Esteri

Ucraina, Mosca rilancia il Fatto e in Italia torna la frattura Est-Ovest

di Massimiliano Santalucia

L'articolo dell'Onorevole su "Il Fatto Quotidiano", nonostante le polemiche suscitate, offre interessanti spunti di riflessione per un giudizio equilibrato

Dopo le polemiche per l'articolo condiviso dall'ambasciata russa, la risposta a Barbara Spinelli

Quale sarà l’esito della guerra in Ucraina al momento nessuno lo può sapere. Una cosa però già la si può affermare: il conflitto ha risvegliato i forti sentimenti ideologici pro o anti-Russia e pro o anti NATO che dal secondo dopoguerra caratterizzano la politica e il giornalismo in Italia.

A suscitare molto scalpore è stato l’articolo dell’ ex-Onorevole Barbara Spinelli su “Il Fatto Quotidiano” del 26 Febbraio scorso. Nel suo intervento la Spinelli ha dato l’impressione di provare una certa “comprensione” per la narrativa russa del conflitto secondo cui le vere responsabilità sono della NATO. L’Alleanza sarebbe colpevole di presunte mancate promesse di non allargamento e di una assenza di “empatia” verso le paure russe. Per corroborare tale tesi la Spinelli cita vari scenari storici che, secondo lei, proverebbero come le accuse di oggi verso Putin siano eccessivamente severe. Si va dalla onnipresente crisi di Cuba ai tempi di Kennedy fino al presunto golpe del 2014 in Ucraina passando dalla guerra nella Ex-Jugoslavia.

L’articolo è piaciuto molto all’ambasciata russa in Italia la quale, in uno slancio di passione giornalistica e (forse) di cameratismo, non ha fatto mancare il suo sostegno all’autrice.

Al di là delle polemiche il pezzo dell’Onorevole Spinelli offre molti spunti di riflessione interessanti. Il problema è che parte delle analisi suscitano anche forti perplessità.

Tanto per cominciare la tesi del risentimento russo per "l’accerchiamento" Nato in sé mostrerebbe dei limiti già in partenza. Fino a che punto questa può essere usata come pretesto per quella che è a tutti gli effetti un’aggressione ingiustificata oltre che una violazione della sovranità di un paese? Se usassimo metri di giudizio basati sulla sensibilità storica e culturale di fronte a presunti torti e/o minacce dovremmo giustificare qualunque aggressione. Teorici di estrema destra potrebbero usare la pace punitiva di Versailles contro la Germania dopo la 1 guerra mondiale per sminuire la violenza dell’espansionismo hitleriano. Oppure teorici neoconservatori americani potrebbero strumentalizzare la “paura teorica” di una potenziale saldatura futura fra Saddam Hussein e gruppi terroristi per giustificare l'aggressione americana illegale del 2003.

Guardando poi i fatti l’adesione dell'Ucraina nella Nato sembra essere stata sempre stata molto più vaga di quanto Mosca voglia far credere. Da anni il progetto è fermo e gli USA già prima del 2014 non hanno mai mostrato alcuna fretta anche prima del 2014. Non solo, negli ultimi tempi hanno fatto capire che Kiev non è di particolare importanza strategica per loro. Il mito dell’aggressività NATO alla Russia sembra essere parzialmente smentito anche da alcuni episodi degli ultimi anno. In seguito all’allargamento della NATO fu creato il Consiglio NATO-Russia in cui i due attori collaboravano e discutevano di problemi comuni. Tale aspetto non è secondario poiché fa pensare che vi sia stata da parte dell’Alleanza anche una volontà di confronto e d’intesa con il potente vicino. Insieme a questa iniziativa fino alla prima aggressione russa all’Ucraina del 2014 vi erano pochissime truppe USA nei paesi Ex-patto di Varsavia e pochi armamenti tanto che diversi esperti militari americani hanno spesso detto che in caso di attacco russo i paesi baltici non sarebbero difendibili.

Più interessante invece è l’opposizione di Putin verso l’adesione di Kiev alla UE. L’Unione Europea non è un’alleanza militare, non dovrebbe essere un pericolo. Eppure il novello Zar, si oppone anche a questo. Perché? Forte è il sospetto che il vero problema di Putin possa essere il fatto che un'Ucraina più legata all'Europa (o addirittura nella UE) si democratizzi e migliori la sua situazione economica, esattamente come successo con i paesi dell’ex-Patto di Varsavia già parte dell’Unione. Così facendo Kiev potrebbe diventare un pericoloso esempio per i russi stessi? Forse, ma questo aspetto interessante della vicenda viene ignorato nel pezzo della Spinelli.

