Esteri
Putin non può uscire dalla Russia, ma Usa e Cina non sono obbligati a fermarlo
La giurista Chantal Meloni, che ha lavorato con il giudice italiano della Corte Rosario Aitala, spiega come si è arrivati al mandato e che cosa succede ora
Mandato di arresto per Putin, la posizione dell'Italia sui crimini di guerra
Come si stanno ponendo le altre potenze nei confronti di questo mandato?
"La Cina e gli Stati Uniti non sono parti della Corte, quindi non hanno l’obbligo di cooperazione. Secondo il mio parere, però, gli USA di Biden potrebbero eseguire comunque il mandato al di là degli obblighi, almeno nel caso di Putin; hanno dato una mano alle indagini, hanno collaborato con la Corte e hanno espresso parere favorevole al suo operato. Per quanto riguarda l’Unione Europea, invece, c'è l'impegno di istituire un tribunale speciale per l’aggressione; bisogna capire se riterrà la lacuna della Corte Penale Internazionale inaccettabile o meno. La posizione dell’Italia, che ha ratificato subito lo Statuto di Roma, invece crea per il nostro Paese degli obblighi ben precisi di cooperazione".
Lei è stata membro della Commissione Cartabia per elaborare il progetto di un Codice dei Crimini internazionali. A che punto siamo?
"Il lavoro della Commissione, di cui ha fatto parte anche il giudice della Corte Penale Internazionale Rosario Aitala, è stato egregio. Quello che però sappiamo, dal comunicato della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è che sono stati stralciati dal nostro progetto i crimini contro l’umanità, oltre che forse il genocidio. Siamo ancora in attesa di conoscere a fondo le motivazioni, ma in mancanza di tali fattispecie l’Italia non sarebbe in grado – e l’ipotesi non è affatto remota – di poter processare per crimini come 'deportazione', 'stupro' nel contesto di una guerra. Non nei confronti di Putin, ma per esempio nei confronti dei suoi militari".