Esteri
Sei russi su dieci rivogliono l'Urss. Con la crisi torna di moda Marx
Qualcosa di molto importante sta accadendo nella Federazione Russa. Qualcosa che potrebbe avere ripercussioni politiche internazionali nei prossimi anni. Da Mosca al Mar Nero, dalla Siberia all'estremo oriente, cresce vertiginosamente il numero di chi, anche tra i giovani e i giovanissimi, rimpiange il passato regime comunista. Un sondaggio condotto pochi giorni fa da una delle principali televisioni di San Pietroburgo mostra risultati a dir poco sorprendenti: il 61% dei russi ritiene che la vita fosse migliore ai tempi dell'Unione Sovietica. E soltanto il 9% ritiene il comunismo un male assoluto. La crisi economica, con un elevato tasso di disoccupazione, sta facendo comprendere ai russi che il capitalismo non è affatto quell'Eldorado che pensavano fosse alla fine degli Anni Ottanta.
La maggior parte dei pensionati vive sotto la soglia minima e quindi in stato di povertà, in alcuni casi assoluta. Non solo. Le disparità tra i ricchi e il popolo (il ceto medio di fatto non è mai nato) sono sempre più evidenti. C'è anche il fattore sicurezza. Ai tempi del comunismo il tasso di criminalità nelle grandi città e nelle campagne era molto basso. Ora, invece, la sensazione di insicurezza si respira ovunque. Politicamente, dopo la vittoria del candidato comunista in una regione dell'Oriente (prima scofitta nella storia per il partito di Putin), si sono moltiplicati i partiti e le formazioni che si rifanno al leninismo e al marxismo.
Dietro la svolta del presidente e del Cremlino, che in politica estera ha di fatto rilanciato la Guerra Fredda e la cortina di ferro, c'è la consapevolezza che la pancia del popolo russo rimpiange i fasti sovietici del passato. Quando l'Urss era una super-potenza temuta e rispettata. Cosa potrà accadere ora è difficile dirlo. Ma se Putin non dovesse svoltare verso il ritorno al socialismo reale, abbandonando gli oligarchi che si sono arricchiti nell'era Eltsin, le conseguenze potrebbero essere molto pericolose. Anche nell'esercito, infatti, cresce il malcontento e aumentano i rimpianti per quando l'Armata Rossa (davvero rossa) dettava legge in patria e all'estero. Sul pennone più alto del Cremlino, nel cuore della piazza rossa, potrebbe presto tornare a sventolare la bandiera rossa con la falce e il martello. Con o senza Putin.