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Alessandro Di Battista, Contro: "Celebrazione del governo Draghi è nauseante"

Esce l'ultimo libro di Alessandro Di Battista: "La narrazione celebrativa di questo esecutivo è nauseante, nessuno che osi ricordare il passato del premier"
Grillo "chiese un ''super-ministero'' per la Transizione ecologica - ricorda Di Battista - che unisse il ministero dell'Ambiente con quello della Sviluppo economico. Chiese a Draghi DI esprimersi pubblicamente per dare garanzie politiche al Movimento e sostenne che la Lega dovesse restare fuori dal governo perché DI ambiente non capiva nulla. Il giorno dopo, finalmente, gli iscritti poterono esprimersi. Tutti i big, Grillo incluso, spinsero per il Sì. In pochi ci schierammo ancora per il No. Risultato? Sì al 59 per cento e No al 41 per cento. Triste, ma estremamente tranquillo, ho lasciato il Movimento".
"Non si è trattato di una mancanza di rispetto per il voto degli iscritti - chiarisce - Si è trattato di non perdere la stima di me stesso. Il giorno seguente venne comunicata da Draghi la lista dei ministri. C'erano Brunetta, Carfagna e Gelmini, tutti e tre ministri dell'ultimo governo Berlusconi. C'era Giorgetti allo Sviluppo economico, un ministero che non era stato accorpato a quello per l'Ambiente come aveva chiesto Grillo, e del governo, come previsto, faceva parte pure la Lega".
"Lasciare il Movimento 5 Stelle è stato doloroso. Allo stesso tempo, è stata una scelta naturale, presa senza alcun rimpianto. Come nel 2013 fu naturale candidarmi alla Camera dei Deputati con il Movimento, così è stato naturale farmi da parte quando si è deciso di sostenere il governo Draghi, un governo che sento il dovere di contrastare in virtù della sua genesi, della sua composizione, dei ministri designati, delle politiche portate avanti dai partiti che lo sostengono e, soprattutto, in virtù delle decisioni che ha assunto il presidente del Consiglio da direttore generale del Tesoro, da governatore di Bankitalia e da presidente della bce".
"Quella con il Movimento 5 Stelle è stata un'indimenticabile storia d'amore. Il Movimento l'ho amato alla follia. Per anni siamo andati d'accordo, poi qualcosa si è rotto. È vero, io non ho vissuto in prima linea il Movimento 5 Stelle al governo. Mi mancano alcuni elementi e non ho avuto la possibilità di conoscere quella ''complessità'' della quale, spesso, mi hanno parlato i miei ex colleghi. Certamente amministrare è estremante complesso, tuttavia alcune scelte politiche sono semplici. Sono le scelte di campo: o si sta da una parte o dall'altra", tira dritto l'ex esponente M5S.
"Agli stati generali del M5S silenziate le mie richieste e voti delegati"
"Agli Stati Generali del Movimento 5 Stelle - che si sono tenuti nel novembre 2020 - avevo posto, legittimamente, alcune questioni politiche. Le avevo poste in quanto portavoce DI migliaia DI persone che reputavano quelle istanze fondamentali per il rafforzamento del Movimento. Non avevo chiesto un posto, ma garanzie".
L'ex deputato M5S ricorda nell'ordine tutte le sue richieste, dalla conferma del limite al doppio mandato -regola aurea del Movimento- alla collazione autonoma dei 5 Stelle alle prossime politiche, ma anche la revoca delle concessioni ai Benetton, garanzie per una legge sul conflitto DI interessi e trasparenza sulle nomine. "Nei giorni successivi - ricorda - non ho ricevuto alcuna risposta. Eppure, ripeto, non avevo avanzato alcuna richiesta personale. Il silenzio dei ''vertici'' venne interrotto solo da qualche velina inviata ai giornali per informarmi del fatto che tali richieste fossero irricevibili. Ero molto irritato".
"Vito Crimi aveva deciso DI non pubblicare il numero dei voti preso da ciascun delegato, sebbene moltissimi iscritti lo avessero richiesto. Enrico Mentana, una settimana dopo la fine degli Stati Generali, ha scritto: 'Trovo davvero sconcertante che una forza che ha fatto del confronto online in tempo reale con gli iscritti e della trasparenza dell'azione politica i suoi cavalli DI battaglia non abbia ancora comunicato nulla sull'esito dei suoi Stati Generali, finiti ormai da una settimana, e che nemmeno ancora si sappia quanti voti avevano avuto i delegati ammessi'. In molti hanno sospettato che la mancata pubblicazione del numero delle preferenze date ai delegati fosse legata al risultato che avevo ottenuto io. «A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina», diceva Andreotti".
Ma sulla questione del voto degli attivisti hai delegati "non ho fatto - racconta Di Battista nelle pagine DI 'Contro' - Mi interessavano, ovviamente, molto DI più le questioni politiche che avevamo sollevato agli Stati Generali. Non ero neppure particolarmente irritato per la scelta della guida collegiale al posto del Capo politico. L'ho sempre reputata un'opzione più conforme al Movimento, sebbene molti portavoce - non tutti - la stessero sostenendo solo perché terrorizzati dal fatto che Capo politico potessi diventarlo io, che comunque avevo preso la mia decisione: sarei ripartito".
Dibba: "Alleanza M5s-Pd un errore, potevamo sbarazzarci di Renzi"
"A Marina DI Bibbona, a casa DI Beppe, provai a convincere i miei ex colleghi che governare con quel pd, senza prima aver alzato la posta e senza accordi chiari, sarebbe stato molto pericoloso, ma ero minoranza. Per amor DI verità Luigi DI Maio, in quella fase, la pensava come me, infatti cercò DI alzare l'asticella il più possibile ma non trovò molte sponde, né durante quella riunione e neppure nel gruppo parlamentare. Fu un errore".
"In quel momento il Movimento aveva un potere contrattuale immenso. D'altronde, pur di tornare al governo, gli esponenti del Pd, che senza poltrone ministeriali pare proprio non riescano a vivere - accusa l'ex deputato M5S - avrebbero accettato di tutto. Gli avremmo potuto chiedere indietro milioni di euro intascati come rimborsi elettorali. Li avremmo potuti costringere a votare, durante il primo mese DI governo, una legge sul taglio degli stipendi. Li avremmo potuti inchiodare sul tema del conflitto DI interessi, obbligandoli a risolverlo rapidamente. Avremmo potuto porre come condizione la revoca delle concessioni autostradali. Se i dirigenti del Pd avessero accettato, avremmo vinto una partita storica. Se, come credevo, si fossero opposti, in caso di elezioni avremmo avuto un'autostrada davanti. Oltretutto se fossimo andati al voto, ci saremmo sbarazzati una volta per tutte di Renzi. Ma invece si optò per il Conte bis e la storia è andata come è andata".