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Esteri
Stoltenberg: "Kiev libera di usare armi Nato contro Mosca". È bufera
(Fonte immagine: La Presse) 

Stoltenberg: "Kiev sia libera di usare armi Nato contro Mosca". Alt da Tajani: "Le decisioni siano collegiali"

Un cessate il fuoco che sancisca le attuali posizioni sul terreno: sono queste le condizioni a cui Vladimir Putin sarebbe pronto a fermare le ostilità in Ucraina, secondo la Reuters che cita fonti vicine al presidente russo. Lo stesso Putin ha affermato di essere sì pronto a trattative, ma ha aggiunto che la base deve essere la bozza delineata da negoziatori ucraini e russi a Istanbul nel marzo 2022. Mentre il suo portavoce, Dimitri Peskov, ha smentito che possa essere accettato un congelamento delle ostilità sulle attuali posizioni.

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Intanto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha invitato gli alleati dell’Alleanza Atlantica che forniscono armi all’Ucraina a riconsiderare le restrizioni sull’uso contro obiettivi militari in territorio russo. In un’intervista rilasciata al settimanale The Economist, Stoltenberg ha spiegato che questa misura migliorerebbe la capacità di difesa ucraina. "È giunto il momento per gli alleati di valutare se non sia il caso di revocare alcune delle restrizioni sull’uso degli armamenti che hanno donato all’Ucraina, soprattutto ora che molti combattimenti sono in corso a Kharkiv, vicino al confine, negare all’Ucraina la possibilità di utilizzare queste armi contro obiettivi militari legittimi in territorio russo rende molto difficile la difesa", aggiunge Stoltenberg. "L’Ucraina ha il diritto di difendersi». E questo diritto, sottolinea nell’intervista, «include anche colpire obiettivi in territorio russo".

Dall'Italia arriva il secco "no" dei ministri Matteo Salvini e Antonio Tajani. "L’Italia non è in guerra con nessuno e se è stato giusto aiutare militarmente l’Ucraina, allo stesso tempo non se ne parla nemmeno di togliere il divieto di colpire obiettivi militari in Russia" dichiara il numero uno della Lega a margine di un evento elettorale a Pisa. "La Lega è contraria a inviare anche un solo soldato a combattere in Ucraina. Noi vogliamo la pace, non l’anticamera della terza guerra mondiale". A frenare sull’ipotesi avanzata da Stoltenberg è anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che commenta: "Noi siamo parte integrante della Nato ma ogni decisione deve essere presa in maniera collegiale». Il capo della Farnesina aggiunge che «le scelte di Kiev sono scelte di Kiev" e sembra essere pienamente d’accordo con Salvini sia sul non invio di soldati italiani in Ucraina sia sul divieto di usare armi Nato per attaccare la Russia. "Noi non manderemo un militare italiano in Ucraina e gli strumenti militari mandati dall’Italia vengono usati all’interno dell’Ucraina, lavoriamo per la pace. I messaggi che arrivano dalla Russia provocano anche una guerra ibrida che si combatte, ma dobbiamo sempre lavorare per la pace e abbassare i toni".






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