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Bonus 200 euro: cos’è e a chi spetta l’indennità “una tantum” per i lavoratori
Il bonus 200 euro è stato introdotto dal Governo italiano come una misura a sostegno delle famiglie italiane nel 2022, in un periodo di crisi economica legata all'aumento dei costi dell'energia.
Si tratta di una misura che ha suscitato un grande interesse tra i cittadini italiani, sia per la sua utilità pratica, sia per le modalità di richiesta e di erogazione. In questo articolo, esploreremo nel dettaglio i requisiti per poter accedere al bonus, le modalità per richiederlo e le tempistiche previste per la sua erogazione.
Infine, esamineremo le criticità e le eventuali limitazioni del bonus 200 euro, cercando di fornire una visione completa e obiettiva su questa importante misura di sostegno alle famiglie italiane.
Partiamo dalla definizione generale di questa indennità “una tantum”, sostegno economico istituito dal Governo Draghi con gli articoli 31-32 del Decreto Aiuti. Si tratta di una misura rivolta a un'ampia platea di persone messe in difficoltà dall'aumento del costo della vita. In particolare, sono rientrati all'interno di questa misura di sostegno i lavoratori, i pensionati, i disoccupati con reddito fino a 35mila euro, e anche i lavoratori autonomi. Accanto a questo bonus, è stato introdotto con il Decreto aiuti ter anche una nuova indennità “una tantum”, dal valore stavolta di 150 euro, destinata ai lavoratori dipendenti, autonomi, pensionati e invalidi con redditi fino a 20mila euro lordi annui. La platea destinataria di tali misure è stata quindi ampliata nel dicembre 2022, con l'aggiunta di lavoratori autonomi e professionisti sprovvisti di Partita IVA e di altre categorie di lavoratori che in un primo momento ne erano rimasti esclusi. Scopriamo insieme tutte le modalità di accesso a tale bonus e i possibili limiti.
Indice degli argomenti:
Cosa si intende per indennità “una tantum”
Un'indennità "una tantum" è una somma di denaro che viene erogata una sola volta, senza essere soggetta a periodicità o ripetitività. In altre parole, rappresenta un'indennità a carattere straordinario che viene erogata in modo unico e non rinnovabile.
Questo tipo di indennità può essere concessa per diverse ragioni, come ad esempio per sopperire a particolari situazioni di emergenza o per compensare una particolare prestazione lavorativa svolta in un momento specifico.
L'indennità "una tantum" può essere concessa a lavoratori dipendenti, autonomi o disoccupati, a seconda della natura della prestazione che deve essere indennizzata. Tuttavia, è importante sottolineare che l'erogazione di un'indennità "una tantum" non costituisce un diritto acquisito e può essere subordinata a specifici requisiti o condizioni stabilite dall'ente erogatore.
In generale, l'indennità "una tantum" rappresenta uno strumento di sostegno economico temporaneo, finalizzato a compensare situazioni di emergenza o particolari esigenze. Tuttavia, la sua erogazione deve essere regolamentata in modo chiaro e trasparente, per evitare possibili abusi o disuguaglianze tra i beneficiari.
Vale la pena sottolineare che il bonus in questione, o meglio i bonus decisi dal Governo Draghi per aiutare le famiglie italiane, non sono stati confermati per il 2023 dal nuovo esecutivo.
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Bonus 200 euro: a chi spetta
L'indennità “una tantum” da 200 euro spetta alle seguenti categorie di lavoratori italiani:
− dipendenti sua del pubblico che del privato (il bonus deve essere erogato attraverso i datori di lavoro);
− titolari di pensioni derivanti dalle qualsiasi forma previdenziale obbligatoria, assegno sociale, assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti, titolari di trattamenti di accompagnamento alla pensione (il bonus è stato caricato d'ufficio con la mensilità dello scorso luglio 2022);
− titolari di assegno ordinario di invalidità;
− titolari di disoccupazione e beneficiari di indennità Covid-19 varata dai decreti Sostegni e Sostegni bis;
− beneficiari del Reddito di Cittadinanza;
− lavoratori autonomi occasionali, stagionali, co.co.co, del settore dello spettacolo, agricolo, delle vendite a domicilio, con Partita IVA;
− lavoratori domestici assicurati presso la Gestione dei lavoratori domestici dell'INPS.
