Esteri
Spagna, Popolari in testa ma senza maggioranza
I Socialisti davanti a Podemos
Elezioni in Spagna, si profila una riproposizione del voto di dicembre con il Pp primo ma senza maggioranza, davanti al Psoe, Podemos e Ciudadanos. I dati reali parziali continuano a non confermare lo 'storico' sorpasso di Podemos sul Psoe, previsto dagli exit poll di Sygma Dos per la Tve. I quattro grandi partiti spagnoli hanno raccomandato "prudenza" dopo la pubblicazione dei primi exit-poll che davano il Pp come primo partito, Podemos secondo e terzi i socialisti del Psoe.
Nelle elezioni dello scorso 20 dicembre, che hanno segnato la fine del tradizionale bipartitismo spagnolo e portato allo stallo il Parlamento, il Pp aveva conseguito 123 seggi, il Psoe 90, Podemos 69 e Ciudadanos 40.
Per ora l'unico dato certo è l'astensionismo record nella storia democratica spagnola: alle 18 era andato alle urne il 51,21% degli aventi diritto, il dato più basso nella storia democratica spagnola, sette punti sotto i votanti registrati alla stessa ora a dicembre 2015.
Nel Paese si è votato per cercare di dar vita al nuovo governo e ad un nuovo parlamento, con la formazione Podemos che era data in testa nei sondaggi. E dopo la Brexit votata dai britannici nel referendum sulla permanenza nell'Ue, ora a Bruxelles si guarda con maggiore preoccupazione all'effetto domino. Trentasei milioni di elettori sono stati chiamati di nuovo a votare con il concreto pericolo di un risultato praticamente identico a quello dello scorso 20 dicembre: impasse e ingovernabilità.
Sei mesi fa, gli spagnoli si sono pronunciati per un cambiamento, togliendo al Partito popolare del premier conservatore uscente Mariano Rajoy la maggioranza assoluta, malgrado con il 28,7% dei voti i Pp sia rimasto la prima forza politica del Paese e sia dato favorito dai sondaggi anche per questo scrutinio. Il Partito socialista (Psoe) a dicembre aveva registrato il peggiore risultato della sua storia, pur rimanendo la seconda forza politica del Paese. I due partiti avevano dovuto fare spazio a due nuove formazioni, Podemos a sinistra e i liberali di Ciudadanos. Ma la novità ha portato a una dinamica di veti incrociati e in fin dei conti allo stallo e al nuovo voto di oggi. La quarta economia della zona euro è da sei mesi guidata da un governo che può occuparsi solo degli affari correnti e non può lanciare alcuna riforma o rivedere i conti, in un momento così complicato della vita del Paese e dell'intera Europa.
Sono 176 i seggi necessari per ottenere la maggioranza assoluta al Congresso dei deputati, la camera bassa, dove siedono 350 eletti. Quattro i candidati a premier, leader dei rispettivi partiti. Il premier uscente e in pectore Mariano Rajoy, capo del Partito Popolare, eletto nel 2011; il segretario del Partito Socialista (Psoe) Pedro Sanchez; Pablo Iglesias, leader di Podemos che per queste elezioni ha stipulato un'alleanza con il partito di estrema sinistra Izquierda Unida, denominata "Unidos Podemos"; Albert Rivera Diaz, leader del partito centrista e anti-sistema Ciudadanos. E proprio sulle alleanze che si giocherà la partita per la formazione del nuovo governo.