Esteri
Usa, 200000 armi da fuoco passano tra Stati Uniti e Messico
30 milioni di dollari dalla lobby delle armi alla campagna di Trump
200000 armi da fuoco passano illegalmente ogni anno dagli Stati Uniti al Messico per alimentare il crimine in uno dei Paesi più violenti al mondo. E questa persistente incapacità di bloccare un simile traffico è stato uno dei temi dell’incontro di ieri tra il Presidente del Messico Andrés Manuel López Obrador e Donald Trump.
Nello stesso giorno dell’incontro il crimine organizzato ha tentato, senza riuscirci, fortunatamente, di ammazzare il capo della polizia di Città del Messico. La polizia messicana che ha sventato l’assalto ha requisito 34 armi pesanti, un lanciagranate e 50 fucili d’assalto Barrett, oltre il 70% di queste armi arrivavano dagli Stati Uniti.
La frontiera di oltre 3000 km non è soltanto un set da film delle più importanti serie televisive messicane sui narcotrafficanti ma un terreno di lotta che da decenni non riesce a essere risolta. Fin dal 2002 quando si stabilì l’alleanza tra i due Paesi e si cominciarono a sviluppare apparecchiature tecnologiche di controllo fino alla Frontiera Sicura del 2005 di George Bush, ma i risultati sono sempre stati scarsi. E la situazione è andata via via peggiorando soprattutto quando il traffico di armi si è fuso con quello della droga dei narco.
Nell’ultimo decennio, secondo i dati ufficiali, sono entrati in Messico in modo illecito ben 2,5 milioni di armi, di cui la maggior parte sono armi d’assalto, semiautomatiche mentre molto meno le armi leggere.
Droga e armi un cocktail micidiale che si è immediatamente trasferito sulla vita sociale del Paese che ha fatto registrare 121000 morti e 40000 scomparsi. Secondo i dati ufficiali del censimento americano le esportazioni di armi in Messico sono cresciute di anno in anno fino a che nel 2009 hanno avuto un picco di commerci di oltre 45 milioni di dollari. Il Governo di Lopez Obrador ha istituito maggiori controlli alle frontiere e un piano congiunto di scambio di informazioni con gli Stati Uniti .
Le autorità messicane hanno identificato sei punti nella frontiera dove ci sono flussi di messicani che vivono sulla frontiera e ricevono soldi per portare in US armi e munizioni. 100 dollari per 50 proiettili e 2000 dollari per un fucile. Le armi arrivano in Messico dal Texas (41%), dalla California(19%) e il 15% dall’Arizona. Vengono trasportate per la maggior parte in furgoni, solo il 4% a piedi e l’1% via aerea.
Ma il nocciolo del problema di traffico d’armi, come rilevato da molti analisti americani, è ‘legato a qualcosa di molto delicato che si chiama lobby dell’Associazione Nazionale dei Fucili che alla campagna di Trump ha donato ben 30 milioni di dollari. Altro tema è quello della vendita legale ai ‘compratori cannuccia’ quelli cioè che acquistano legalmente nei negozi ma poi rivendono nelle fiere di armi o nei gunshows dove non ci sono controlli. In queste fiere si puo’ comperare anche un fucile Barrett 50, capace di far esplodere un elicottero in volo.
Un’altra lacuna contro il traffico sta nella mancanza di scambi aggiornati di informazioni tra i due Paesi per quanto riguarda armi rubate, o trafficate o perse.
Il problema potrebbe essere risolto con un’Agenzia indipendente che negli Stati Uniti potrebbe essere lasciata al controllo all’Esercito. Una specie di Agenzia di controllo simile alle già esistenti sul controllo del Tabacco, delle Bibite Alcoliche o di Arma da Fuoco ed esplosivi. Ma forse per quanto riguarda le armi ad alcuni potrebbe far comodo far perdurare una certa mancanza di trasparenza.