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Alessandro Di Battista, Contro: "Celebrazione del governo Draghi è nauseante"

Esce l'ultimo libro di Alessandro Di Battista: "La narrazione celebrativa di questo esecutivo è nauseante, nessuno che osi ricordare il passato del premier"
"Quando ho cercato DI oppormi al governo con il Pd sono stato descritto come nostalgico DI Salvini, sebbene fossi stato io l'esponente del Movimento a essersi scontrato DI più con lui durante il Conte I. DI certo, nonostante fossi scettico, nonostante avessi già in programma una serie DI progetti tra cui un documentario da girare in Persia, nonostante sapessi che la cosa avrebbe pregiudicato la mia credibilità, ho comunque dato disponibilità a entrare nel governo. 'Questa volta ci dovrai stare anche tu', mi disse Luigi DI Maio e io accettai. Lo feci esclusivamente pensando al bene del Movimento".
"Stefano Patuanelli, che stava trattando per conto DI Luigi DI Maio la composizione del governo - scrive l'ex deputato M5S - mi chiamò uno DI quei giorni e mi disse: 'Il Pd ha posto un veto su DI te'. Al che risposi che lo prendevo come un attestato DI stima. Lui sorrise, dicendomi che il modo DI sbloccare la situazione c'era. Era far entrare la Boschi nel governo. 'Quelli del Pd hanno detto che tu li hai attaccati troppo, quindi se entri tu deve entrare anche la Boschi'. Io non ci pensai un istante. Non pensai a mia madre e alla sua probabile delusione. Non pensai alla mia famiglia, alla scuola DI Andrea. Pensai al Movimento e dissi a Patuanelli che già avevo mille dubbi sul governo con il Pd, se poi avessimo anche permesso il rientro nel Consiglio dei ministri della Boschi, sarebbe stato un dramma". Segue una lunga serie DI accuse contro l'esponente DI Iv e fedelissima DI Matteo Renzi.
"Come avrei potuto permetterle DI tornare ministro? Dissi a Stefano quel che pensavo e che penso tuttora. 'Chi ha il 33 per cento non può accettare veti da chi ha preso il 18 per cento. Ad ogni modo, se per far entrare me dobbiamo accettare la Boschi, meglio star fuori entrambi'. Stefano mi disse che lo capiva e che mi avrebbe fatto sapere".
"Verso mezzanotte mi scrisse Luigi, dicendomi che sul mio nome c'erano stati problemi ma che avrebbe fatto un ultimo tentativo. Io sapevo che la partita era ormai chiusa. Mi disse che Patuanelli gli aveva raccontato quel che ci eravamo detti. Concluse la conversazione su WhatsApp scrivendo che le mie parole mi facevano onore. L'indomani seppi dal presidente del Consiglio, ascoltandolo in tv come tutti i cittadini italiani, la composizione del governo. Come previsto, non ne facevo parte", racconta Di Battista.
"Ci rimasi male - ammette- . Pensai che se davvero il Movimento mi avesse voluto, ogni veto da parte del pd sarebbe stato superato. Comunque, non ebbi molto tempo per amareggiarmi e non lo ebbe neppure mia madre, colei che più DI ogni altro mi avrebbe voluto vedere ministro. Si ammalò una settimana dopo il giuramento del governo Conte bis". In procinto DI ripartire, stavolta direzione Persia, l'ex deputato M5S è costretto a rivoluzionare DI nuovo i suoi piani.
"Il cancro colpì mia mamma e passai dal cercare informazioni sulla Persia a quelle sul colangiocarcinoma, un tumore molto aggressivo DI cui non avevo mai sentito parlare. Chiamai gli oncologi DI mezza Italia, mandai le analisi DI mia madre alle migliori strutture del Paese, ma la risposta era sempre la stessa: non c'è nulla da fare. Nei giorni dell'esplosione della malattia le ho detto tante cose, le ho tenuto per ore la mano in ospedale. Io e mia sorella, quando i medici ci hanno permesso DI riportarla a casa, le siamo stati vicini notte e giorno. Oggi mi piacerebbe rimetterle in mano i miei guai, chiederle un sostegno o, magari, mostrarle i miei occhi. A lei bastava guardarli per capire tutto".