Esteri

Praga, 70 mila in piazza contro la Nato e le sanzioni a Mosca

Manifestazione di protesta al grido “prima la Repubblica Ceca”, che avrà la prossima presidenza di turno Ue e ospiterà il vertice dei leader

A Praga 70 mila in piazza contro la Nato e le sanzioni a Mosca

Circa 70mila persone (dati della polizia) hanno chiesto a Praga le dimissioni del governo conservatore ceco, accusandolo di sottomissione all'Unione Europea, e hanno protestato contro la Nato e le sanzioni imposte Russia per la sua invasione dell'Ucraina.

I manifestanti, chiamati dai partiti di opposizione e da altre organizzazioni, hanno chiesto la neutralità nella guerra in Ucraina, dove l'Esecutivo di Praga ha adottato una chiara posizione di sostegno politico e militare a Kiev.

Sul podio della centralissima piazza Venceslao, nella capitale, si sono avvicendati rappresentanti di formazioni extraparlamentari comuniste, euroscettici e ultranazionalisti. Tra i relatori, c'era chi ha chiesto di "liberarsi dalla sottomissione politica all'Ue, all'Organizzazione Mondiale della Sanità e all'Onu".

I manifestanti, riuniti sotto lo slogan "Repubblica Ceca Prima", hanno protestato anche contro la Nato, di cui il Paese è membro, e chiesto la fine delle sanzioni imposte dall'Ue a Mosca per la sua aggressione all'Ucraina; e sollecitato forniture di gas a basso costo dalla Russia, protestando contro i prezzi elevati dell'energia.

La Repubblica Ceca ha la presidenza di turno dell'Ue e il prossimo vertice dei leader si terrà proprio a Praga il 6-7 ottobre. Il premier, Petr Fiala, ha ricordato in Parlamento, rispondendo a una mozione di sfiducia venerdì, che la Repubblica Ceca ha concesso i visti a circa 410.000 ucraini fuggiti dalla guerra, di cui oltre 100.000 sono integrati nel mercato del lavoro.

Fiala ha definito la manifestazione "filo-russa" e ha detto che fa parte di una campagna di disinformazione: la marcia, ha aggiunto il leader conservatore, e' stata organizzata da forze "di orientamento filorusso, vicine all'estremismo e contrarie agli interessi della Repubblica ceca". "Questi slogan e l'interpretazione dei fatti coincidono con la posizione russa e, a mio avviso, non corrispondono agli interessi della Repubblica Ceca".