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5 libri consigliati per iniziare al meglio il 2024: mistery, fantasy e...
Fantasy, mistery, il fascino della storia: ecco gli ingredienti per cominciare il nuovo anno all’insegna della creatività
Le streghe, le congreghe segrete, la magia, le antiche divinità, la cartomanzia, i draghi e il sempre eterno fascino del Natale sono i grandi protagonisti di questo inizio anno pieno di fantasia. Ecco cinque titoli da non perdere per continuare a sognare.
1) Natale Dickens di Charles Dickens (Mondadori Oscar Draghi)
«Tetti innevati, tacchini ripieni, alberi illuminati, focolari accesi, cori di bambini, campane… ma soprattutto i miracoli di cui solo il cuore è capace»
L’atmosfera magica del Natale va ben oltre il periodo delle festività: la sua scia luminosa e spumeggiante inonda il nuovo anno per giorni, settimane, mesi, lasciando in grandi e bambini la voglia di giocare con la fantasia. In questo ci aiuta senza dubbio il grande volume dai bordi verdi che Mondadori, nella collana Oscar Draghi, ha dedicato a uno dei più grandi scrittori di ogni tempo: Charles Dickens. Lo ha curato Massimo Scorsone, non nuovo a questo genere di progetti editoriali, il quale nella nota a sua firma traccia una breve storia di come siano stati concepiti e poi sviluppati i racconti qui contenuti. Questa l’idea alla base di Natale Dickens: «Il presente volume omnibus, munito di un paio di saporosi, brillanti, testi esegetici dovuti a un critico dickensiano d’eccezione quale fu Gilbert Keith Chesterton (…), raccoglie le traduzioni integrali dei più rilevanti materiali narrativi, a esclusione delle short story frutto di collaborazione tra Dickens e altri autori». Dunque una collezione di 22 racconti che permettono al lettore di scoprire il lato meno conosciuto di Dickens, di cui quasi tutti abbiamo letto i più celebri romanzi. Se non si considera il famosissimo Canto di Natale, infatti, la maggior parte dei testi sono stati scelti sia per la loro attinenza al tema natalizio, sia per la scarsa distribuzione nel mercato editoriale italiano, specie nella loro forma integrale.
Ecco, allora, che Natale Dickens è un Drago adatto a tutti coloro che nutrono simpatia, ammirazione e curiosità per lo scrittore inglese, qui ben riconoscibile grazie ad alcune tematiche centrali del suo lavoro: la povertà, l’ingiustizia sociale e la denuncia delle condizioni di lavoro dell’epoca, specie quelle dei bambini, che tuttavia sono allo stesso tempo veicolo di immaginazione, gioia, magia, capacità di vedere oltre il reale; c'è poi l'aspetto gotico, con fantasmi, elementi fantastici, omicidi, misteri, storie inquietanti da leggere attorno al “focolare”. Insomma, un’interessante selezione di racconti che, nella loro brevità, ci mostrano le grandi doti narrative di uno scrittore in grado di muoversi benissimo dai romanzi con centinaia di pagine e una miriade di personaggi – come David Copperfield o Grandi speranze – alle short story simpatiche, avvincenti, intense nei contenuti e vivide nei toni. Un lato nascosto di Dickens che vale davvero la pena di essere meglio indagato.
«Dickens votò il suo genio alla descrizione della felicità in un senso alquanto speciale. Nessun altro uomo di lettere del suo eccelso profilo fece mai di questo fondamentale obiettivo di ogni umana aspirazione l’argomento specifico della propria opera. La felicità è un mistero – generalmente, un mistero fugace – che raramente indugia abbastanza a lungo da consentire l’osservazione artistica, e che, quand’anche sia un fenomeno abituale, serba in sé qualcosa che risulta pressoché impervio alla descrizione artistica. (…) La prima qualità è quella che può essere detta qualità drammatica. La felicità non è uno stato di quiete; ma una crisi». È in queste righe introduttive di Gilbert Keith Chesterton che troviamo, in sintesi, l’anima di Dickens e della sua ricerca letteraria, sia essa in un romanzo o in un racconto, qui pienamente presente.
Da ricordare, tra le numerose storie che il lettore avrà il piacere di scoprire in molti casi per la prima volta, I sette poveri viaggiatori – pubblicato nel 2021 con la dicitura di cortoromanzo classico e testo originale a fronte da Leone Editore, ma per ora letto da pochi appassionati – o L’agrifoglio. Tre rami, che chiude la raccolta ed è ancora più introvabile. C’è il ciclo delle Storie: del parente povero, del bambino, del collegiale, di Nessuno, precedute dal racconto con cui Mondadori sceglie di aprire il tomo, ovvero Storia degli spiriti che portarono via il becchino. Poco noto è anche Cena di Natale, da non confondersi con il più celebre Canto di Natale (in seconda posizione). I protagonisti di questa raccolta, che sin dalla cover ostenta uno stile dark, sono per lo più fantasmi e spiritismo, morti tormentanti che tornano dall’aldilà per trasmettere messaggi, eventi inspiegabili, paranormale e terribili accadimenti; di contro, ci sono le allegre atmosfere del Natale, piene di colori sgargianti, fuochi ardenti, neve candida, agrifoglio, vischio e bacche rosse, pan di zucchero e leccornie da gustare. Soprattutto, c’è molta suspense, mistero, realismo che si intreccia magistralmente al gotico romantico, in una descrizione tutta nuova, originale, unica del Natale e più in generale della vita.