Un altro punto ferreo dell’articolo è quando l’autrice si sofferma sulle presunte mancate promesse della NATO a non espandersi a Est. A onore del vero l’onorevole Spinelli riconosce che non ci sono mai stati accordi scritti in tal senso (cosa comunque non da poco). Però parla di promesse verbali fatte da vari leader Nato a inizio anni 90. Questo è vero, tuttavia andrebbe ricordato che negli anni successivi molte cose sono capitate in Europa . Cose che poi hanno spinto gli eventi in una direzione          diversa            da        quanto inizialmente pensato. Mi riferisco al fatto che i paesi ex-patto di Varsavia in seguito chiesero,  quasi mendicarono, l'ingresso nella Nato. Tali nazioni non furono obbligate ad entrare, lo hanno voluto fortemente. A questo punto sarebbe doveroso fare una riflessione, una considerazione che va ben al di là dell’articolo della Spinelli e che in Italia non è mai stata fatta veramente.  Come  mai chi ha avuto a che fare coi russi li detesta e chiede l'aiuto occidentale? Vi è tanta sensibilità per le preoccupazioni russe ma nessuna per quelle dei suoi vicini. I russi hanno molti motivi per temere aggressioni da ovest, la storia ne è piena. Purtroppo anche i loro vicini non hanno poche ragioni per aver paura di aggressioni russe, anche qui la storia insegna. Dove finisce il diritto alla sicurezza di un soggetto politico e comincia quello di un altro? Purtroppo l’articolo de IL Fatto non aiuta a spiegarlo.  Peccato, un’occasione mancata. Se poi si parla di accordi non rispettati andrebbe ricordato che  al momento l'unico patto scritto violato è quello del 1994 con cui la Russia garantiva il rispetto dell'indipendenza ucraina in cambio della rinuncia alle testate nucleari sul suo territorio. La Russia ha già violato questo accordo 2 volte (2014 e2022).

Ma il punto forte dell’articolo è quando l’Onorevole Spinelli “rimprovera” l’Occidente di non aver creato un ordine mondiale adeguato dopo la fine della guerra fredda. Il concetto di ordine mondiale è molto controverso. In un recente articolo sulla rivista Foreign Affairs Michael Beckley addirittura sostiene che gli ordini mondiali non vengono creati per il raggiungimento di una sorta di pace perpetua bensì contro un specifico soggetto geopolitico. Sicuramente l’Occidente ha commesso molti errori dopo la fine della Guerra Fredda. Il fatto è che un ordine mondiale non lo si fa da soli, tutti dovrebbero dare un contributo. Sfortunatamente tale apporto da parte di Russia e Cina, al netto della propaganda vittimista, si fa fatica a intravedere. Abbiamo ascoltato generiche richieste di un ordine mondiale che rispetti le sovranità dei paesi.  Peccato che Mosca e Pechino siano i primi a non rispettare tale concetto. L'Ucraina non sembra  aver diritto alla sua sovranità quando deve decidere della sua politica estera. Pechino non è da meno quando minaccia Taiwan o quando si accaparra tratti di mare rivendicati anche dai suoi vicini in spregio a una sentenza del Tribunale internazionale dell’Aja del 2016 che ha già condannato la Cina per questo.

L’articolo poi prosegue con altri esempi della cattiva malafede occidentale a danno della povera Russia. Ad esempio si cita il caso dei missili sovietici a Cuba osteggiati dagli Americani. Caso diverso, poiché va ricordato che in quel frangente i missili già c’erano. In Ucraina per fortuna no.

O ancora l’immancabile riferimento alla Ex-Jugoslavia come prima vera violazione dei confini europei dal dopoguerra. Purtroppo l’articolo omette di ricordare come i confini di quel paese furono violati ben prima del primo intervento NATO del 1995 e che nessun paese dell’Alleanza si è annesso un territorio dei Balcani.

Quanto al presunto golpe in Ucraina del 2014 è difficile dare un giudizio netto. Il passaggio di consegne al potere non avvenne sicuramente in modo normale. Tuttavia possiamo veramente classificare un movimento di piazza numeroso e imponente come quello di Maidan come un semplice colpo di stato? Difficile.

Giudicare i fatti attuali in Ucraina non è facile. Su una cosa l’Onorevole Spinelli ha perfettamente ragione; bisogna avere un giudizio equilibrato e non gridare le parole con rabbia. Per avere un giudizio equilibrato bisogna osservare i fatti nella loro completezza e totalità.

E forse avrebbe ben scarsa importanza se questo non dovesse suscitare il compiacimento da parte dell’Ambasciata russa.

 

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