Tutte queste categorie di lavoratori devono però aver percepito un reddito da lavoro per l'anno 2021 non superiore ai 35mila euro. Le stesse categorie sono state poi beneficiate da un ulteriore bonus “una tantum” da 150 euro, con limite di reddito fissato a 20mila euro.
Alle categorie sopra elencate, sono stati aggiunti solo in un secondo momento alcuni lavoratori rimasti inizialmente esclusi da entrambe le misure. In particolare, si tratta di:
− lavoratori autonomi e professionisti che non hanno una Partita IVA;
− collaboratori, dottorandi di ricerca e assegnisti che non sono iscritti alla Gestione separata dell'INPS.
Una platea di nuovi professionisti che ha ampliato la misura fino a coinvolgere ulteriori 80mila lavoratori, secondo le previsioni.
Quali dipendenti hanno diritto ai 200 euro
Per quanto riguarda la misura del bonus 200 euro, rientrano tutti i lavoratori dipendenti, esclusi gli agricoli a tempo determinato ed entro i limiti di reddito sopra enunciati.
Il riconoscimento del sostegno a questi lavoratori è responsabilità del datore di lavoro, previa dichiarazione da parte dello stesso lavoratore di non essere percettore di trattamenti pensionistici di qualsiasi forma, di trattamenti di accompagnamento alla pensione o di Reddito di Cittadinanza. Nel caso di lavoratori con più contratti di lavoro part-time, la dichiarazione deve, o meglio doveva, essere presentata a un solo datore di lavoro.
L'INPS specifica che il bonus era previsto anche per i lavoratori con retribuzione azzerata a causa di eventi quali Cassa Integrazione, congedi, Fondi d'Integrazione salariale e così via. Inoltre, sottolinea come l'autodichiarazione non fosse richiesta ai dipendenti pubblici le cui retribuzioni sono gestite dal sistema informatico del Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Bonus 200 euro per gli autonomi, le Partite IVA e i lavoratori stagionali
Differente il discorso per quanto riguarda i lavoratori autonomi e le Partite IVA. Per beneficiare dell'indennità, queste categorie di lavoratori hanno dovuto infatti effettuare esplicita richiesta all'INPS.
Ma di quali categorie si tratta nello specifico. Cerchiamo di fare chiarezza, partendo dai beneficiari del primo bonus, quello da 200 euro previsto dal Decreto Aiuti dello scorso maggio.
A questa indennità avevano diritto i lavoratori autonomi e i professionisti iscritti alle gestioni previdenziali dell'INPS, tra cui:
− lavoratori autonomi o professionisti iscritti alle gestioni previdenziali dell'INPS;
− commercianti;
− artigiani;
− professionisti iscritti alla Gestione Separata;
− coltivatori diretti;
− pescatori autonomi.
Il limite reddituale per rientrare nella platea dei beneficiari era fissato a 35mila euro per il 2021. Tale limite era diminuito a 20mila euro per i beneficiari della seconda indennità, quella da 150 euro, che ha interessato e interessa:
− lavoratori autonomi;
− stagionali;
− domestici;
− co.co.co;
− dottorandi e assegnisti iscritti alla Gestione Separata;
− lavoratori dello spettacolo;
− autonomi senza Partita IVA titolari di contratti d'opera nel 2021.
Essendo numerosa la platea dei beneficiari, tra gli autonomi, che hanno avuto diritto a entrambi i bonus, ma che non si sono visti riconoscere la prima indennità durante l'estate del 2022, la nuova domanda per entrambi i bonus ha portato alla nascita di un indennizzo di 200 euro per i professionisti con reddito non superiore a 35mila euro nel 2021 e a 350 euro per i professionisti con reddito non superiore a 20mila euro nel 2021.
