Home
Circoncisione "fai da te" in casa, muore neonato, tre arresti
Circoncisione clandestina: arrestati madre, nonna e un "santone"
Sono state arrestate la madre e la nonna del neonato morto la scorsa notte a Genova in un appartamento del quartiere di Quezzi, dopo una circoncisione eseguita in casa. Le due donne, di origini nigeriane, sono state interrogate a lungo in mattinata dagli inquirenti per chiarire quanto accaduto nell'abitazione. E' stato inoltre rintracciato e arrestato a Ventimiglia mentre cercava di raggiungere la frontiera anche una terza persona, un uomo di origini africane: sarebbe lui ad aver eseguito l'operazione sul bimbo all'interno dell'abitazione. L'accusa è di omicidio preterintenzionale.
Nei giorni scorsi il Centro islamico culturale d’Italia, noto come la Grande moschea di Roma, ha lanciato un appello ai musulmani in Italia affinché si avvalgano unicamente di strutture sanitarie pubbliche o private per svolgere la circoncisione rituale, evitando – ha detto il segretario generale, Abdellah Redouane - circoncisioni “fatte in casa o in ambienti tutt'altro che sterili, da persone non qualificate e che mettono a rischio di morte o di malformazioni gravi i bambini, spesso piccolissimi”. E, secondo Redattore Sociale, ha rilanciato la richiesta – che era stata abbracciata anche dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri – di inserire la circoncisione rituale nei Livelli essenziali di assistenza, di modo che sia fornita a chiunque ne faccia richiesta a costi accessibili e in ambiente protetto.
“La pratica della circoncisione rituale maschile non rientra nei Livelli essenziali di assistenza e sul territorio nazionale c'è una grande eterogeneità di accesso alla procedura”, spiega Simona La Placa, responsabile gruppo di lavoro nazionale per il bambino migrante della Società italiana di pediatria, secondo quanto riporta Redattore Sociale. “Ci sono realtà in cui è possibile eseguirla in ospedale, in day hospital o day surgery e altre in cui non è possibile”. Oggi i genitori che per motivi religiosi o culturali vogliono far circoncidere il proprio figlio trovano risposte diverse nell'ambito del Servizio sanitario regionale: si va dal riconoscimento nell'ambito dei Lea da parte della Regione Toscana, “dove la procedura è a carico del Servizio sanitario regionale”, alla possibilità di eseguirla a carico del richiedente con la tariffa in vigore per la circoncisione terapeutica in Friuli Venezia Giulia fino alla completa assenza di risposta da parte di altre regioni. “Dove non ci sono risposte o dove l'unica possibilità è rivolgersi ai privati, con costi elevati, le famiglie intervengono in maniera casalinga con il rischio di complicanze a causa di procedure eseguite da personale non medico in condizioni non di sicurezza per il bambino. Gli esiti – evidenzia La Placa –possono esporlo a infezioni o emorragie o metterlo in pericolo di vita”. Inoltre, alcune strutture pubbliche consentono la pratica in ospedale solamente al compimento dei 4 anni di età, una soglia troppo alta che contribuisce ad accrescere il fenomeno della clandestinità.
Dopo i fatti di Genova, Foad Aodi, presidente dell’Amsi e anche consulente del'Ordine dei medici di Roma, dice: "Chiediamo un intervento e incontro urgente al Ministro della Salute Giulia Grillo per fermare il massacro dei bambini innocenti da #CirconcisioniCandestine - si legge su Redattore Sociale - La nostra campagna congiunta Amsi -Fnomceo e Ordine dei medici di Roma ha ottenuto adesione da tutti i sindacati, albi professionali, associazioni di categorie, comunità arabe e musulmane, centri culturali e moschee e comunità di origine straniera. Adesso tocca alle istituzioni competenti incontrarci, dopo questa nuova tragedia a Genova è urgente dare risposte. Anche perché, dopo la morte del bambino a Reggio Emilia qualche giorno fa, sono arrivate più di 100 richieste all'Amsi e alla Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai), da famiglie di immigrati per interventi riparatori che hanno avuto complicanze e addirittura difficoltà di urinare e sterilità dopo circoncisioni.
Neonato muore dopo circoncisione in casa a Genova
Un neonato è morto la scorsa notte nel quartiere genovese di Quezzi dopo una circoncisione fatta in casa. Sulla vicenda indaga la squadra mobile. La madre e la nonna del piccolo, entrambe di origini nigeriane, sono state portate in questura per essere interrogate. Gli agenti, guidati dal dirigente Marco Calì, pensano che ci sia anche una terza persona coinvolta e stanno cercando di ricostruire l'accaduto, anche attraverso l'analisi dei cellulari delle due donne. Secondo quanto appreso, sarebbero state proprio loro a chiamare il 118. Una volta arrivati, i sanitari non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del neonato e chiamare la polizia. Il padre del bimbo al momento non si trova in Italia. Le indagini del caso sono coordinate dal sostituto procuratore Daniela Pischetola.