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Biden approva le trivellazioni in Alaska. Al Gore lo attacca: "Irresponsabile"

di Redazione Green/Economia

L'estrazione di petrolio avverrà in un’area di 930mila chilometri quadrati della National Petroleum Reserve, nel nord dell'Alaska

Le promesse (non mantenute) di Joe Biden

Biden era arrivato alla Casa Bianca con la promessa che non avrebbe permesso nuove trivellazioni di petrolio e gas; e ha subito forti pressioni negli ultimi giorni da parte dei gruppi ambientalisti. Nel tentativo di soddisfare questi gruppi, il governo ha annunciato che sta lavorando a ulteriori protezioni per la riserva nazionale e di voler vietare definitivamente le trivellazioni su una vasta area dell'Oceano Artico che confina con questa riserva.

I deputati dell'Alaska (non solo i repubblicani, ma anche qualche democratico) assicurano che il progetto garantirà diverse migliaia di posti di lavoro e contribuirà all'indipendenza energetica degli Stati Uniti: quando sarà a pieno ritmo, è prevista una produzione di 180mila barili di petrolio al giorno, pari al 40% dell'attuale produzione di greggio dell'Alaska.

Gli ambientalisti: "Una catastrofe per il clima"

Ma le associazioni ambientaliste la considerano una catastrofe per il clima. "L'inquinamento che rilascerà nell'aria avrà effetti devastanti sulla nostra gente, sulla fauna selvatica e sul clima. Ne subiremo le conseguenze per i decenni a venire", ha tuonato l'organizzazione ambientalista Sierra Club. Per giorni un'ondata di video contrari al progetto aveva investito Tik Tok e una petizione online aveva raccolto più di 3,2 milioni di firme. Secondo alcuni gruppi di nativi americani che abitano nella regione, le trivellazioni comprometteranno il delicato equilibrio dell’ecosistema locale.

Con il via libera l'amministrazione "tradisce le sue promesse" sulla lotta al cambiamento climatico e "ignora la scienza che dice di fermare tali progetti per rallentare il devastante impatto" del clima, affermano alcuni democratici, inclusa la deputata Alexandra Ocasio-Cortez.