Chiusa l'ammissione delle domande per i due bonus, il nuovo Governo Meloni ha provveduto a metter mano alla misura per cercare di ampliarla e di includere categorie di lavoratori e di lavoratrici che in un primo momento ne erano rimaste escluse. Sono quindi diventati beneficiari anche i professionisti italiani privi di Partita IVA (tra questi anche gli specializzandi in medicina e chirurgia), i collaboratori e i dottorandi non iscritti alla Gestione Separata.
Per riassumere quanto accaduto dallo scorso maggio ad oggi, hanno dunque potuto presentare domanda di accesso al bonus 200 euro i titolari di Partita IVA:
− iscritti all'INPS o ad altri enti di previdenza privata;
− con reddito complessivo fino a 35mila euro nel 2021;
− iscritti alle gestioni previdenziali di riferimento entro il 18 maggio 2022;
− con Partita IVA e attività lavorativa avviata entro la stessa data;
− con almeno un versamento contributivo, totale o parziale, alla gestione di iscrizione per la quale si è richiesta l'identità dal 1° gennaio 2020:
− privi di trattamenti pensionistici diretti alla data del 18 maggio 2022;
− privi di altre forme di indennità contro il caro prezzi.
A questi, si sono aggiunti i restanti professionisti privi di Partita IVA solo il 7 dicembre 2022, sostanzialmente una settimana dopo la chiusura della finestra temporale per poter richiedere il pagamento dell'indennità INPS. Com'è possibile per tutti questi professionisti inviare quindi domanda per poter avere accesso al bonus?
Come richiedere e fare domanda per il bonus 200 euro
Abbiamo detto che la presentazione delle domande per l'indennità “una tantum” da 200 euro è scaduta il 31 ottobre 2022. Fino a quella data, gli autonomi e tutte le altre categorie beneficiarie del bonus potevano farne richiesta all'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale attraverso le consuete modalità:
− tramite il portale INPS;
− tramite il Contact Center Multicanale, telefonando al numero verde 803 164 da rete fissa o al 06 164 164 da rete mobile (a pagamento in base alla tariffa del proprio gestore);
− tramite i servizi di intermediari o istituti di patronato.
La presentazione della domanda online poteva avvenire attraverso il portale dell'INPS dopo aver fatto accesso con le credenziali SPID di livello 2 o superiore, CIE (Carta d'Identità Elettronica 3.0) e CNS (Carta Nazionale dei Servizi).
Una volta fatto il proprio accesso, era necessario procedere attraverso l'iter dedicato alla propria categoria di appartenenza e compilare la domanda. Questa prevedeva l'inserimento di una serie di dati fondamentali e immancabili. Era necessario inserire i propri dati anagrafici, confermare le informazioni inserite e poi scegliere le modalità di pagamento. Due le opzioni disponibili:
− accredito su IBAN;
− bonifico domiciliato presso un ufficio postale.
Importante sottolineare che prima di procedere con gli ultimi passaggio bisognava confermare una serie di dichiarazioni di possesso dei requisiti di accesso. Senza tale conferma era impossibile confermare la domanda.
Cosa succede invece alle categorie che hanno avuto accesso al bonus solo nel mese di dicembre, essendo stata chiusa la possibilità di fare domanda oltre un mese prima?
A dare una spiegazione è stata l'INPS. Lavoratori autonomi e professionisti privi di Partita IVA interessati al bonus, se avevano già presentato domanda in precedenza, vedendosi però negare la possibilità in quanto inizialmente esclusi, riceveranno il bonus a seguito di una nuova presa in carico della loro domanda che avverrà in automatico. Se invece non avevano mai presentato domanda, possono procedere con la presentazione di una nuova domanda attraverso lo stesso procedimento appena illustrato e valido per la precedente scadenza, o seguendo le istruzioni presenti sul sito della propria cassa di appartenenza.
L'INPS ha quindi precisato anche che le domande presentate dai lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, dottorandi e assegnisti saranno riesaminate d'ufficio, senza dover fare una nuova richiesta.
Il riesame della domanda può essere richiesto entro il 28 febbraio 2023 o entro 90 giorni dal giorno di conoscenza del riscontro negativo da parte dell'Istituto.
