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Vendemmia in Italia, decisivo il clima di settembre. Molto bene i rossi

@Andrea_Radic

Arrivano le stime Uiv e Ismea sulla vendemmia 201648,5, milioni di ettolitri, il 2% in meno sul 2015, particolarmente abbondante

VINO: ITALIA RICONQUISTA LEADERSHIP MONDIALE MIN. MARTINA: DOBBIAMO DIVENTARE LEADER ANCHE PER VALORE 

Vendemmia abbondante e di qualità: 48,5 milioni di ettolitri. Sorpassate Spagna e Francia Roma, 6 settembre 2016 –Una buona vendemmia che mantiene valori quantitativi da record superando le previsioni di  Spagna  (42,9  milioni  di  hl)  e  Francia  (43  milioni di  hl).  Dopo  un  andamento  primaverile  non  sempre  favorevole  l’estate  si  sta  chiudendo  con  ottime  condizioni.  

Il  miglior  battesimo  per  l’Osservatorio  del  Vino,  promosso  da  UIV  e ISMEA  che,  quest’anno per  la  prima  volta,  diffonde  le previsioni  vendemmiali  raccogliendo  l’eredità  della  ventennale collaborazione tra questi due soggetti. I dati rilevati, sono frutto di una ricognizione puntuale effettuata tra il mese di agosto e i primi di settembre in tutte le zone vitate del Paese, integrati, grazie all’Osservatorio, in un sistema organico e  strutturato  di  monitoraggio  della  produzione  e  dei  mercati  interno  ed  internazionale  che  rappresenta  un  punto  di svolta per il sistema vitivinicolo italiano.Con queste parole Antonio Rallo, Presidente Unione Italiana Vini, commenta i risultati della ricognizione operata tra il mese  di  agosto  e  la  prima  decade  di  settembre  sul  territorio  nazionale  da Unione  Italiana  Vini  e  Ismea  con  la collaborazione del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, presentati oggi in una conferenza stampa organizzata  al  Mipaaf.  

Sono  intervenuti: Antonio  Rallo,  Presidente  Unione Italiana  Vini; Paolo  Castelletti,  Segretario Generale Unione Italiana Vini; Raffaele Borriello, Direttore Generale ISMEA. Il compito di chiudere l’incontro è stato affidato all’On. Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. "L'Italia  si  conferma  primo  produttore  di  vino  al  mondo  per  quantità –commenta  il  Ministro  Maurizio  Martina.  Un dato  importante,  soprattutto  tenendo  conto  della  grande  qualità  che  sappiamo  sviluppare  in  tutti  i  territori  dellenostre  regioni.  Ora  dobbiamo  diventare  leader  anche  per  valore.  Una  sfida  alla  nostra  portata,  che  vogliamo  e dobbiamo vincere  insieme ai  produttori,  continuando  a investire  su qualità  e  innovazione. Il Governo fa  la  sua parte. Nel  nostro  piano  di  ricerca  per  le  biotecnologie  sostenibili  c'è  un  Focus  specifico  dedicato  alla  vite,  così  come la viticoltura sarà protagonista nella crescita dell'agricoltura di precisione in Italia. Agiamo poi sulla semplificazione per le aziende  e  sul  fronte  della  promozione  e  della  tutela.  

Anche  sul  web.  Proprio  il  9  settembre  il  nostro  Paese  sarà protagonista  sulla  piattaforma  di  e-commerce  Alibaba  in  occasione  della  giornata  dedicata  al  vino.  Un  segnale importante  che  ci  dimostra  le  potenzialità  di  questo  settore  e  le  occasioni  da  cogliere  sui  mercati  internazionali. Abbiamo  un  sistema  vitivinicolo  da  oltre  14  miliardi  di  euro,  con  un  export  che  nel  2015  ha  toccato  il  record  dei  5,4 miliardi e che nei primi cinque mesi del 2016 ha registrato un trend in crescita. Non solo numeri –conclude Maurizio Martina  -  ma  tradizione,  legame  con  il  territorio,  eccellenza,  una  biodiversità  che  vanta  oltre  500  vitigni  coltivati.  

È questo che rende il sistema Italia unico al mondo. È su questo che dobbiamo costruire il successo dei prossimi anni". Anche quest’anno, il vino italiano conferma la propria leadership mondiale per quantità prodotta - aggiunge Raffaele Borriello,  Direttore  Generale  ISMEA. I  dati  previsionali  ISMEA-UIV  indicano  una  produzione  2016  di  48,5  milioni  di ettolitri, in contrazione del 2% rispetto al 2015. La qualità attesa si presenta buona in molte aree del Paese, grazie al favorevole decorso climatico. Ci sono quindi tutti i presupposti affinché, anche la nuova campagna prosegua gli ottimi risultati già raggiunti dal settore negli ultimi anni. Oltre al dato produttivo, ciò che appare determinante per le sorti del settore è il percorso di crescita sui mercati internazionali. 

