Esteri
Ucraina, il Papa smaschera gli ipocriti
Con le parole sull'Ucraina e la "bandiera bianca" il Santo padre ha fatto arrabbiare tutti
Il Papa e la guerra in Ucraina
Dunque il Papa ha dichiarato "Credo che è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. E oggi si può negoziare con l'aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è una parola coraggiosa", e ha fatto arrabbiare tutti.
Per capire perché il Papa ha parlato, e le reazioni di indignazione e fastidio, bisogna aver presente il contesto, il quale è semplicemente lo stato presente delle cose in Ucraina e nei paesi che contribuiscono alla sua difesa. La guerra dura già da due anni, e non sta andando bene per l’Ucraina. Il modo in cui era stata inizialmente impostata la difesa dell’Ucraina da parte degli Statu Uniti, con al seguito i paesi europei della Nato, era di un’ammirevole linearità. L’esercito russo, poco numeroso, malamente armato e scarsamente preparato, doveva essere respinto entro i suoi confini.
Le truppe ucraine erano più numerose, ben armate e addestrate in anni di partecipazione alle esercitazioni e alle manovre della Nato, anche sul territorio ucraino, di cui l’Ucraina era un membro de facto se non de jure. Non c’era niente da negoziare, perché ogni concessione l’Ucraina facesse alla Russia, sarebbe stato un ingiusto e pericoloso premio all’invasione. La posizione Usa, come enunciata nella famosa dichiarazione di Ramstein (26 Aprile 2022: Ramstein è una gigantesca base militare americana in Germania), andava oltre, e si proponeva di cogliere l’occasione per arrivare al disarmo della Russia.
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Ora questa posizione aveva una sua coerenza, ma presupponeva implicitamente ma necessariamente una netta superiorità militare dell’Ucraina i suoi alleati sulla Russia. I russi dovevano essere cacciati e cacciati in fretta, prima che l’esercito ucraino –e l’Ucraina- si logorasse e subisse terribili perdite. Per i primi sei mesi parve che questo piano forse attuabile e in corso di attuazione. Ma poi accadde esattamente il contrario. L’esercito russo fu ricostituito e riorganizzato e la guerra si trasformò in una guerra di posizione accompagnata da una vivace sfida industriale e tecnologica tra gli Usa e la Russia in cui la Russia, ahimé non risultò soccombente.
Vi furono nel 2022 e nel 2023 due tentativi di negoziati tra l’Ucraina e la Russia, al primo dei quali partecipò l’allora Primo Ministro israeliano Naftali Bennett, al secondo l’ex cancelliere tedesco Gerhart Schroeder, che furono però stroncati da interventi anglo-americani. Che ciò che si proponeva di ottenere la Russia nei mesi immediatamente precedenti l’invasione fossero non conquiste territoriali ma la neutralità dell’Ucraina, ossia, la sua rinuncia ad entrare nella Nato, fu testimoniato dal funereo Segretario Generale della Nato Stoltenberg davanti al Parlamento europeo il 7 Settembre 2023.
La famosa offensiva ucraina della primavera del ’23, poi slittata all’estate, è, per ammissione generale, fallita. Molti osservatori hanno supposto che gli obiettivi degli Usa fossero da un lato, affermare la loro superiorità militare sulla Russia; dall’altro, separare la Russia dalla Germania e dall’Europa. Ora parrebbe che questo secondo obiettivo sia stato conseguito. Certo l’Europa non è esistita politicamente durante la guerra e i suoi paesi si sono comportati da fedeli membri della Nato, cioè, in definitiva, diligenti subordinati degli Usa. E dagli ultimi atti del Parlamento e della Commissione europei parrebbe che l’Unione Europea voglia proseguire alla grande la guerra con la Russia piuttosto che promuovere una tregua da una posizione di neutralità. In che condizione è l’Ucraina?
Alquanto penose. Senza i rifornimenti americani l’esercito non può combattere, e i paesi europei solo ora hanno deciso di potenziare l’industria degli armamenti. Ma perché? Per continuare la guerra contro la Russia in Ucraina, che diventerebbe un’attività militare fine a sé stessa, un hobby divertente anche se pericoloso. Con un avvicendamento con gli Usa che potrebbe rendere la guerra permanente e che preveda la partecipazione di truppe della Nato in Ucraina, perché ormai i soldati ucraini scarseggiano. E distruggere completamente, definitivamente l’Ucraina.
Fino a qualche giorno fa che questo sia assurdo, pazzesco e insensato non lo diceva nessuno: tutti pronti a proteggere il loro miserando capitale di menzogne precedenti, come il solito depresso smagato Domenico Quirico ha rilevato sulla Stampa e il combattivo Domenico Gallo sul Fatto. A esclamare “il re è nudo!” è stato il bambino… pontificio.