Bonus 200 euro reddito di cittadinanza è automatico
Tra i percettori dell'indennità, come abbiamo già avuto modo di vedere, ci sono stati anche i beneficiari del Reddito di Cittadinanza. Rispetto a molti altri beneficiari, questi ultimi non hanno dovuto fare richiesta formale per poter ottenere il bonus “una tantum” previsto dal Governo Draghi. Salvo eventuali ritardi, la maggiorazione di 200 euro è stata caricata infatti direttamente sulla somma percepita dai singoli beneficiari sulla rata di luglio, ma solo a condizione che nessun altro membro del nucleo familiare in questione avesse già beneficiato dello stesso bonus come elemento appartenente a un'altra delle categorie interessate. Stesso discorso per il bonus 150, caricato invece come maggiorazione nella rata di novembre, salvo eventuali ritardi.
Quindi, per riassumere, il bonus viene erogato automaticamente insieme al pagamento del reddito di cittadinanza, senza richiedere alcuna azione o richiesta da parte del beneficiario. Tuttavia, è importante notare che il bonus 200 euro è stato concesso solo una volta, lo scorso anno, erogato entro il mese di luglio.
Bonus 200 euro benzina
C'è un altro bonus 200 euro di cui si è discusso a lungo negli ultimi mesi, quello relativo ai carburanti. Un'indennità che oggi conviene meno che in passato a causa di un emendamento che potrebbe essere confermato da un momento all'altro.
Il bonus prevede un contributo fino a 200 euro per le famiglie con un ISEE inferiore a 30.000 euro che hanno subito un aumento dei costi di carburante a causa della crisi economica ed energetica.
Importante sottolineare che il bonus 200 euro per la benzina non è cumulabile con altre agevolazioni fiscali o contributi a livello statale o regionale per il medesimo oggetto.
Ricordiamo che questo bonus è stato introdotto pochi mesi fa dal precedente governo per aiutare le famiglie nel periodo di massimo aumento del costo dei carburanti, in seguito all'inizio della guerra in Ucraina nel 2022. Contributo dal valore massimo di 200 euro, è stato erogato, a discrezione, dai datori di lavoro privati ai dipendenti sotto forma di buono benzina e può essere utilizzato per l'acquisto di carburanti di ogni genere, anche per le ricariche dei veicoli elettrici.
Tale bonus, fino al 2022 completamente detassato e privo di obbligo di contributi previdenziali, potrebbe nel 2023 diventare soggetto all'obbligo del versamento dei contributi, che farebbe impennare il costo del 30% per il datore di lavoro e del 9% per il lavoratore. Ciò vuol dire che un bonus di 200 euro finirebbe per costare all'azienda 260 euro circa, mentre per il lavoratore l'indennità scenderebbe a 180 euro.
Cosa fare se non ho ricevuto il bonus?
Se non hai ricevuto il bonus 200 euro, non quello benzina, e ritieni di avere diritto a tale indennità, puoi prendere alcune azioni per cercare di risolvere la situazione. Ecco alcuni consigli:
− verifica di avere i requisiti (controlla di avere i requisiti necessari per ricevere il bonus 200 euro e verifica inoltre di non aver già ricevuto il bonus in un'altra forma);
− contatta l'INPS (se hai verificato di avere i requisiti per ricevere il bonus 200 euro, ma non lo hai ancora ricevuto, puoi contattare l'INPS, l'ente preposto alla gestione dell'indennità);
− controlla lo stato della tua domanda (se hai già presentato la domanda per il bonus 200 euro, puoi verificare lo stato della tua richiesta tramite il sito web dell'INPS, nella sezione "Servizi per il cittadino");
− verifica il tuo conto corrente (se hai presentato la domanda e hai ricevuto la conferma della concessione del bonus, verifica di avere fornito correttamente il numero del tuo conto corrente. In caso contrario, potresti non aver ricevuto l'indennità per problemi di pagamento).
In ogni caso, è importante agire tempestivamente per verificare la situazione e risolvere eventuali problemi.
Quando arriva il bonus 200 euro e chi lo eroga
Abbiamo visto cos'è l'indennità “una tantum” di 200 euro, quella di 150, a chi si rivolgono, chi deve fare richiesta, entro quando e quali sono le categorie che lo hanno ricevuto o lo riceveranno in automatico. Ma chi eroga tale bonus e qual è il calendario previsto per la ricezione dell'indennità?
