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Uk, terremoto in casa Sunak: lascia il capo della Difesa Wallace

di Redazione Esteri

Dopo quattro anni, il deputato conservatore ha formalizzato le dimissioni annunciate il mese scorso

Uk, cambio di vertice alla Difesa: lascia Ben Wallace, l'ex candidato alla presidenza Nato. Arriva Grant Shapps

Dopo quattro anni alla guida della Difesa britannica, Ben Wallace ha formalizzato le dimissioni annunciate il mese scorso, mettendo fine a una carriera in politica durata 18 anni. Al suo posto il primo ministro, Rishi Sunak, ha nominato Grant Shapps, già ministro per la Sicurezza energetica. Sunak ha elogiato Wallace, celebrandone "la dedizione e l'abilità" e ha espresso "ringraziamento e il rispetto" nei suoi confronti per il ruolo avuto.

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Il mese scorso Wallace aveva annunciato che si sarebbe dimesso al prossimo rimpasto di governo e non si sarebbe ricandidato alle elezioni, per "tornare alla normalità". Il deputato 53enne ha stabilito un record: è stato il più longevo a ricoprire l'incarico di ministro della Difesa dai tempi di Winston Churchill. Non solo, è stato l'unico ministro con una carica di alto livello a resistere nella turbolenta transizione da Boris Johnson a Liz Truss, fino a Rishi Sunak.

Ex ufficiale delle guardie scozzesi, dopo la formazione alla prestigiosa accademia militare di Sandhurst, Wallace entra in politica nel 1999 come membro del Parlamento scozzese. Dopo essersi trasferito nel Lancashire, viene eletto alla Camera nel 2005 come rappresentante della circoscrizione Lancaster e Wyre. Tra i ruoli ricoperti, anche quello di capogruppo dei Tory e sottosegretario per l'Irlanda del Nord. Nella lettera di dimissioni ha ricordato le tante crisi che lo hanno visto in campo, "da Wannacry, agli attacchi terroristici nel 2017, gli avvelenamenti a Salisbury, l'Afghanistan, il Sudan e l'Ucraina".

Una carriera che gli è valsa la candidatura da parte del Regno Unito a successore di Jens Stoltenberg come segretario generale della Nato; il sogno però è sfumato a causa del mancato sostegno degli Stati Uniti. Da qui, forse, la sua decisione di lasciare l'incarico e non ricandidarsi alle prossime elezioni, preferendo "tornare alla normalità".