Su questo fronte, dopo l’ennesimo record in valore del 2015, esistono margini per guardare con ottimismo anche all’anno in corso visto che i dati dei primi cinque mesi indicano una crescita dell’export sia in volume sia in valore, che lascia presagire il raggiungimento di un ulteriore record in chiusura d’anno dopo quello del 2015 Dalle basi spumante alle uve bianche che si stanno raccogliendo in questi giorni –precisa Antonio Rallo - tutti i valori fanno  presagire  un’ottima  qualità  del  vino  confermando  prospettive  eccellenti anche  per  le  rosse,  seppur  l’ultima parola sarà data al momento della raccolta. Ora però dovremo essere bravi e capaci nel tradurre una buona annata, in vigna e in cantina, in una altrettanto eccellente stagione commerciale sui mercati interno e internazionale. La qualità della vendemmia è un’ottima premessa competitiva purché non rimanga da sola. Abbiamo le migliori condizioni per imprimere al nostro export un ulteriore salto in avanti. I  dati  sull’esportazione  dei  primi  cinque  mesi  dell’anno  (+3,8%  a  valore  su  gennaio)  confermano  il  trend  di crescita annua  attorno  al  +5%  - spiega  il  Presidente  Rallo  -  ma  dobbiamo  fare  di  più  per  trasformare  il  rinnovato  primato produttivo mondiale anche in un’eccellente performance commerciale, semplificando e razionalizzando l’offerta del prodotto  secondo  il  modello  seguito  prima  dal  Prosecco  e  oggi  dalla  DOC  Pinot  Grigio  delle  Venezie,  dove  l’integrazione della filiera produttiva non ha sacrificato le specificità territoriali. Recuperano  i  volumi,  aumentano  i  vini  a  DO  e,  questi,  sono  indubbiamente  elementi  positivi  accanto  però  ad  una crescita  ancora  inferiore  rispetto  ad  altri  competitor  internazionali  e  realizzata  in  prevalenza  grazie  agli  spumanti–conclude  Antonio  Rallo.  

Un  successo,  quello delle  bollicine,  che  deve  continuare  ma non  può,  da  solo,  supportare  la crescita delle nostre esportazioni. Poi dobbiamo guardare con nuova attenzione al mercato interno che, ricordi amolo, rappresenta ancora il primo mercato per il nostro vino assorbendo il 50% del prodotto. Le imprese devono tornare ad investire sul consumatore italiano”. PREVISIONI VENDEMMIALI 2016 IN SINTESI A  livello  territoriale  si  evidenzia  una  sostanziale  disomogeneità  di situazioni  tra  regioni  confinanti  e  all’interno  delle stesse.  Tra  le  prime  4  grandi  regioni  produttrici  la  Sicilia  mostra  una  flessione  (-15%),  mentre  in  lieve  crescita  si stimano le produzioni di Veneto (+2%), grazie all’entrata in produzione dei nuovi impianti (soprattutto del Prosecco), Puglia (+2%) ed Emilia Romagna (+5%). Al Nord, poi, si assiste ad un lieve recupero produttivo del Piemonte dopo due anni scarsi (+5%), a cui si affianca la decisa crescita della Valle d’Aosta (+17%) ed una stabilità della Liguria. Anche in Friuli Venezia Giulia i nuovi impianti fanno restare la produzione 2016 molto al di sopra della media degli ultimi 5 anni, sebbene  con  una  lieve  flessione  sul  precedente  (-4%).  Lombardia  (-13%)  e  Trentino  Alto  Adige  (-9%),  invece,  hanno sofferto maggiormente le incertezze climatiche. Scendendo lungo la Penisola si evidenzia l’arretramento di Toscana (-8%)  ed  Umbria (-8%)  a  fronte  di  segni  lievemente  positivi per Lazio,  Abruzzo  e  Marche.  Annata  da  dimenticare  per i volumi  della  Campania  (-20%),  regione  che  ha  sopportato  molte  avversità  climatiche  durante  tutto  l’arco  dello sviluppo  vegetativo.  Buona  la  vendemmia  anche  in  Molise,  Calabria  e  Basilicata  dove  le  prime  stime  si  collocano  su terreno positivo rispetto a quella dello scorso anno. Stabile la Sardegna.