I Radicali incontrano Bruno Contrada a Palermo
Elisabetta Zamparutti: "Nella vicenda Contrada l'Italia si conferma fuori dallo Stato di Diritto".
Qualche giorno fa -a quanto riferisce il suo legale l’avvocato Stefano Giordano- il dottor Bruno Contrada (85) ha subito una visita senza delega da parte della Polizia Giudiziaria della Procura di Reggio Calabria, dopo una prima con delega effettuata alle 4 di mattina.
Il fatto è avvenuto nell’ambito dell’inchiesta sul patto ndrangheta - mafia e le stragi degli anni ’90.
Bruno Contrada, ex numero 2 del Sisde ed ex capo della Squadra Mobile di Palermo, ha avuto da poco la condanna revocata dalla Cassazione-su impulso della Corte europea dei diritti dell’Uomo- dopo aver già scontato 8 anni di detenzione per una condanna a 10 anni (2 condonati per buona condotta).
Nell’ambito della “Carovana per la Giustizia” promossa dal Partito Radicale Transnazionale oggi alcuni dirigenti sono stati a casa del Dott. Contrada, a Palermo.
Abbiamo chiesto a Elisabetta Zamparutti, dirigente di “Nessuno tocchi Caino” e del Partito Radicale, già parlamentare della Repubblica un suo commento:
“Nella vicenda di Bruno Contrada l’Italia si conferma al di fuori dei principi di uno Stato di diritto che per ora riescono a vivere grazie ai pronunciamenti della Corte europea per i diritti dell’Uomo.
La vicenda di Bruno Contrada è quella di un accanimento giudiziario che non si rassegna ad arrendersi neanche di fronte a sentenze di Corti Supreme, internazionali e nazionali. A Contrada ci unisce una lunga sintonia iniziata con Marco Pannella e che oggi si è concretizzata con la sua inscrizione al Partito Radicale”.