Esteri
Usa: Covid, inflazione e questione russa. Fallimento Biden, nostalgia Trump…
Trump, nel bene e nel male, è un giocatore di poker: Joe Biden di canasta. O di ramino. Negli Stati Uniti si rimpiange il Tycoon
Ma Biden ha commesso un errore ancora più grande. Ammesso che convenisse all’America disinteressarsi di ciò che avviene in Europa, e in particolare in Ucraina, il Presidente non poteva star zitto e farsi i fatti suoi? Invece l’America è sembrata essere a capo dell’armata diplomatica che dovrebbe fermare con le parole i carri armati russi. Ma – appunto - il fallimento di questo esercito di chiacchieroni non danneggerà l’America, danneggerà l’Europa, la quale – già imbelle di suo – in questi giorni si è cullata nell’annosa illusione che gli Stati Uniti si faranno carico della questione.
Ma come dimenticare la lezione dell’Afghanistan? Se Washington è stata disposta ad abbandonare Kabul al suo destino, pur essendosi volontariamente impegnata a salvarla dal fanatismo, e se è stata disposta a farlo pure a costo di perdere la faccia e l’onore (oltre che la propria credibilità) come immaginare che si impegnerebbe per Kiev più di quanto non abbia fatto in Asia? Biden non soltanto non ha difeso e non difenderà l’Europa, ma ha fatto quanto in suo potere perché l’Europa non difendesse sé stessa.
Tuttavia il calo di popolarità di Biden non è dovuto a pensosi giudizi di specialisti ma alle impressioni della gente comune, come sempre superficiale e abbastanza poco informata. Biden probabilmente sente il dovere di apparire come un’emanazione del Partito Democratico americano, e dunque totalmente diverso da Trump. Ma non è detto che la cosa gli sia utile, perché dimentica che oggi molta parte dell’elettorato è meno ingenua ed idealista di un tempo. Ad esempio, una delle prime mosse del nuovo Presidente è stata quella di tendere la mano agli alleati europei, quasi assicurando loro un ritorno all’era pre-Trump. Ma da molti americani questa mossa è stata vista come un’ennesima occasione di svenarsi, economicamente e militarmente, per degli immeritevoli europei.
Da tempo gli americani sono convinti che bisogna far capire al Vecchio Continente che è adulto abbastanza per provvedere a sé stesso. Anche militarmente. E Biden in concreto segue questa linea. Ma a parole allarma gli americani e illude gli europei. E scontenta tutti. Trump almeno era franco, nella sua brutalità. Così vengo a quello che è forse il nocciolo della questione. I Presidenti americani potrebbero essere distinti in due categorie: quelli che amministrano soltanto il Paese e quelli che hanno una “Vision”.
La “Vision” è un programma generale, una sorta di idea centrale intorno alla quale si sviluppa l’intera azione dell’Amministrazione. Reagan, per esempio, aveva una monumentale vision, nel senso che intendeva riformare dalle fondamenta l’economia (le famose “Reaganomics”) e contenere risolutamente l’Unione Sovietica, bollandola impavidamente come l’Impero del Male. Quando un Presidente è di questo genere, la gente si aspetta anche delle sbavature e dei prezzi da pagare, ma sente che – seppure rischiando – si affronta il futuro e si cerca di “salvare il Paese”.
Proprio per questo ha perdonato e perdona a Trump una quantità di mancanze di stile che la metà sarebbe stata sufficiente. Ma ciò malgrado penserà, per esempio, che al posto di Biden forse oggi Trump direbbe alla Russia: “Se toccate l’Ucraina aspettatevi il peggio. Nessuna otpion è esclusa, e soprattutto non è esclusa nessuna option militare”. Magari con l’intenzione di non muovere nemmeno un soldato, ma dando l’impressione di avere il dito sul grilletto.
A Mosca si sarebbero dovuti chiedere: “Scherza o fa sul serio? Recita o è veramente pazzo? All’occasione si limiterebbe a protestare o sparerebbe?” Noi temiamo Putin perché lo sappiamo tanto risoluto da contare sulla vigliaccheria altrui (per esempio nel caso della Crimea); Trump si sarebbe fatto temere dai russi in quanto imprevedibile e irresponsabile. Qualità che – quando sono false – procurano grandissimi vantaggi. Si pensi a tutta la politica nordcoreana da parecchi decenni a questa parte. Trump è un giocatore di poker, Joe Biden di canasta. O di ramino.