Esteri

Verso la 3ª guerra mondiale, Putin: "Colpiremo caccia F-16 in aeroporti Nato"

di Redazione

Vladimir Putin liquida come "una totale assurdità" la possibilità che la Russia invada l'Europa e alza il tiro sui caccia F-16: l'intervento

Putin, alta tensione sugli F-16 all’Ucraina: “Colpiremo i caccia anche in aeroporti Nato”

Vladimir Putin liquida come "una totale assurdità" la possibilità che la Russia invada l'Europa, una idea che scaturisce, ha aggiunto, "da una economia in caduta e dal deterioramento degli standard di vita". Ma il Presidente russo, che ieri sera ha incontrato i piloti militari russi nella regione di Tver, precisa che le forze di Mosca considereranno come "obiettivi legittimi" gli F-16, "se decolleranno dalle basi aeree di Paesi terzi", vale a dire l'Ucraina, e se saranno usati contro le forze russe. E questo vale in qualunque punto si trovino gli aerei da guerra che l'Occidente sta fornendo all'Ucraina, ha precisato Putin rispondendo a chi gli chiedeva esplicitamente se gli F-16 sarebbero stati colpiti anche in basi Nato, se sono usati da li (peraltro una possibilità non esistente, ndr).

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L'addestramento dei piloti ucraini per gli F-16 è già iniziato in Danimarca. L'idea di una possibile invasione russa dell'Europa è quindi, per Putin, "una totale assurdità che ha come obiettivo solo quello di intimidire la gente per far pagare più soldi". "Non si tratta di propaganda, ma di quello che sta accadendo davvero. Devono giustificarsi, quindi intimidiscono la gente con una potenziale minaccia russa nel momento in cui cercano di espandere la loro dittatura al mondo intero".

Mosca: "I Napoleoncini di oggi ricordino la caduta di Parigi"

Come riporta l'Ansa, rilanciando le parole della portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, i 'Napoleoncini" che oggi minacciano di "inviare truppe in Oriente" non dovrebbero "dimenticare le lezioni della Storia", in particolare di quando le truppe russe entrarono a Parigi dopo avere sconfitto il vero Napoleone. Così Zakharova a pochi giorni dal 210/o anniversario della resa della capitale francese, il 31 marzo del 1814.

 

 

In genere, "agli attuali governanti occidentali" Zakharova consiglia di non dimenticare "come sono sempre finiti i loro predecessori che hanno avuto il desiderio di infliggere una 'sconfitta strategica' alla Russia". La portavoce ha ricordato che dopo avere sconfitto nel 1812 l'esercito di invasione di Napoleone, "le truppe russe, dalle mura di Mosca bruciata, portando sulle loro bandiere la libertà per i Paesi e i popoli d'Europa dall'oppressione napoleonica, marciarono per migliaia di chilometri con pesanti combattimenti verso la capitale francese, che si arrese alla mercé dei vincitori il 31 marzo 1814". In Russia la vittoria su Napoleone è ricordata come la Guerra Patriottica. Quella sul nazifascismo come la Grande Guerra Patriottica.

Intanto il Comitato investigativo russo ha affermato che dalle indagini sulla strage al Crocus City Hall è emerso che gli autori dell'attacco hanno ricevuto "somme significative di denaro e criptovalute dall'Ucraina che sono stati usati per preparare l'attentato".

Inoltre, sempre secondo gli inquirenti russi sarebbero emerse "prove" del collegamento tra gli autori dell'attacco e "i nazionalisti ucraini". Il tutto deriverebbe dalla conferma di una persona fermata e accusata di essere coinvolta nel finanziamento dei terroristi che hanno attaccato il Crocus City Hall.

Praga: "Spie russe vogliono influenzare il voto europeo"

Il Security information service (Bis) della Repubblica Ceca ha rivelato che una rete organizzata dalla Russia ha cercato di influenzare le elezioni del Parlamento Ue in diversi Paesi europei. Lo riferisce il quotidiano ceco Denik N, rilanciato dall'Ansa, spiegando che alcuni politici europei che hanno collaborato con il sito filo-Mosca 'voice-of-europe.eu' sono stati pagati con fondi russi, che in alcuni casi hanno coperto anche la loro campagna elettorale per le elezioni europee 2024. I pagamenti hanno riguardato politici di Belgio, Francia, Germania, Ungheria, Paesi Bassi e Polonia, afferma Denik N, citando una fonte del ministero degli Esteri ceco.

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