Esteri

Regno Unito, l'istrione Boris Johnson spiegato agli italiani

L'opinione di Lapo Mazza Fontana

Originaria ascesa e recente caduta di un giocatore istrionico e spregiudicato quanto inadatto e pasticcione

E a differenza dell'Italia, dove un bell'ignorantone troglodita quanto spudoratamente mendace trova sempre uno spazio nella greppia, in Inghilterra mentire è cosa malvista ma ci si passa volentieri sopra se il packaging è elegante oppure, come nel caso di BoJo, se si è qualcosa di simile. Se poi si è pure latinista di belle lettere e simpatico per sovramercato la cheesecake a corte è servita: BoJo diventa il columnist, tra Daily Telegraph, Spectator e GQ, preferito dalla ala euroscettica se non ormai già euro-ostile dei conservatori, la vecchia Mad Maggie Thatcher in testa, che lo elogia a più riprese.

Il successore John Major non lo stima altrettanto, anzi, ma proprio qui la fortuna di Boris trova una chiave ulteriore: quella di diventare la pietra dello scandalo tra le due fazioni, moderata e pre-Brexit, del partito conservatore. Non solo, Boris contribuirà non poco alla pubblicità e all'emergere del partito indipendentista UKIP, partito che sarà la chiave, oltre vent'anni dopo, per la realizzazione per certi versi distopica della Brexit vera e propria, ovviamente sui cingoli arrugginiti ma oliatissimi di un altro sparapalle seriale, quel Nigel Farage che col suo massimo successo troverà anche il suo tramonto politico, proprio a causa della impossibilità di mettere ancora sotto il tappeto la montagna di vaccate dette e scritte, esattamente come succederà poi per BLoJo in questo mese di luglio del 2022.

Sarebbe interessante notare, a margine, come anche in questo caso il sistema politico del Regno Unito, svilito da politici cialtroni e truffaldini ma almeno di bell'aspetto e belle letture, ad un certo punto si decida a far fuori i buffoni più imbarazzanti; mentre in Italia i politici cialtronazzi non solo sono più scasciati e cafoni, ma sono pure perennemente inamovibili o quasi.

Ma Boris a cavallo dei primi anni duemila è pronto a spiccare il volo: Conrad Black, proprietario del Daily Telegraph, dirà di lui: "was such an effective correspondent for us in Brussels that he greatly influenced British opinion on this country's relations with Europe". Influenza ideologica che lo porterà alla svolta, che come accade ovunque, fiorisce con le ospitate televisive: per anni circola nei programmi non solo BBC; e la consacrazione arriva nel '98 e negli anni successivi con la partecipazione a "Have i got news for you", programma satirico di attualità, che lo renderà talmente popolare da fargli guadagnare nel 2003 una candidatura ai BAFTA TV AWARDS (il BAFTA, British Academy for Film and Television Art, è l'oscar del cinema inglese) come "best entertainment performance".

Dopo essere apparso anche a Top Gear, il non plus ultra della TV inglese (e non solo: forse lo show televisivo più visto al mondo) non resta che puntare alle cadreghe di ultra-lusso. Tenta una prima volta di entrare in Parlamento ma viene superato dal candidato laburista, ma poi ci riprova in una altra area e da lì il razzo parte verso lo spazio intergalattico. Diventa sindaco di Londra per due mandati, e sorprendentemente in tal ruolo la sua indubbia creatività lo sorregge in definitiva piuttosto bene, nonostante luci ed ombre del mandato, e ovviamente una montagna di BALLE SPAZIALI, scandaletti, cialtronate.