Esteri

Recovery fund, Merkel alle prese con i suoi Salvini. Schieramenti al Bundestag

Popolari spaccati, Verdi e Socialdemocratici a sostegno della Cancelliera. AfD sul piede di guerra

Recovery fund,  piano franco-tedesco: schieramenti al Bundestag

Il campo conservatore (a cominciare dalla Cdu/Csu di Angela Merkel) spaccato, i socialdemocratici, i Verdi e la sinistra radicale al fianco della cancelliera, l’Afd sul piede di guerra. E’ sempre più acceso il dibattito in Germania sul piano da 500 miliardi di euro proposto ieri da Angela Merkel ed Emmanuel Macron per sostenere i Paesi più colpiti dalla pandemia del coronavirus. Ecco gli schieramenti al Bundestag.

IL GRUPPO CDU/CSU

La discussione è infuocata soprattutto all’interno del gruppo che riunisce i cristiano-democratici della cancelliera e i cristiano-sociali bavaresi, con accenti anche molto duri. A favore della proposta di Merkel e Macron si è espresso, in un’intervista allo Spiegel, il capogruppo Cdu/Csu Ralph Brinkhaus: “E’ cosa buona e giusta che la Germania e la Francia abbiano una proposta comune per un recovery fund”, ha detto l’esponente cristiano-democratico: “E si tratta di una proposta che dimostra come la solidarietà europea funzioni anche senza la condivisione dei debiti”. Esperto di questioni finanziarie, Brinkhaus è considerato un “falco”, il che – sottolinea lo Spiegel – rende la sua posizione “particolarmente interessante”. Entusiastica l’adesione di Armin Laschet, governatore del Nord-Reno Vestfalia – nonché uno dei i candidati alla leadership della Cdu – secondo il quale Merkel e Macron hanno “posto la pietra fondativa di una nuova Europa” che sarà “più unita, più solidale e più forte del mondo”. A sorpresa si dice favorevole anche Friedrich Merz, capofila dell’ala più conservatrice della Cdu nonché antagonista storico della cancelliera: la proposta “è decisamente buona”, ha detto l’altro candidato alla leadership del partito, “e non c’è nessun Paese in Europa che sia interessato quanto la Germania al fatto che l’Ue e il suo mercato interno tornino a funzionare”. A detta di Merz, “i mezzi per il recovery fund non sono soldi in arrivo da Germania e Francia, ma sono un budget comune dell’Ue”.

Molto critici invece gli esponenti della corrente “economica” della Cdu: il deputato Christian von Stetten avverte che “gli inaccettabili eurobond potrebbero rientrare dalla porta posteriore” con la proposta franco-tedesca. “L’iniziativa di Merkel e Macron è un ulteriore passo verso l’unione dei debiti”, attacca da parte sua Alexander Mitsch, capo della “Werteunion” (unione dei valori), la corrente più conservatrice in seno al partito. “Chiediamo ai nostri deputati nel Bundestag e nell’Europarlamento di impedire ulteriori debiti”, rincara la dose Mitsch, secondo il quale permettere alla Commissione di reperire crediti sui mercati finanziari in nome dell’Ue “contraddice il pensiero dei padri fondatori dell’Unione europea”. E’ d’accordo il deputato Klaus Peter Wilsch: il piano Merkel-Macron, secondo lui, è “sbagliato”, dato che rischierebbe di “aprire il vaso di Pandora” dei debiti. Idem nel campo dei cristiano-sociali: “Siamo molto sorpresi da questa proposta”, dice Hans Michelbach, esperto economico della Csu (il partito ‘fratello’ bavarese della Cdu), il quale teme di ritrovarsi “una forma di indebitamento collettivo”.

I SOCIALDEMOCRATICI

Nella Spd, alleata di Frau Merkel nella Grosse Koalition, nessuno dubita dell’appoggio alla proposta del recovery fund da 500 miliardi: “I debiti a livello europeo non dovrebbero essere un tabù”, si è spinto a dire alla Zeit il vicecancelliere socialdemocratico e ministro alle Finanze Olaf Scholz, aggiungendo che nessuno in Europa può pensare “di determinare da solo il proprio destino”. Parla anche di un “grande progresso per l’Ue” Scholz, spiegando che “questo nuovo fondo da 500 miliardi metterà l’Europa in condizione di uscire unita e più forte dalla crisi”. Ancora più netta la vicepresidente dell’Europarlamento Katarina Barley: “E’ stata mostrata più solidarietà di quanto fatto finora, non può essere che certi Paesi Ue stiano bene e altri stiano male”. Barley ricorda, peraltro, “che proprio la Germania beneficia in modo enorme dalla struttura dell’Unione europea”.

ULTRADESTRA E LIBERALI

Non sorprende la posizione dell’Afd in merito al piano Merkel-Macron: “La cancelliera si è inginocchiata di fronte all’avidità della Francia e dei Paesi del sudeuropa”, attacca la capogruppo del partito dell’ultradestra, Alice Weidel, secondo la quale il piano rappresenta “la rottura di una diga, che mette sottosopra il diritto vigente”. Un altro dei volti più popolari dell’Afd, Beatrix von Storch, accusa Merkel di essere venuta meno alla parola data: “Arrivano gli eurobond, solo lievemente mascherati, allo scopo di ingannare i contribuenti tedeschi”. Gelide anche le reazioni nella Fdp, il partito liberale: uno dei suoi esponenti di punta, Alexander Graf Lambsdorff ritiene che “questo piano non abbia nessuna base giuridica, dato deve essere deciso all’unanimità insieme ai danesi, agli olandesi e agli austriaci. Nell’Ue non c’è sufficiente sostegno ad una condivisione dei debiti”.

VERDI E LINKE

Nelle fila dell’opposizione di sinistra e degli ambientalisti l’appoggio alla proposta della cancelliera è netto. I Verdi, in particolare, rivendicano di aver sempre sostenuto la necessità di ricorrere ai coronabond per sostenere i Paesi più colpiti dalla crisi, Italia e Spagna in testa. Il piano franco-tedesco è “il segnale tanto atteso dalla Germania”, afferma il leader del partito ambientalista, Robert Habeck. “Ricorrendo a titoli europei a favore degli Stati membri in maggiore sofferenza, Frau Merkel ha fatto un passo che prima del coronavirus era impensabile”. Quella della cancelliera, così Habeck, è “una svolta a 180 gradi”. Nondimeno, i Verdi chiedono a Merkel uno sforzo straordinario in Europa: a detta dell’europarlamentare Franziska Brantner, “alle parole devono seguire i fatti, la cancelliera deve impegnarsi per una vera solidarietà e sovranità europea”. Le fa eco il capogruppo della Linke al Bundestag, Dietmar Bartsch, che definisce “fondamentalmente corretto” la proposta di Berlino e Parigi. Aggiungendo però che è necessario “un piano B” se il progetto dovesse fallire a causa della resistenza di altri Paesi Ue, anche perché “non si possono attendere mesi o anni perché il piano venga ratificato”. Alza invece il tiro il leader del partito della sinistra, Bernd Riexinger: il piano “è un primo passo verso il superamento solidale” della crisi innescata dalla pandemia, “ma non è chiaro se il denaro sarà utilizzato per garantire i posti di lavoro, rafforzare le infrastrutture e realizzare il necessario cambiamento socio-ecologico”.