolo. Per questo tutti i paesi firmatari del patto sul clima dovranno presentare piani per ridurre le loro emissioni di gas serra.

Queste misure, secondo lo studio, si tradurranno in benefici per la salute della popolazione soprattutto rispetto alle vite salvate.

Il settore in cui si avvertono maggiori margini di intervento è quello relativo ai cambiamenti nella dieta, che deve essere maggiormente orientata verso un maggior consumo di frutta e verdura e ad una riduzione del consumo di carni rosse e alimenti lavorati.Lo studio tiene conto delle differenze di alimentazione nei diversi paesi locali, optando per una proposta di riduzione del consumo di carne rossa diversa tra le aree: mentre in Sud Africa, Regno Unito, Brasile, Cina, Germania e Stati Uniti la diminuzione potrebbe essere compresa tra l'86% e il 92% , in India invece non è ritenuto necessario un ulteriore abbassamento del consumo perchè i livelli di proteine sono già bassi.

Per quanto riguarda le politiche climatiche che porterebbero al miglioramento della qualità dell'aria, l'analisi indica che, se l'obiettivo dei 2 gradi dell'Accordo di Parigi venisse raggiunto, le concentrazioni di particelle PM2,5 legate ai combustibili fossili scenderebbero del 73% nel 2040 come media nei nove paesi analizzati. Ciò salverebbe fino a 1,6 milioni di persone destinate a morire in un solo anno.

Infine, quando si parla di mobilità, i maggiori benefici per la salute dei cittadini derivanti da un aumento delle attività a piedi e in bicicletta, si avrebbero negli Stati Uniti, in Sud Africa, in Cina e nel Regno Unito.

"In sostanza, l'Accordo di Parigi può essere considerato un trattato di salute pubblica", spiega María Neira, direttrice del Dipartimento di sanità pubblica e ambiente dell'OMS.

L'Organizzazione mondiale della sanità per decenni ha spinto le società a capire e a cambiare il rapporto tra cambiamento climatico, inquinamento e problemi di salute. Negli ultimi anni c'è stato un boom di studi orientati a queste considerazioni. “All'OMS abbiamo dato molta enfasi su argomenti positivi, come il fatto che le politiche contro il cambiamento climatico possano dare utili vantaggi per evitare le vulnerabilità rispetto alle pandemie o alla qualità dell'aria e che possano comportare vantaggi economici”ha sottolineato il sanitario dell’OMS.

In conclusione è importante capire e far capire che il cambiamento climatico è soprattutto un problema di salute e non solo un tema di biodiversità o criticità per specie animali come gli orsi polari. Un tema per la salvaguardia della vita umana.