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Genovesi di FILLEA-CGIL ad Affari: “Prevenire gli incidenti, le leggi ci sono”
La Presse

Chi ha un po' di esperienza e qualche capello bianco sa benissimo che scioperi, mobilitazioni, proteste per la sicurezza sul lavoro, sono sempre esistiti. Sempre belle parole, sempre pochi fatti. Intanto, si continua a morire nelle fabbriche, nei cantieri. Soluzioni? Ci sarebbero. Ma la politica nazionale dovrebbe stare a sentire meglio e di più chi di lavoro ne capisce. Chi con il bollettino quotidiano delle vittime e con le lacrime delle famiglie ci convive. I dati in arrivo da Inail nel primo trimestre 2021, affaritaliani.it l'ha scritto in diversi articoli, sono drammatici.

“Partiamo da qualche numero e diciamo subito che in Italia e leggi in materia di sicurezza sul lavoro sono fra le più avanzate al mondo” dice al telefono con affaritaliani.it il segretario generale della FILLEA, gli edili della CGIL, Alessandro Genovesi. “Nel 2020, secondo quanto scritto pochi giorni fa nel rapporto dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro, si dice che gli ispettori sono diminuiti di 450 unità e dal 2017 ad oggi sono diminuiti del 20.5 percento. Attualmente in complesso tutto l'Ispettorato Nazionale del Lavoro è composto da 4.500 unità la cui maggior parte ha funzioni amministrative. Quelli che materialmente girano per cantieri, fabbriche, ristoranti e così via, sono pochissimi. Se va bene ci sono 1.500 persone che fisicamente vanno a fare i controlli. Per quanto riguarda il mio specifico settore, l'edilizia, nell'anno della pandemia sono stati aperti, fra grandi e piccoli, circa 1 milione di cantieri. Un'impresa edile ha una media di contatto con l'ispettorato, e per contatto intendiamo sia la visita ispettiva sia la consulenza, una volta ogni 40 anni. Un altro dato. La vita media di un'impresa edile è di 7.6 anni. Quindi, messi insiemi questi numeri posso dire senza paura di essere smentito che un'impresa edile ha la quasi sicurezza matematica che nessuno controllerà mai il suo cantiere. Questo per dire che le leggi ci sono, e come detto sono normative fra le più avanzate al mondo, ma non c'è nessuno che le faccia rispettare e che controlli. Inoltre, la vera prevenzione per evitare che accadano incidenti, anche mortali, la fai non solo fornendo dispositivi di protezione adatti ad ogni lavoratore ma, ed è la cosa più importante, sull'organizzazione del lavoro. La prevenzione è alla base della sicurezza”.

Ma anche se le leggi esistono, nei nostri cantieri si continua a morire. “In Italia si muore nel 2021 esattamente come accadeva nel ventennio fra il 1950 e il 1970 ed è inammissibile. Abbiamo capito negli anni quali sono le cause di morte nei cantieri. Abbiamo fatto le normative per tentare di prevenire queste morti ma se non c'è nessuno che queste leggi le fa rispettare, allora significa che affidi gli eventi ad una sorta di casualità e continueremo a non risolvere il problema” dice il leader Fillea.

Però, laddove le regole sono state rispettate e i controlli effettuati, gli incidenti non si sono verificati. “Certo – aggiunge il Genovesi – come Expo a Milano. Uno dei cantieri più grandi realizzati nel mondo in quegli anni e dove non si sono verificati infortuni perché le regole e le normative sono state rispettate e c'era qualcuno che fisicamente era lì a verificare quotidianamente che tutto andasse nella giusta direzione”.

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