Food
Cibo, Microbiota e Salute: premiati 2 team dell'Università di Milano e Perugia
Due progetti di ricerca scelti dalla commissione giudicante come vincitori del bando di ricerca biennale da 80 mila euro l’anno
La relazione tra dieta e malattie cardiovascolari e l’associazione prebiotico-farmaco biotecnologico per trattare le malattie infiammatorie intestinali: sono questi i temi dei due progetti vincitori del bando di ricerca Cibo, Microbiota e salute, realizzato dalla storica Accademia di Medicina di Torino e da Batasiolo. Per ciascuno dei due progetti un premio di 40 mila euro per il primo anno e rinnovabile per il secondo anno, con lo scopo di portare avanti la ricerca sul Microbiota. Pubblicato a febbraio, al bando hanno risposto 114 gruppi di ricercatori italiani, di varia estrazione specialistica (clinici, biologi, informatici, ingegneri, veterinari). I progetti sono stati esaminati, in cieco e con procedura esclusivamente telematica, da una commissione composta da 14 ricercatori, tutti Soci dell’Accademia di Medicina di Torino, che a luglio, nel corso del Microbiota and Nutrition day, ha esaminato i 23 progetti finalisti, selezionando poi i due progetti vincenti, che sono stati premiati oggi presso la cantina Batasiolo a La Morra nel corso del convegno Le Langhe fanno bene: vino, ricerca e salute, moderato dal giornalista Nicola Porro. “Potere pro-Infiammatorio della dieta sulla composizione del microbiota intestinale e relazione con la malattia cardiovascolare ischemica” è il tema del progetto di ricerca del team guidato dal dr. Andrea Baragetti, del Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Molecolari dell’Università di Milano. Partendo dalla considerazione che le malattie Cardiovascolari sono una delle cause più rilevanti di morbilità e di mortalità, il progetto è stato disegnato per indagare se l’alimentazione possa, influenzando la composizione e la funzionalità del microbiota intestinale, prevenire queste malattie e se esse si associno alla presenza di marcatori di danno vascolare: i risultati dello studio potrebbero consentire di proporre approcci nutrizionali volti a modulare la composizione del microbiota intestinale ed in grado di ridurre il danno vascolare pre-clinico e il rischio di malattie cardiovascolari. “Valutazione dell’associazione prebiotico-farmaco biotecnologico per il trattamento delle malattie infiammatorie intestinali” è invece il tema del progetto di ricerca presentato dal team del prof. Carlo Riccardi, del Dipartimento di Medicina dell’Università di Perugia. In questo caso l’assunto di partenza riguarda il fatto che le malattie infiammatorie intestinali interessano in Europa circa 3 milioni di persone, la cui qualità di vita è molto compromessa: queste malattie, la cui patogenesi non è del tutto nota, necessitano di assistenza protratta e continuativa che induce costi sanitati valutabili in circa 5 miliardi di Euro/anno per ogni Stato. Il progetto si propone di analizzare gli effetti dei prebiotici, alimenti funzionali con potenziale azione positiva sul microbiota intestinale, anche in associazione con un farmaco biotecnologico con effetto anti-infiammatorio simile a quello dei glucocorticoidi, ma senza i loro effetti avversi (la proteina GILZ), sul microbiota fungino (micobiota). È stato inoltre conferito anche il Premio Speciale Batasiolo al prof. Andrea Calvo del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino per la ricerca “Ruolo del Microbiota e dell’esposizione a microtossine nella sclerosi laterale amiotrofica e in altre malattie neurodegenerative”. A margine del bando, è stato istituito anche il “Premio Batasiolo” dedicato alla divulgazione scientifica”: per questo riconoscimento sono stati scelti i giornalisti Luciano Ferraro del Corriere della Sera, Pamela Raeli di Food and Travel, Alessandro Regoli di Wine News e Anna Scafuri del Tg1. La giornata si è infine conclusa con il workshop “Sinergia fra pubblico e privato per la ricerca scientifica”, nel corso del quale sono intervenuti il Prof Umberto Dianzani dell’Università del Piemonte Orientale ed i Rettori Stefano Geuna dell’Università di Torino e Giancarlo Avanzi dell’Università del Piemonte Orientale.
Batasiolo: arte millenaria e visione innovativa per vini eccellenti
Esperienza umana, tradizione, ricerca, tecnologia: grazie ai valori fondanti dell’azienda vitivinicola Batasiolo, l’arte millenaria della produzione del vino diventa eccellenza contemporanea. La storia di Batasiolo è la storia della famiglia Dogliani, da cinquant’anni al vertice di tutta la filiera, dalla vigna all’imbottigliamento. Fiore all’occhiello di un’azienda locale e globale al tempo stesso sono i cinque cru di Barolo prodotti negli appezzamenti di Cerequio, Bussia, Brunate, Briccolina e Boscareto. Piccole isole di eccellenza nell’eccellenza, che punteggiano gli oltre 130 ettari totali di proprietà Batasiolo. Con sede in Frazione Annunziata La Morra (CN), Batasiolo è immersa nei paesaggi collinari delle Langhe, al centro esatto delle terre celebri per i grandi rossi piemontesi, e di queste terre è espressione fedele. Una operosità tenace e lungimirante, per una produzione annua di 2.5 milioni di bottiglie, di cui 300mila di Barolo;un mercato estero che vale il 50 per cento del suo fatturato, e una naturale vocazione cosmopolita: l’azienda della famiglia Dogliani è un punto di riferimento in Italia e un ambasciatore del vino italiano nel mondo. Sensibilità per il prodotto, capacità imprenditoriale, apporto umano e avanguardia tecnica sono alla base di ogni fase della lavorazione in cantina. Agricoltura ed enologia di precisione, massima espressione della contemporaneità, che valorizza il passato ma lavora con gli strumenti del presente. Da quando l’uva arriva in cantina a quando le bottiglie escono dall’azienda, il team Batasiolo lavora con lo stato dell’arte della tecnologia e dell’innovazione. Lo si sperimenta con mano visitando le suggestive cantine, dove ogni sezione è strutturata per trarre il meglio dal singolo acino d’uva, e se ne ha conferma ulteriore nella barricaia, spettacolare nell’architettura e sbalorditiva nella tecnologia. Un impianto di controllo delle condizioni climatiche, dell’aerazione, dell’umidità è stato ideato e voluto dalla famiglia Dogliani e consente una resa costante del vino nel suo passaggio in barrique, provvedendo alla giusta conservazione delle botti e limitando l’assorbimento naturale del prezioso contenuto da parte del legno. Un sistema perfetto, che presto verrà esteso anche alle aree delle grandi botti, e che rappresenta solo una delle novità recenti. Proprio a inizio novembre 2019 è stata ultimata una nuova grande area delle cantine Batasiolo, tremila metri quadrati destinati alla fruttaia per l’essicazione delle uve da passito, alla sezione dedicata alla rifermentazione in bottiglia dei metodi classici, ai nuovi grandi spazi di lavorazione e stoccaggio. L’ampliamento è frutto di un progetto volto a rendere le cantine sempre più efficienti, e che riconferma l’approccio imprenditoriale dinamico e sempre proteso verso il futuro di un’azienda in crescita costante.