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Economia circolare, rifiuti elettrici: l'italia non raggiunge l'obiettivo Ue
Nell'anno 2020 la raccolta di rifiuti elettrici in Italia tocca i 6,06 chili pro capite contro l’obiettivo europeo di quasi 11 chili
Economia circolare, i dati e gli obiettivi europei da raggiungere
La raccolta di rifiuti elettrici ed elettronici raccolti ogni giorno in Italia cresce sempre di più, ma non raggiunge ancora gli obiettivi europei. Secondo i dati del preconsuntivo del Centro di Coordinamento Raee, la raccolta complessiva nel 2020 di rifiuti elettrici ha toccato le 365mila tonnellate, con un incremento del 6,4% rispetto all'anno precedente. Ma–riporta il Sole 24 ore–l'obiettivo Ue che ha fissato nel 2019 la raccolta a 11 chili pro capite, è ancora ben lontano. L'anno scorso si è arrivati in Italia a raccogliere 6,06 chili pro capite di Raee, con un trend stabile rispetto agli anni passati.
Economia circolare, la quasi totalità dei paesi Ue non raggiunge il target
Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento Raee–riporta il Sole 24 Ore– "Per raggiungere quei target le quantità dovrebbero quasi raddoppiare. La quasi totalità dei paesi europei non raggiunge il target e questo dato non deve essere visto dall’Italia come una giustificazione alle proprie difficoltà”.
Se guardiamo i dati più vicino, secondo quanto riporta il Sole 24 ore, ci accorgiamo che durante i mesi della pandemia i volumi raccolti sono calati del 40%, ma da maggio in poi i conferimenti sono aumentati. In termini di volumi il raggruppamento più importante è quello del bianco, dei grandi elettrodomestici con 125,6mila tonnellate. A seguire– fa sapere il Sole 24 Ore– frigoriferi, condizionatori e congelatori con 97mila tonnellate, computer, telefoni, pannelli fotovoltaici e apparecchi di illuminazione con 73mila tonnellate, i tv e i monitor arrivano a 62,3mila tonnellate per finire con le lampadine e sorgenti luminose che sfiorano le 2mila tonnellate.
Economia circolare, l'utilizzo dei "canali illegali"
Per quanto riguarda la distribuzione sul territorio– rivela il Sole 24 Ore– il Nord si conferma la macroarea più virtuosa con quasi 7 chili di Raee avviati al recupero, segue il Cento a 6,2 chili mentre il Sud si ferma a 4,7 chili. Nei centri di raccolta comunali avviene la quasi totalità dei conferimenti, l ‘82% mentre i canali della distribuzione gestiscono la parte rimanente.
Ma ciò che fa "più male" per il sistema di raccolta dei Raee e per l'ambiente è l'utilizzo di canali illegali. Secondo Longoni "sono ancora troppe le apparecchiature che seguono scorciatoie ambientalmente scorrette e che vengono “gestite” in maniera illegale, come sono ancora troppe le amministrazioni locali che non hanno centri per la raccolta e i distributori che non gestiscono correttamente i vecchi apparecchi che arrivano dai consumatori”.
Per contrastare questa pratica il Centro di coordinamento Raee intende dare vita a un’operazione in grado di coinvolgere una pluralità di attori della distribuzione, come punti vendita specializzati, negozi specialisti e supermercat. “L’obiettivo– spiega Longoni– è aiutarli a essere conformi alla legge favorendo al tempo stesso la costituzione di nuovi luoghi di raggruppamento, i siti destinati alla raccolta dei Raee”.