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ANBI: l’Osservatorio rivela una ripresa idrica in Italia, ma la Puglia resta in crisi

Gargano (ANBI): “L’acqua non è solo un bene essenziale per la popolazione, ma è anche un pilastro dell’agricoltura italiana, eccellenza del Made in Italy”

di Redazione Corporate

ANBI, evidenziato dall’Osservatorio un quadro contrastante tra Nord e Sud Italia: azioni concrete urgenti

Mentre il mese di febbraio 2025 è stato globalmente meno caldo rispetto al 2024, in Italia si registrano sprazzi di normalità con segnali di ripresa idrica in diverse regioni. Tuttavia, la Puglia continua a rimanere in una situazione critica, con livelli di invasi preoccupanti, mettendo a rischio agricoltura e approvvigionamento idrico.

La Sicilia mostra un netto miglioramento della situazione idrica grazie alle abbondanti piogge dei primi mesi dell'anno. Gli invasi dell’isola trattengono oltre 327 milioni di metri cubi d’acqua, con un incremento di 32 milioni di metri cubi in una sola settimana. Emblematico il caso della diga Ancipa, che attualmente conserva oltre 24 milioni di metri cubi d’acqua, avvicinandosi ai livelli di riempimento autorizzati.

Anche la Basilicata segna una riduzione del deficit idrico rispetto al 2024, con un recupero di 4,7 milioni di metri cubi d’acqua in una settimana. Tuttavia, in Puglia, la situazione è ben diversa. La Capitanata, in particolare, registra un deficit di 83,67 milioni di metri cubi rispetto allo scorso anno. Gli invasi pugliesi contengono solo 76,27 milioni di metri cubi, corrispondenti al 23% dei volumi invasabili, un dato allarmante rispetto alle necessità del territorio. In Campania, i fiumi Volturno, Sele e Garigliano continuano a registrare un calo nei livelli idrometrici, risultando in alcuni casi inferiori rispetto alla media degli ultimi cinque anni.

L'Abruzzo sta affrontando un inizio d'anno particolarmente secco, con un deficit pluviometrico diffuso e situazioni critiche in diverse zone: tra l’Alto Sangro e la Valle Peligna, la sorgente Gizio ha fatto registrare portate azzerate, mentre il bacino di Penne ha raccolto solo 1,24 milioni di metri cubi in 20 giorni. Nel Lazio, il livello dei laghi dei Castelli Romani è in fase di stallo, mentre il Tevere mostra una portata inferiore del 37% rispetto alla media degli ultimi cinque anni.

Nonostante il calo fisiologico nei livelli idrometrici, i laghi del Nord Italia si mantengono su valori superiori alla media stagionale: il Lago Maggiore è all’86,5% di riempimento, il Lario al 52,9%, il Sebino al 69,3%, mentre il Benaco raggiunge addirittura il 95%. Tuttavia, in Piemonte e Lombardia si segnalano portate in diminuzione nei principali corsi d'acqua e un deficit del 24,5% della neve in quota, elemento chiave per le riserve idriche future.

In Emilia-Romagna, la situazione è variabile: alcuni fiumi, come il Savio e il Taro, registrano una riduzione del 30% rispetto alla media, mentre altri, come la Secchia, mantengono portate ancora abbondanti (+244% sulla media). Il quadro meteorologico resta incerto, ma una gestione consapevole delle risorse potrebbe fare la differenza nel garantire stabilità idrica e sicurezza alimentare nel lungo termine.

L’auspicio ora è che si ottimizzi l’utilizzo di questi tesoretti idrici, anche attraverso la realizzazione di nuove infrastrutture” commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’ANBI. Secondo Massimo Gargano, direttore generale dell’ANBI, è essenziale superare le logiche localistiche per garantire una gestione più equa e sostenibile delle risorse idriche: “L’acqua non è solo un bene essenziale per la popolazione, ma è anche un pilastro dell’agricoltura italiana, che rappresenta una delle eccellenze del Made in Italy”.