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Libri & Editori
Cinque libri da portare con sé in vacanza, dalla narrativa alle guide

3)  Sirene di Emilia Hart (Fazi Editore)

Un fantasy storico e femminista non può di certo mancare in questa nostra selezione estiva, specialmente se a scriverlo è Emilia Hart, divenuta famosa in tutto il mondo grazie al suo romanzo d’esordio Weyward. Così come il primo, anche il suo secondo lavoro letterario, già un bestseller a livello internazionale, in Italia è pubblicato da Fazi ed è uscito di recente in libreria con una bellissima cover dal fondo azzurro e dai mille disegni colorati che richiamano il mare. È infatti proprio l’oceano il grande protagonista silenzioso di questo libro che – come il precedente di cui abbiamo parlato – segue la traiettoria di due diverse storie in epoche differenti. In questo caso passiamo dal 1800 al 2019, ma a confrontarsi tra loro sono due sorelle (quattro in tutto) legate da un vincolo invisibile: c’è qualcosa in loro che le richiama ai fondali marini, alla libertà dell’acqua e alla sua resilienza.


 

Scritto per essere un inno al potere della sorellanza e per l’appunto alla solidarietà femminile, Sirene mescola il genere storico con il fantastico, le tematiche attuali incentrate sui diritti delle donne e sulla questione ambientale con il richiamo affascinante delle antiche leggende portate dal vento. L’ambientazione è quella di Comber Bay, un luogo immaginario dove le tradizioni tramandate per secoli sono ancora molto vive e presenti; tuttavia, la scintilla da cui questo romanzo trae spunto, laddove racconta la storia di un lungo viaggio per mare al fine di trasferirsi dall’Irlanda all’Australia, trova le sue radici nella realtà. Proprio all’inizio del libro la Hart spiega infatti che nel 1788 una flotta composta da undici imbarcazioni britanniche approdò effettivamente su un tratto di costa che dista circa diecimila miglia dall’Inghilterra e all’interno di quelle navi vi erano tutti quei prigionieri che all’epoca la Corona non era più in grado di tenere in patria, preferendo quindi spedirli dall’altra parte del mondo. D’altronde, è cosa nota che buona parte della prima popolazione australiana era formata da galeotti, criminali e condannati.

Sirene non è di certo il primo romanzo che tratta il tema della nascita delle colonie inglesi in Australia e Nuova Zelanda – si può leggere a tal proposito il romanzo storico Una stanza fatta di foglie di Kate Grenville –, tuttavia è forse il primo che lo fa in chiave fantasy, unendo al racconto del passato una vicenda che recupera il fascino delle sirene, personaggi non soltanto immaginari ma anche mitologici ed epici, se si pensa al loro ruolo nell’Odissea di Omero, e fiabeschi se si fa riferimento ad Andersen. In più, qui l’autrice gioca con una narrativa davvero molto piacevole e moderna, tra l'altro perfetta per una lettura estiva, che suddivide i capitoli in una sorta di diari con datazione e punto di vista delle quattro donne, alternate tra loro. Così, la trama procede non in maniera cronologica e lineare, ma attraverso le parole di Mary, Lucy, Jess ed Eliza che si intersecano dal presente a un diario del 1999, fino a stralci del lontano 1801, come se si trattasse di lettere realmente trovate dall’autrice in qualche cassetto.

Dalle sue parole estrapoliamo un commento che può servire per entrare meglio nello spirito della stesura che ha caratterizzato l'opera: “Scrivere questo libro è stata una delle cose più difficili che io abbia mai fatto. La prima – e, a dire il vero, anche la seconda e la terza – stesura di questo romanzo assomigliava ben poco alla storia che avete appena letto. Prima che io trovassi Mary, Eliza, Lucy e Jess, ho scritto – e cancellato – quasi trecentomila parole in due anni. Ecco quanto mi ci è voluto per trovare Sirene”. A voi per leggerlo occorrerà molto meno, perché è un romanzo che si divora, che appassiona e scorre veloce verso il finale, mantenendo sempre in sottofondo il sentore del mare.  






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