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Inflazione, il Nobel Paul Krugman spende parole di moderato ottimismo
L'inflazione, pur nelle differenze tra Stati Uniti ed Europa, sembra rallentare ovunque
Inflazione, molta incertezza nelle strategie delle Banche Centrali
Ma suIle future mosse delle Banche Centrali per raggiungere l’obiettivo del 2% l’economista americano dice che "C'è molta incertezza. Le previsioni sono state costantemente sbagliate: troppo ottimiste sull'inflazione e troppo pessimiste sull'occupazione". Dobbiamo prendere molto sul serio questa previsione del 2,2% a breve termine? "Non ci credo-risponde Krugman- la verità è che c'è molta più incertezza su quale sia il tasso naturale di interesse. Nel caso degli Stati Uniti, non mi sorprende che con i dati del mercato del lavoro e dell'economia reale l'inflazione sia scesa. Sono sorpreso che, con gli attuali tassi di interesse che abbiamo, non abbiamo sperimentato altro che un rallentamento economico”.
Un altro luogo comune “smontato” da Krugman riguarda la credibilità dei banchieri. ”Ciò che conta è l'economia reale, non i mercati. La convinzione dei banchieri centrali che la credibilità sia un fattore importante nella battaglia contro l'inflazione non è supportata da alcun dato, anche se ciò che fanno ha effetti importanti sull'economia. Wall Street, City di Londra o Francoforte hanno fissato prezzi e salari, quindi non sono così sicuro che la credibilità delle banche centrali conti così tanto”.