Libri & Editori

Cinque libri per coccolarsi nell’autunno 2024

di Chiara Giacobelli

Cinque romanzi selezionati e raccontati per voi, tra le recenti uscite di libreria

Dalla storia al fantasy, passando per i capolavori internazionali, ecco cinque titoli di recente pubblicazione in compagnia dei quali trascorrere questo autunno iniziato da poco.

1) Elizabeth di Ken Greenhall (Adelphi)

Elizabeth, romanzo oscuro e inquietante di Ken Greenhall edito di recente in Italia da Adelphi, è un’opera che risuona di ambiguità e seduzione, in cui la narrazione si intreccia a visioni distorte e al perturbante fascino del male. Pubblicato originariamente nel 1976, il libro si è imposto come una pietra miliare del gotico moderno, capace di manipolare le convenzioni del genere horror con una freddezza e una raffinatezza rare.

La trama ruota attorno alla figura di Elizabeth Cuttner, un’adolescente di innegabile bellezza e ambizione, che vive in una dimora decrepita insieme ai suoi genitori in una piccola cittadina rurale americana. Sin dalle prime pagine, ci appare evidente che Elizabeth non è un’adolescente comune: è intelligente, calcolatrice e dotata di un potere sinistro che sembra controllare il destino di chi la circonda. La giovane protagonista intrattiene un dialogo costante con uno specchio antico, che si rivela essere non solo un simbolo di vanità, ma anche uno strumento di contatto con forze occulte. Lo specchio, quasi un personaggio autonomo, incarna il legame tra Elizabeth e l’altrove, fungendo da intermediario con entità oscure che nutrono la sua sete di potere.


 

Quando la ragazza, a soli quattordici anni, va a vivere con la famiglia del padre, dopo la misteriosa morte dei genitori, tra lei e lo zio James – così come con altre figure – si instaura un rapporto di erotismo perturbante e venato sadismo, tale da far sì che il romanzo non sia un’opera adatta a tutti, ma vada letta e interpretata con un certo grado di pensiero critico, probabilmente non consigliata ai minori. Oltre alla componente del mistero, della personalità instabile, della sensualità fatta di eccessi, si aggiunge anche un tocco di mistery e di fantasy nel coinvolgimento delle streghe, da cui la stessa Elizabeth sembrerebbe discendere. Specchi, gatti, rospi, serpenti e incantesimi sono solo una piccola parte, quella più concreta e visibile, del rapporto ancestrale che la giovane intrattiene con le sue pericolose antenate. Una Lolita gotica, viene definita nella sinossi della casa editrice Adelphi, e in questa espressione così pregna di significato si cela un mondo complesso, inquietante ma anche intrigante, tutto da scoprire.

Elizabeth non si limita ad essere un personaggio del male nel senso più ampio del termine, ma è una protagonista ambigua, che incarna l’archetipo della donna manipolatrice e pericolosa, diabolica nel suo fascino e nella sua capacità di suggestionare chi la circonda. Sottile e imperturbabile, il suo agire è motivato da un desiderio di dominare e di sfuggire alle limitazioni imposte dalla società e dalle convenzioni morali; la sua evoluzione da adolescente inquieta a strega consapevole dei propri talenti è il cuore pulsante del romanzo. Tuttavia, non mancano elementi di fragilità in lei e di fatto il suo agire è mosso da una forma di ribellione alle costrizioni.

Il romanzo in libreria per Adelphi, con una potente cover dark, affronta una serie di temi universali con un approccio intenso e originale, che per qualcuno potrebbe apparire disturbante. L’adolescenza, con le sue pulsioni e insofferenze, è ritratta come un periodo di inquietudine e mutamento, ma in Elizabeth questo processo di crescita si trasforma in un percorso verso l’oscurità: la bellezza, l’innocenza e la seduzione vengono infatti utilizzate come armi di manipolazione, mentre il potere assume connotati sia magici che psicologici. Greenhall esplora magistralmente il sottile confine tra realtà e illusione, mettendo in discussione le certezze del lettore e obbligandolo a riflettere sui limiti dell’etica e della morale.

Uno degli aspetti più affascinanti del romanzo è lo stile freddo e distaccato dell’autore. Greenhall scrive infatti con una prosa essenziale, quasi chirurgica, che non indulge in inutili orpelli o descrizioni ridondanti, ma che, proprio per questo, riesce a creare un’atmosfera claustrofobica e ossessiva. La narrazione, volutamente impersonale, segue i pensieri di Elizabeth senza giudicarla, esponendo le sue azioni e riflessioni con una precisione glaciale. Questo distacco emotivo amplifica “l’orrore”, rendendo ogni atto di violenza o crudeltà ancora più inquietante nella sua apparente normalità. La descrizione dei paesaggi e dei personaggi secondari è invece ridotta al minimo, forse per lasciare al lettore il compito di immaginare e proiettare le proprie paure nei vuoti narrativi che Greenhall lascia sapientemente aperti. Dalla casa editrice la prosa dell’autore è definita in poche parole “tagliente, allucinata ma del tutto razionale”. E dunque verosimile, pur nella parvenza surreale del tutto.

Nonostante le sue evidenti qualità letterarie, ai tempi in cui uscì, e poi successivamente, Elizabeth non ricevette l’attenzione meritata sia dalla critica che dal pubblico, forse anche a causa della sua natura sottilmente provocatoria. Solo negli ultimi anni, grazie a una nuova ondata di interesse per l’horror psicologico e il gotico contemporaneo, il romanzo ha ottenuto il giusto riconoscimento. Alcuni critici letterari hanno sottolineato la sua capacità di reinventare i canoni del romanzo gotico, paragonandolo per atmosfere e temi a classici come Carmilla di Sheridan Le Fanu e Il giro di vite di Henry James. I lettori, specialmente dopo la riedizione di Adelphi, hanno accolto invece con estremo favore questa storia di inquietante splendore, elogiando la costruzione della protagonista e la densità tematica del libro.

Ken Greenhall stesso, in rare interviste, ha dichiarato di aver concepito Elizabeth come una figura di potere e di ribellione contro le strutture patriarcali. Andando a ripescare una delle sue dichiarazioni del 1977 a Conversations with Horror Writers, affermò che “Elizabeth è il riflesso delle forze che la società non può controllare. Lei è ciò che accade quando non si pone limite alla volontà individuale”. Queste parole incarnano perfettamente il senso di minaccia che pervade l’intero romanzo, dove la libertà individuale diventa una forza distruttiva e irreversibile.

Lo consigliamo perché: Elizabeth è un capolavoro dell’horror e del mistery gotico, una discesa nelle tenebre dell’animo umano che, pur facendo leva su elementi soprannaturali, pone domande profonde sulla natura del potere, del desiderio e della trasgressione. Un libro che non si dimentica facilmente, come una figura che ci osserva, invisibile, da dietro uno specchio.