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Esteri
Ucraina, la guerra tra Meloni e Macron isola non solo l'Italia ma l'intera Ue

“Guerra” Meloni-Macron, non è l’Italia che è  isolata: a farne le spese è l’intera Europa

Ha fatto molto discutere lo sgarbo che il presidente francese Emmanuel Macron ha adottato verso la nostra premier Meloni, non invitata alla cena all’Eliseo con Scholtz e Zelensky. Il fatto che il presidente francese non abbia invitato il nostro premier non è tanto grave perché, come dice qualcuno, sarebbe ennesima dimostrazione di un ipotetico isolamento del nostro paese in Europa, ma perché ancora una volta certifica le divisioni, gli egoismi e le spaccature di un Europa, che anche e soprattutto per questo, dimostra di essere sempre più marginale nel contesto internazionale. Qualche giorno fa i due ministri dell’economia di Francia e Germania sono volati a Washington per discutere con l’amministrazione americana sul poderoso intervento operato da Biden da 300 miliardi di dollari per aiutare famiglie ed imprese di fronte al rialzo dell’inflazione. La cosa non è piaciuta non solo al nostro paese, ma anche ad alcuni paesi del cosiddetto blocco dei “frugali”, da sempre allineato alla Germania (anche se da quando è uscita di scena la Merkel il fronte non appare più così compatto come prima) Olanda e Svezia in testa. Così come il piano dell’Europa per rispondere appunto al famigerato” inflation Reduction Act” americano, che prevederebbe un allentamento dei vincoli sugli aiuti di Stato alle imprese, ha creato molti malumori, dal momento che questo andrebbe a favorire chi, come Francia e soprattutto Germania, hanno maggiori margini di manovra sui bilanci pubblici.

LEGGI ANCHE: Zelensky in Ue, guerra diplomatica in Europa: tra Meloni e Macron finisce pari

Meloni-Macron è ancora gelo, tra Francia e Germania l'intesa si rinnova

Il fatto che Macron e Scholtz, dopo mesi di gelo nei rapporti, si siano tornati a parlare rappresenta plasticamente come i due abbiano quantomai bisogno l’uno dell’altro, per cercare di ridurre, grazie alla politica estera, l'impatto di una situazione interna obiettivamente complicata per ambedue. Il tentativo, più di Macron a dire il vero, con Scholtz che pare seguire quasi per inerzia il collega transalpino, è appunto quello di ristabilire una sorta di leadership europea che possa dare loro maggiore credibilità e forza anche in patria. Per fare ciò sembrano disposti, come già avvenuto in passato, a calpestare tutti i bei propositi di unità e di collaborazione con gli altri paesi dell’Unione. Un atteggiamento che in realtà, sia i francesi che i tedeschi, hanno sempre adottato, facendo prevalere il loro naturale e consolidato asse in Europa per far prevalere i propri interessi sulle questioni che li riguardano da vicino, per poi pretendere la condivisione con gli altri su questioni che invece li toccano meno direttamente.

La debolezza degli altri premier europei e la indiscutibile ed incontestabile leadership della Merkel hanno permesso che questa prassi continuasse quasi indisturbata per anni. Sono molte le questioni in cui i due paesi hanno avuto certamente un ruolo predominante, e spesso nemmeno condiviso con gli altri 25 membri dell’Unione. Dalle questioni di bilancio fino all’immigrazione per passare ai rapporti controversi con la Cina e la Russia da parte soprattutto della Germania, sono temi caldi che hanno creato e creano ancora molte discussioni e divisioni all’interno dell’Europa. Anche perché i due “grandi” d’Europa, spesso hanno agito mossi più da interessi di parte, che per una condivisione di intenti con gli altri componenti dell’unione.

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