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L'evoluzione della specie tra dibattito e scienza

La Scienza è sempre ricerca e dubbio e il ripensare un’ipotesi migliorandola è solo un bene
L’evoluzione della specie risulta essere molto discussa e in continua rivisitazione
Che cosa afferma la teoria di Darwin? Tutti gli organismi, compreso l'uomo, hanno avuto origine nel corso del tempo da forme di vita più antiche. Questo significa che ogni specie vivente discende da altre specie, pertanto tutti gli esseri viventi hanno un antenato comune nel lontano passato.Molti credono che la teoria di Darwin, l’evoluzione della specie, sia una certezza scientifica al di là di qualunque ragionevole discussione. Forse non sanno che, al contrario, risulta essere molto discussa e in continua rivisitazione. “Post” in questi giorni ha dedicato all’argomento un lungo articolo dal titolo “La teoria dell’evoluzione va ripensata?”, prendendo spunto da un importante articolo del Guardian. C'è un grande dibattito tra i biologi: rivedere o no alla base uno dei pilastri della biologia.
La Scienza, d’altra parte, è sempre ricerca e dubbio e il ripensare un’ipotesi migliorandola è solo un bene. Dalla pubblicazione de “l’origine della Specie” di Darwin, il dibattito non si è mai sopito e ancora oggi si susseguono incontri e scontri sulle molti concetti fondamentali del neodarwinismo. Su Nature nel 2014 venne presentato un articolo a firma di otto scienziati in cui si specificava che i “tempi erano ormai maturi per rivedere la teoria dell’evoluzione, e con una certa urgenza”. In Italia il dibattito, sebbene solo per pochi addetti, è stato sviluppato anche da un importante genetista, Giuseppe Sermonti, e da un paleontologo, Roberto Fondi, che nel 1979 pubblicarono un testo molto controverso: “Dopo Darwin - Critica all’evoluzionismo”. A metà degli anni ’90 negli USA il dibattito si incendiò a causa di un articolo del biochimico Michael Behe estratto dal testo da lui preparato: “Darwin’s Black Box”.
Questo ha contribuito alla nascita della teoria dell’Intelligent Design. Assieme a Michael Behe e alla sua idea della “complessità irriducibile” scese in campo anche il matematico William Dembsky con la questione della “specificità”.La complessità irriducibile spiega quello che è facile osservare in natura e cioè che il funzionamento di molti sistemi dipende da più parti disposte intenzionalmente e tutte indispensabili per svolgere una funzione. Questo attacca la teoria dell’evoluzione perché non in grado di spiegare i sistemi irriducibilmente complessi, per i quali la migliore spiegazione scientifica è una progettazione. In questi decenni il dibattito si è diffuso in tutto il mondo e in queste settimane si è riacceso anche in Italia, il 18 giugno a Torino si è tenuta la presentazione della teoria del Progetto Intelligente nel nostro paese: “La scienza dell’Intelligent Design”, organizzato dal “Centro Italiano per l’Intelligent Design” (CIID).
Tra gli esperti relatori di fama internazionale il fisico Ferdinando Catalano, vincitore del premio FAST (riservato ogni anno ai migliori progetti di ricerca scientifica), già professore di ottica alle università di Padova e del Molise e consigliere scientifico del CIID; il paleoentomologo tedesco Günter Bechly, a cui si deve la descrizione di un nuovo ordine di insetti fossili (e in cui onore sono stati nominate diverse unità tassonomiche nella classificazione scientifica degli esseri viventi); e John G. West, vicepresidente del Discovery Institute, autore di numerose importanti pubblicazioni, fra cui il libro “Darwin Day in America”. A presentare l’associazione scientifica in Italia il presidente del CIID Carlo Alberto Cossano, informatico nel settore della diagnostica microbiologica, ad accompagnare il Presidente durante il convegno il giornalista Marco Respinti già autore di: “Processo a Darwin”.
Il prof. Ferdinando Catalano, esperto dell’occhio umano spiega come non sia possibile la formazione per gradi del bulbo oculare: “È solo una fortunata coincidenza? Può essere il risultato di un lento, ma progressivo processo di evoluzione per selezione naturale… Il punto è quali prove scientifiche si hanno dell’ipotesi di una evoluzione casuale dell’occhio? E se, come la scienza afferma, la spiegazione dovuta al caso viene esclusa, entra in gioco l’ipotesi di una causa intelligente".
Lo stesso Darwin scrisse ne “L’origine delle specie”: “Supporre che l’occhio con tutti i suoi inimitabili congegni per l’aggiustamento del fuoco a differenti distanze, per il passaggio di diverse quantità di luce, e per la correzione dell’aberrazione sferica e cromatica, possa essersi formato per selezione naturale, sembra, lo ammetto francamente, del tutto assurdo». A seguire l’intervento di Günter Bechly un’autorità riconosciuta e stimata nel campo delle scienze della vita del passato geologico remoto. “Sul piano paleontologico le finestre di tempo disponibili sono molto, molto inferiori a quelle che sarebbero necessarie per innescare e poi fissare i mutamenti genetici postulati dall’evoluzionismo.
Quelle finestre di tempo paleontologico sono fissate in maniera molto precisa dai reperti fossili di cui la scienza dispone e quindi non le si può ignorare con petizioni di principio”. Nel contesto della conferenza gli scienziati hanno avuto diversi incontri con professori e ricercatori di varie parti d’Italia con l’intento di fare comprendere come il CIID, che collabora con il Discovery Institute di Seattle, si propone di approfondire significato e implicazioni del fatto che la spiegazione scientifica migliore per gli esseri umani e la natura è che siano il risultato di un “progetto intelligente” e non di un processo cieco privo di direzione. Vedremo nel prossimo futuro se anche in Italia questa teoria potrà contribuire alla ricerca scientifica e al dibattito sulla origine della vita come avviene in USA e in altri paesi del mondo, per ora un importante convegno e diversi incontri per coloro che osservano dall’esterno il dibattito sull’evoluzione serve a ricordare che la scienza è un processo in cui ci si deve porre sempre nuove domande per comprendere al meglio il mistero della vita.
Fabrizio Fratus, sociologo
Autore di Chi siamo, da dove veniamo? Le domande che tutti noi dovremmo farci