Libri & Editori

5 libri da leggere nell'autunno 2023

di Chiara Giacobelli

Grandi nomi italiani e stranieri per una selezione di thriller, romanzi storici, retelling e narrativa contemporanea

2)  The Other Black Girl di Zakiya Dalila Harris (Mondadori)

Se provate a scrivere su Google The Other Black Girl e magari aggiungete la parola “recensione”, vi accorgerete subito che sarà semplice trovare decine di articoli riguardanti la serie tv disponibile su Disney+ rispetto a quelli che parlano del libro. Ciò è facilmente spiegabile dal fatto che questo straordinario bestseller del New York Times ha già avuto un enorme successo internazionale dapprima grazie al romanzo scritto da Zakiya Dalila Harris e in seguito per via dell’altrettanto apprezzata serie tv ad esso ispirata. In Italia, invece, il libro della Harris è arrivato tradotto da Silvia Montis soltanto lo scorso luglio, edito da Mondadori nella collana Oscar Fabula e con in copertina un’illustrazione di Temi Cooker. Se già era destinato a scalare le classifiche per il potenziale che porta in sé, senza dubbio l’esistenza di una serie televisiva in onda – ancora più ricca di suspense e mistero rispetto al romanzo – lo ha immediatamente fatto volare in testa alle classifiche. D’altra parte, i temi per collocarsi a pieno titolo nella nostra epoca ci sono tutti: razzismo, emarginazione, mobbing sul lavoro, discriminazione, relazioni complicate tra donne, ambizione e relativismo. Quanto al genere, è difficile categorizzare qualcosa che brilla di un’originalità particolare, specie se deve la sua forza proprio alla capacità di intrecciare più generi tra loro: è senza dubbio un libro drammatico inseribile nella narrativa contemporanea, ma al contempo presenta aspetti del thriller, del mistery, del giallo, in certa misura dell’horror – sebbene sempre a tinte lievi, poi accentuate nella serie rispetto al libro – e infine della comedy, in quanto non mancano passaggi ricchi di humor. Infine, lo ascriverei anche al campo dell’avanguardia, non tanto per i contenuti quanto per lo stile, che tende a fondere finzione e realtà in modo da non riuscire più a distinguere dove termina l’una e inizia l’altra, generando di conseguenza un continuo effetto di spaesamento.

The other black girl
 

La protagonista dell’opera di Zakiya Dalila Harris, che al suo esordio dopo prestigiose scuole di scrittura creativa ha dato subito prova di saper maneggiare il mestiere, è Nella Rogers, una giovane ragazza nera all’interno della casa editrice Wagner Books. In realtà sarebbe più corretto dire che è l’unica ragazza nera, motivo sufficiente – in una società intrinsecamente razzista, al di là delle belle parole che spesso accompagnano i discorsi pubblici – per fare di lei la serva a cui tutti si rivolgono con sufficienza, dando per scontato che il suo ruolo sia inferiore rispetto agli altri. Nella è quindi sorpresa e felice quando le viene presentata una nuova collega nata e cresciuta ad Harlem: d’ora in avanti non sarà più l’unica ragazza nera della casa editrice, pertanto le viene naturale familiarizzare con lei, dai pettegolezzi sul lavoro ai consigli per domare i ricci ribelli. Tuttavia, appartenere alla stessa razza o avere un identico colore della pelle non significa necessariamente essere simili: Hazel è il contrario di lei in quanto a carisma, spigliatezza, stile, fascino. Non solo: è diversa anche caratterialmente, negli obiettivi e nel modo di percepire le relazioni con le persone, forse persino più diversa rispetto al resto dei bianchi che fino a quel momento ha tanto odiato. È a questo punto che il romanzo inizia a prendere una piega diversa, virando verso il thriller e arrivando a strizzare l’occhio all’horror, oltre ovviamente ai risvolti mistery/gialli: chi è davvero Hazel? E chi lascia bigliettini minatori a Nella per spingerla a lasciare il lavoro? Chi intende spaventarla? Qual è la verità?

In un susseguirsi di colpi di scena e attraverso un ritmo incalzante che ha portato The Washington Post a definire il romanzo della Harris “affilato e da brividi”, l’autrice firma 400 pagine intense, coinvolgenti, in grado di trattare temi di estrema attualità e rilevanza utilizzando canoni narrativi non tradizionali. La stessa Harris ha voluto prendere parte alla stesura della sceneggiatura per la serie tv, scoprendo come sia diverso scrivere per l’editoria o per la televisione. “Nel libro posso andare avanti all’infinito a parlare del passato di Nella e della sua storia, della sua infanzia nel Connecticut e dei suoi appuntamenti, ma nella serie è tipo: ok, abbiamo la sua scrivania, abbiamo la sua tazza di Zora Neale Hurston, stiamo cercando di capire i momenti in cui le cose si mostrano senza raccontarle o quando, viceversa, meglio raccontarle e non farle vedere” ha dichiarato di recente l’autrice a Rolling Stone. Nella stessa intervista ha messo a fuoco quale fosse il suo reale intento dietro alla stesura di questo libro, che ha preso vita a partire da un fatto autobiografico, sebbene esso sia stato solo la scintilla che ha fatto accendere il fuoco dell’immaginazione: “Penso che sia la testimonianza di un problema più grande non solo di diversità, ma anche di creare volontariamente un’atmosfera più inclusiva all’interno dell’ambiente di lavoro”.

Dunque un romanzo adatto non soltanto a chi sente su di sé il problema della discriminazione razziale, ma diretto a chiunque viva o abbia vissuto in passato una situazione di esclusione, di marginalità, di bullismo, in una società sempre più competitiva e individualista, ai danni della solidarietà (sia essa tra colleghi, tra membri della stessa razza o di razze diverse, ma anche di genere). Utilizzando un linguaggio audace che non disdegna qualche parolaccia qua e là, ricco di dialoghi e battute scherzose, giovanile e ironico, Zakika Dalida Harris sbarca in Italia con un romanzo che è destinato a far molto parlare di sé. Ovviamente suggeriamo prima la lettura e poi la visione della serie tv.   

Lo consigliamo perché: è un libro perfettamente calato nei nostri tempi, che tratta temi importanti di stretta attualità sfruttando uno stile e un registro linguistico in grado di smorzarne la drammaticità, senza sminuirne il contenuto. La maniera ideale per portare le grandi questioni all’attenzione di un pubblico più ampio.