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Crisi climatica, ANBI: "Necessario ripensare alle priorità del Paese"

di Redazione

Vincenzi (ANBI): "Non può esserci comunità né sviluppo senza sicurezza idrogeologica"

A dimostrarlo sono, ancora una volta, i numeri: sui bacini montani romagnoli, soggetti a progressivo spopolamento (come nel resto d’Italia) e dove nasce la maggior parte dei fiumi interessati dalle piene, nell’ultima settimana sono mediamente caduti 145 millimetri d’acqua, preceduti da due settimane piovose su terreni inariditi dalla prolungata siccità; analoga situazione si è registrata sui bacini di pianura (mm 121 di pioggia in una settimana). In poche ore il risultato è stato devastante: Lamone (esondato) cresciuto di 9 metri; il Savio (esondato) cresciuto di 8 metri; il Ronco, + 8 metri; il Senio, + 7 metri; il Montone, + 6 metri; l’Uso, + 5 metri; l’Ausa, + 3 metri; il Pisciarello, + 2,5 metri; il Marzeno, + 4,30 metri; il Voltre, + 3 metri. Al di fuori della 'zona rossa romagnola', da registrare l’esondazione del Ravone a Bologna e la piena del torrente Tiepido a Modena (cresciuto di oltre 6 metri e mezzo); altri fiumi sotto osservazione sono Santerno, Sintria, Rabbi, Rubicone (fonte: Arpae).

Quanto accaduto nella confinante Romagna ha creato grande apprensione anche nelle Marche dove, sul Nord della regione, si sono registrate analoghe piogge: lungo il bacino del fiume Foglia, cresciuto di circa 4 metri in 10 ore, sono mediamente caduti un centinaio di millimetri d’acqua in un giorno e mezzo (fonte: Centro Funzionale Protezione Civile Marche); saliti anche i livelli di Esino (+ m.1,20) e dell’affluente Sentino (+ m.1,10). Sul resto della Penisola, dove non hanno causato danni, le piogge di maggio hanno inciso su una situazione di prolungata carenza idrica. Tra i grandi invasi del Nord, va evidenziato il lago d’Iseo che, con una crescita di oltre 20 centimetri, tocca la soglia massima di riempimento, raggiungendo ora il 97,9% della capacità; bene il riempimento di Maggiore (91,9%) e Lario (74,1%), mentre anche il Benaco registra finalmente un importante aumento di livello, raggiungendo il 57,9% di riempimento, pur rimanendo ancora abbondantemente sotto media.

In Valle d’Aosta decrescono le portate della Dora Baltea e del Lys. Crescono tutti i fiumi piemontesi, tra cui spiccano le performances di Tanaro, Pesio e Stura di Lanzo. In Lombardia dove, da un anno e mezzo lo scarto negativo della quantità di riserva idrica rispetto alla media storica si manteneva a livelli molto preoccupanti, le piogge di maggio hanno ridotto il gap ad un pur sempre marcato -36%. A beneficiare delle precipitazioni sono anche i fiumi: in primis, la portata dell’Adda, che tocca i 179 meri cubi al secondo, ma positivo andamento anche per Serio, Mincio ed Oglio, che cresce di oltre mezzo metro. In Liguria, dove le recenti piogge hanno interessato soprattutto la provincia di Genova, aumentano i livelli dei fiumi Vara, Entella, Magra ed Argentina. Nel Nord-Est la prolungata crisi dei corpi idrici viene mitigata da precipitazioni abbondanti e costanti: in Veneto, dopo molti mesi, spicca la crescita di oltre un metro e mezzo del fiume Adige, mentre il livello della Livenza si alza di oltre 2 metri ed aumentano anche le portate di Piave, Brenta e Bacchiglione.