Esteri
Trump impeachment: processo o voto lampo. Gli scenari al Senato
Con l’approvazione dell’impeachment da parte della Camera dei rappresentanti si è aperta la seconda e ultima fase della procedura di messa in stato d'accusa
Trump: processo o voto-lampo, gli scenari al Senato
Con l’approvazione dell’impeachment da parte della Camera dei rappresentanti si è aperta la seconda e ultima fase della procedura di messa in stato d'accusa del presidente: la discussione al Senato, dove a gennaio si aprirà un nuovo processo con la possibile chiamata di testimoni, come ha fatto intendere lo stesso Donald Trump. La Camera alta del Congresso è l'unico organo deputato a decidere se il presidente debba essere rimosso o meno dalla Casa Bianca.
Il processo potrebbe durare settimane, se non mesi, ma è anche possibile che il Senato, a maggioranza repubblicana, decida di mettere subito al voto l’impeachment, assolvendo quindi il presidente senza neanche esaminare le prove ed evitandogli un’ulteriore esposizione mediatica.
Per Andrew Johnson, primo presidente della storia americana ad affrontare l’impeachment, ci vollero 94 giorni, dal 22 febbraio al 26 maggio 1868, quando il Senato lo assolse. Per Richard Nixon durò 184 giorni. La commissione Giustizia approvò la richiesta di impeachment il 6 febbraio 1974, ma il presidente si dimise prima di essere formalmente incriminato con un voto dell’aula. Quello a Bill Clinton durò 127 giorni: la Camera approvò l’inchiesta l’8 ottobre 1998, il Senato votò l’assoluzione il 12 febbraio 1999. Per l’impeachment serve il voto di due terzi del Senato, equivalente a 67 membri sui cento che lo compongono.
Attualmente al Senato la maggioranza è repubblicana: 53 contro 45 democratici, più due indipendenti liberal. Se Trump non verrà incriminato, resterà alla Casa Bianca. Toccherà poi agli americani decidere se rieleggerlo il 3 novembre 2020.