Per quanto riguarda gli erogatori del bonus, per i dipendenti i 200 euro sono stati inseriti in busta paga direttamente dai datori di lavoro, in qualità di sostituti d'imposta, con la mensilità del luglio 2022. L'intera somma è stata poi restituita ai datori di lavoro in sede di versamento di imposte e contributi attraverso F24.
Per le altre categorie, il pagamento è gestito ed erogato dall'INPS o dalle rispettive casse di appartenenza.
Difficile invece poter scandire precisamente quale sarà il calendario di erogazione dell'indennità, già arrivata la scorsa estate a dipendenti e pensionati, e già accreditato a molti autonomi a cavallo tra fine 2022 e inizio 2023. La data di erogazione potrà infatti cambiare a seconda di vari fattori, tra cui l'arrivo dell'eventuale domanda di riesame per tutti coloro che hanno già ricevuto inizialmente un rigetto.
In conclusione, il bonus 200 euro si è rivelato una misura di sostegno importante per le famiglie italiane in difficoltà dopo l'emergenza sanitaria causata dal COVID-19 e soprattutto l'inflazione e la crisi energetica che ha fatto seguito allo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina. Il bonus ha fornito un aiuto economico concreto per affrontare le spese quotidiane e ha contribuito a ridurre, almeno parzialmente, le disuguaglianze sociali.
Tuttavia, è importante sottolineare che il bonus 200 euro non rappresenta una soluzione a lungo termine per i problemi economici delle famiglie italiane. Per affrontare le sfide sociali ed economiche poste dalla pandemia e dalla crisi, servono politiche di welfare strutturali e sostenibili, in grado di garantire un supporto continuativo alle famiglie più fragili.
Infine, è fondamentale che tale bonus venga utilizzato in modo responsabile e trasparente, evitando frodi e abusi. Solo così si potrà garantire una distribuzione equa ed efficace dell'indennità, a beneficio delle famiglie che ne hanno effettivamente bisogno.
In sintesi, il bonus rappresenta una misura importante e per certi versi necessaria, ma deve essere accompagnato da politiche di welfare strutturali e da un uso responsabile e trasparente delle risorse disponibili. Solo così si potrà garantire una protezione sociale adeguata alle famiglie italiane in difficoltà.
Come sapere se si ha diritto a un bonus?
Per sapere se si ha diritto a qualche bonus o agevolazione, è possibile consultare il sito del proprio Comune, della propria Regione o del Ministero competente per l'area di interesse. In generale, i bonus e le agevolazioni possono essere suddivisi in diverse categorie, come ad esempio:
− bonus destinati alle famiglie (agevolazioni per le famiglie con figli a carico, ad esempio per la nascita o l'adozione di un bambino, per il sostegno alla genitorialità, per l'acquisto di libri scolastici, ecc);
− bonus per ammortizzare i costi energetici (agevolazioni per i consumi di energia elettrica, gas, acqua, ad esempio per le famiglie in difficoltà economiche, per le persone con disabilità o per l'installazione di sistemi di produzione di energia rinnovabile);
− bonus sociali (agevolazioni per le persone in difficoltà economica o sociale, ad esempio per l'assistenza sanitaria, la casa, l'istruzione, il lavoro, ecc.);
− bonus cultura (agevolazioni per l'accesso a beni e servizi culturali, ad esempio per i giovani, per gli studenti, per le famiglie, ecc.);
− bonus mobilità (agevolazioni per i trasporti pubblici o privati, ad esempio per gli anziani, per le persone con disabilità, per i pendolari, ecc.)
Per verificare se si ha diritto a qualche bonus o agevolazione, è possibile consultare le sezioni dedicate sui siti istituzionali, oppure contattare direttamente gli uffici preposti, come i servizi sociali, gli uffici anagrafici, gli uffici tributari, ecc. In alcuni casi, potrebbe essere necessario presentare domande o documenti specifici per richiedere il bonus o l'agevolazione.