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Ue, Kallas: "Putin è debole, possiamo sconfiggerlo. Siria? Sosterremo i ribelli se garantiranno i diritti"

Parla la nuova responsabile della politica estera in Europa, il braccio destro di von der Leyen

di Redazione Esteri

Ue: Kallas su Trump, Putin, Siria e tutti i dossier più scottanti

La nuova Commissione europea guidata da von der Leyen (secondo mandato) si è appena insediata dopo il complicato passaggio dell'approvazione della squadra di governo, compresa la vicenda della vicepresidenza di Raffaele Fitto. Ma oltre all'ex ministro del governo Meloni che ha ottenuto il prestigioso incarico, c'è sicuramente un'altra figura chiave in questa fase di incertezza a livello geopolitico, si tratta della nuova responsabile della politica estera dell'Ue, la estone Kaja Kallas. Per la prima volta parla di tutti i dossier più scottanti che ci sono sul suo tavolo: in primis le guerre in Ucraina e in Medio Oriente. "Non so cosa abbia intenzione di fare Trump. Ho letto - dice Kallas a La Stampa - che intende fermare la guerra rapidamente: bene, tutti noi lo vogliamo! Ma per farlo bisogna fare pressing sulla Russia. Se Trump dovesse riuscirci, allora potrebbe prendersi il merito".

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Alla questione Ucraina è strettamente legata anche quella relativa alla Siria, dove Putin ha i suoi interessi certificati dalla protezione offerta ad Assad, fuggito proprio a Mosca. "Noi in Siria - prosegue Kallas a La Stampa - stiamo parlando con gli attori regionali, stiamo dando aiuto umanitario, ma è chiaro che le relazioni dipenderanno dal loro comportamento. Perché se dovessero intraprendere la strada della radicalizzazione, utilizzando la religione come arma, allora non potrà esserci una normalizzazione dei rapporti. Per quanto riguarda la Russia, possiamo dire che in qualche modo è stata umiliata perché indebolita, con la testa altrove, ha lasciato Assad da solo. Non mi pare proprio che stia occupando quello spazio".

"Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane - prosegue Kallas a La Stampa sulla questione Siria - vedremo se i ribelli che hanno preso il potere si comporteranno come hanno annunciato. Il futuro della Siria per ora è abbastanza speranzoso, ma ancora incerto. Ho parlato con i ministri della regione e ovviamente sono tutti ancora cauti: il ritorno della Siria nella Lega Araba non sarà incondizionato. Non devono esserci né radicalizzazione né terrorismo, le minoranze non devono essere perseguitate, non dev’esserci una guerra civile. Siamo in stretto contatto con gli attori regionali e vedremo come impegnarci, il che è nel nostro interesse".

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