Esteri
Usa, spese folli per l'acquisto di farmaci per le esecuzioni capitali
Almeno tre Stati a guida repubblicana avrebbero fatto incetta di farmaci per le iniezioni letali all'estero o addirittura al mercato nero
In epoca di pandemia e con il progressivo aumento della povertà alcuni stati americani che hanno governatori repubblicani, spendono centinaia di migliaia di dollari, talvolta milioni, per cercare di accaparrarsi i farmaci utili per mettere in atto le esecuzioni dei prigionieri nel braccio della morte. E lo fanno fuori dai confini nazionali, in gran segreto e contro la legge.
Alcuni documenti che dovevano restare segreti ma che sono entrati in possesso del Guardian, hanno svelato che lo Stato dell'Arizona ha speso 1,5 milioni di dollari, una cifra stellare, per prenotare mille fiale di pentobarbital, un sedativo che causa la morte. Le confezioni contenenti le fiale non avrebbero dovuto riportare alcun contrassegno durante la spedizione così da non essere identificate. Ovviamente e come intuibile dall'amministrazione carceraria dell'Arizona non è arrivata nessuna precisazione sul caso nonostante le ripetute richieste.
Ma non c'è solo l'Arizona. Anche il Tennessee negli ultimi tre anni avrebbe speso quasi 200mila dollari per entrare in possesso di midazolam, bromuro di vecuronio e cloruro di potassio, tutti farmaci che entrano nel protocollo delle esecuzioni dei detenuti. Che sono stati due, per una spesa complessiva di circa 100mila dollari a pena capitale.
Poi c'è il Missouri che dal 2015 al 2020 ha speso 160mila dollari per comprare farmaci da utilizzare nelle esecuzioni. In quel lasso di tempo nello stato del Midwest americano sono state eseguite dieci condanne a morte. Sedicimila dollari per ogni condannato.
E pensare che agli albori delle esecuzioni con le iniezioni letali, era il lontano 1977 e la sperimentazione avveniva in Oklaoma, si ipotizzava un costo per esecuzione pari o inferiore ai 10 dollari. Una cifra disattesa.
Il fatto che alcuni stati Usa ricorrano a trucchetti per ottenere farmaci letali ha una spiegazione: molti produttori e distributori farmaceutici rifiutano di acconsentire che i loro prodotti possano essere utilizzati per porre fine a una vita umana.
Dunque, è facile capire che se si vuole comprare questo tipo di farmaco bisogna rivolgersi all'estero o addirittura al mercato illegale. E entrare nel sommerso dell'illegalità sembra una pratica adottata da molti stati, non solo da quelli citati.
Robert Dunham, direttore esecutivo del Death Penalty Information Center non sembra sorpreso dalla cifre e nemmeno dai metodi di ricerca dei farmaci. “Ogni volta che un governo si ritira nel segreto sai che c'è un problema. Se non si ha responsabilità, si apre la porta al favoritismo, e si ha a che fare con personaggi loschi che non hanno in mente l'interesse del pubblico” ha detto Dunham.
C'è da aggiungere che secondo alcuni calcoli effettuati i costi delle fiale nel mercato nero sono almeno mille volte maggiori rispetto al mercato legale.