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Il Climate change farà crescere i danni all'agricoltura dell'8% entro il 2050
La previsione proviene da uno studio della Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria (Crif)
Clima, il Crif ha fatto sapere che i danni all'agricoltura da climate change cresceranno dell’8% entro il 2050
I danni economici causati dal cambiamento climatico cresceranno dell’8% entro il 2050 secondo lo studio "Next level for Insurance Sme segment: climate change & physical risks" realizzato dalla Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria (Crif), con il patrocinio dell’Italian insurtech association.
L’agricoltura è tra i settori maggiormente esposti al rischio di eventi naturarli come la siccità, e considerando l’importanza strategica di questo mercato per l’economia italiana, diventa chiara la necessità di promuovere la partnership tra il mondo agricolo e quello assicurativo per mitigare i rischi e proteggere la filiera.
Nel 2022 ammontavano a 6 miliardi di euro le perdite per la filiera agricola a causa degli effetti del Climate Change, tuttavia, oggi solo il 10% degli agricoltori italiani ha una polizza assicurativa per un valore dei beni di 7 miliardi di euro, circa l'equivalente delle perdite dello scorso anno.
Ad aggravare la situazione l’Italian Inurtech Association ha registrato un raddoppio della crescita dei premi assicurativi rispetto al 2019, che potrebbero arrivare al +25% nel 2025.
L'innovzione digitale per tutelare il patrimonio agroalimentare italiano
Tecnologie satellitari, Intelligenza Artificiale e Big Data giocano un ruolo fondamentale per sviluppare proposte di protezione innovative, come polizze parametriche basate su dati meteorologici, che possono garantire una maggior tutela del patrimonio agroalimentare italiano in maniere più semplice e rapida.
L’innovazione digitale può contribuire ad aumentare la penetrazione assicurativa in questo mercato, riducendo i costi di attivazione e promuovendo soluzioni più immediate, che dovranno essere integrate a strumenti concreti per difendere i raccolti, come impianti di irrigazione o reti antigrandine.
"All'agricoltore non bastano più le conoscenze agronomiche, oggi bisogna avvalersi di competenze di Risk Management, essere capaci di anticipare i rischi per le colture e trovare gli strumenti per trasferire il rischio su altri livelli: il compito dell’assicurazione è proprio quello di trasferire i rischi dal piano reale a quello finanziario" afferma Gerardo Di Francesco, vicepresidente e co-founder dell'Italian Insurtech Association.
"La Digital Transformation può aumentare la penetrazione assicurativa, ottimizzare i processi e ridurre i costi. Per fare questo bisogna muoversi verso due direttrici fondamentali: investire su soluzioni innovative, comprese tecnologie satellitari, indispensabili per monitorare gli eventi climatici e poter intervenire prima che questi si scatenino, e intervenire a livello istituzionale. Ma per rendere infatti più appetibile lo strumento assicurativo per l'agricoltore, che oggi lo vede come una semplice tassa bisogna intervenire a livello istituzionale con la defiscalizzazione e l'incentivazione".
A tali riflessioni si aggiungere inoltre che il rischio e l'impatto economico dei fenomeni naturali sono aggravati dal fatto che l'Italia è fortemente sotto assicurata rispetto alla media degli altri Paesi. In Germania, ad esempio, il 70% degli agricoltori è attualmente assicurato almeno contro i danni da grandine, mentre negli USA l'applicazione di tecnologie digitali permette agli agricoltori di monitorare in tempo reale eventuali rischi ambientali per i propri raccolti.