Green

Assocarta, "Col Recovery filiera più green: più biometano e meno burocrazia"

di Marta Barbera

L’intervista di Affari al presidente Lorenzo Poli: "Il settore della carta è già di per sé sostenibile, la sfida è creare nuove condizioni"

Si potrebbe definire la tecnologia del biometano “innovativa”? 

Nemmeno particolarmente. Solo che in una filiera di sostenibilità, come quella cartaria, e in un momento in cui la sostenibilità stessa è molto richiesta e sponsorizzata dall'Europa, puntare sui nostri rifiuti è fondamentale. 

Che cosa manca per attuarla? 

In realtà in parte già si fa. Ma la spinta ad avere tutte le autorizzazioni per fare tutto questo in maniera serena qui in Italia è molto complesso. Servirebbe un approccio legislativo un po’ più incoraggiante, per sfruttare al meglio i processi sostenibili. 

Grazie alle risorse messe in campo dall’Europa per sostenere la transizione sia energetica che ecologica, principi come sostenibilità, circolarità e recupero potranno finalmente, secondo lei, trovare “terreno fertile”? 

Il terreno del nostro settore è un terreno già fertile, tutti gli impianti sono propensi ad andare avanti nella direzione della sostenibilità. Le risorse messe in campo dall’Europa dovranno servire per “coprire” quegli extra-costi che ancora riguardano la filiera dell’idrogeno e quella del biometano, al fine di ampliare la capacità impiantistica e recuperare gli scarti del riciclo. Comprese quelle soluzioni che fanno parte del “menù” per raggiungere gli obiettivi ambiziosi di neutralità carbonica.  Accanto a ciò, le norme e le procedure vanno rese funzionali (e funzionanti) rispetto agli obiettivi che ci si prefigge. Un quadro normativo più certo rende l’impiego delle risorse pubbliche più efficiente, ma ha il pregio di mobilitare anche quelle private. La difficoltà sarà proprio intercettare bene i fondi, per irrorare un terreno fertile in grado di generare i frutti già presenti nel nostro dna e ben indicati dall’Europa.