Libri & Editori

Editoria: Istat, 40% dei libri anche in e-book ma il fatturato vale il 10%

I dati del rapporto Istat "Editori e libri nello scenario del Covid-19"

Gli editori continuano a investire sul formato digitale ma il fatturato rimane modesto

​Negli ultimi anni gli editori hanno investito in misura crescente nell’offerta di titoli in formato e-book: la percentuale di opere pubblicate a stampa disponibili anche in versione digitale è passata infatti in soli due anni dal 35,8% nel 2016 (circa 22 mila titoli) a quasi il 40% del totale delle opere librarie stampate nel 2018 (più di 30 mila titoli). Il fatturato che deriva dalla vendita di contenuti digitali (e-book, banche dati e servizi web) è tuttavia ancora modesto: per il 92,6% degli editori attivi non supera il 10% del totale, indipendentemente dalla dimensione d’impresa. Soltanto per l’8,9% dei grandi editori la quota di vendita dei prodotti digitali è compresa tra l’11% e il 25% del fatturato complessivo. E' quanto si legge nel rapporto Istat dal titolo 'Editori e libri nello scenario del Covid-19'. 

L'ebook sembra coinvolgere soprattutto i grandi editori e specifici contenuti 

Il gap tra grandi e piccoli editori nell’offerta di e-book è molto ampio: se infatti dei 1.564 editori attivi del 2018, quasi uno su tre (il 29,3%) ha pubblicato almeno un’opera in formato e-book, l’incidenza varia dal 65% dei grandi editori, al 34,1% dei medi e al 15,6% dei piccoli. Inoltre, se i grandi editori hanno reso disponibile ben il 45,8% dei propri titoli anche in un formato digitale, la quota di libri pubblicati dai medi e piccoli editori con una versione e-book non supera rispettivamente il 18,4% e l’11,1%. Differenze significative riguardano anche i contenuti editoriali: la versione digitale è particolarmente diffusa per i libri di avventura e i gialli (82,1%), i testi di informatica (62,9%) e la matematica (61,4%), i libri di attualità politico-sociale ed economica (56,1%). Complessivamente l’offerta digitale è particolarmente accentuata per i testi scolastici, i quali rappresentano circa un quarto dei 30mila titoli con un corrispondente formato e-book (rispetto 12,9% dei libri cartacei). Il mercato dei libri esclusivamente in formato e-book, cioè senza una corrispettiva versione cartacea, è invece ancora poco sviluppato: solo il 5,6% degli editori di libri ha pubblicato titoli esclusivamente digitali. 

Le entrate derivate dai contenuti digitali compensano in minima parte il calo del cartaceo

Anche in questo segmento predomina la grande dimensione d’impresa: più di un grande editore su dieci (11,4%) e solo il 2,5% dei piccoli hanno pubblicato opere esclusivamente in formato e-book. La materia prevalente delle opere pubblicate esclusivamente in formato e-book è la narrativa (il 44% delle opere pubblicate). I titoli di saggistica sono il 19,4%. In campo digitale gli editori - soprattutto i grandi - non si limitano alla pubblicazione di e-book: digitalizzano testi in catalogo (22,1% degli editori attivi: 38,8% i grandi Vs 15,4% i piccoli), stampano su richiesta (18,5% in media; 31,2% i grandi), progettano banche dati e offrono servizi Internet (9,7% in media; 12,2% i grandi).  I grandi editori hanno incrementato negli ultimi anni la produzione di audiolibri (15,2%; +7,8 punti percentuali rispetto al 2016) e la collaborazione con piattaforme online per la loro fruizione (12,2%; +5,4 punti percentuali). Il fatturato della vendita di contenuti digitali per il 92,6% degli editori attivi non supera tuttavia il 10% del totale, indipendentemente dalla dimensione d’impresa. Solo per l’8,9% dei grandi editori la quota di vendita dei prodotti digitali è compresa tra l’11% e il 25% del fatturato complessivo. Allo stato attuale, pertanto, le entrate derivate dai contenuti digitali sarebbero in grado di compensare solo in minima parte, e solo per i grandi editori, il calo delle entrate derivate dalla vendita dei tradizionali libri cartacei.