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Eleonora d’Aquitania: una delle più grandi regine del Medioevo

La regina ribelle”, “La corona d’inverno” e “Il trono d’autunno”. Sono questi i titoli dei tre volumi che compongono la più accurata e coinvolgente trilogia su Eleonora d’Aquitania pubblicata sino ad oggi. A portarla in Italia è la casa editrice Tre60, ma a firmarla è l’autrice inglese Elizabeth Chadwick, attualmente considerata in maniera unanime dai critici letterari la migliore scrittrice di romanzi storici relativi al periodo del Medioevo. Ma chi era Eleonora d’Aquitania? Forse molti ne avranno già sentito parlare, in pochi però ne conoscono la lunga e travagliata storia.

Duchessa d’Aquitania per nascita, fu data in sposa appena tredicenne al re Luigi VII, divenendo così regina di Francia in tenera età. Poiché le cose non andarono affatto come aveva sperato, dopo molte battaglie riuscì ad ottenere l’annullamento del matrimonio. Scelse allora di unirsi a Enrico II, duca di Normandia nonché Conte d’Angiò e del Maine, il quale nel dicembre del 1154 fu nominato re d’Inghilterra, rendendo Eleonora regina per la seconda volta. Nonostante i numerosi figli che ebbero insieme e i grandi risultati politici raggiunti, la vita da sovrana si rivelò non prima di sofferenze per Alienor (come era solita farsi chiamare come l’autrice si riferisce a lei nei libri).

Eppure, resistette a ogni tempesta: quando morì nell’abbazia di Fontevraud, aveva superato il traguardo degli ottant’anni. Coprendo un arco temporale di quasi un secolo, Eleonora d’Aquitania viene raccontata in questa trilogia in tutti i suoi molteplici aspetti di donna, figlia, moglie, madre, sorella e ovviamente regina. È passata alla storia come una delle più celebri regnanti del Medioevo, non soltanto perché lo divenne due volte e diede avvio a un’importante dinastia che dominò un territorio vastissimo, ma soprattutto grazie alla sua personalità forte e indomita. Si dice di lei che fosse capace di precorrere i tempi, ma la Chadwick preferisce descriverla come “una donna della sua epoca che faceva del suo meglio entro i confini tracciati dalla società (…), dotata di una grande tenacia”.

Di certo, era raro che una moglie chiedesse l’annullamento del proprio matrimonio, come pure che decidesse da sola chi sposare, o che non si piegasse alla volontà del marito. Addirittura, preferì scontare quindici anni di reclusione nella fortezza di Sarum piuttosto che separarsi formalmente da Enrico II e deporre quindi il titolo di regina. Oltre a ciò, è ricordata anche per essere stata la madre amatissima di Riccardo Cuor di Leone, uno dei più famosi re del Medioevo. Volendo entrare nello specifico di questi tre volumi accurati e affascinanti, mai noiosi, che raccontano la lunga esistenza di una regina inarrivabile, partiamo dal primo libro: “La regina ribelle”.

Qui l’autrice prende in considerazione il periodo giovanile, a partire dalla morte del padre di Alienor, duca d’Aquitania, e la sua conseguente unione della ragazza con il re di Francia Luigi VII. Sebbene all’inizio i due giovani sposi parvero realmente innamorati e desiderosi di coltivare un buon rapporto, a poco a poco le influenze negative di cortigiani, consiglieri e predicatori su Luigi lo portarono ad allontanarsi da lei fin quasi ad odiarla, anche a causa del fatto che non riuscisse a partorirgli un figlio maschio. Insieme attraversarono un continente intero per partecipare alla seconda Crociata: fu così che Eleonora conobbe Gerusalemme. Da questo viaggio scaturirono anche le voci malevole su una sua relazione clandestina con lo zio Raimondo di Poitiers ad Antiochia (pettegolezzi che però l’autrice sceglie qui di ritenere infondati).

Catturata con la forza dall’esercito francese su ordine del suo stesso marito, Alienor tornò in patria più che mai convinta di volere un annullamento, che effettivamente gli venne concesso – dopo molte trattative – nel 1152. Il secondo romanzo, “La corona d’inverno”, ci consegna una Alienor rinata nel corpo e nello spirito, per la prima volta libera dopo tanti anni. Spetta ora a lei decidere a chi andare in sposa, ma la libertà delle donne in un’epoca come il Medioevo non coincide con ciò a cui siamo abituati oggi. In realtà, non le viene concesso né troppo tempo, né molte opportunità di scelta: la sua mano va quindi a Enrico conte d’Angiò e duca di Normandia, figlio di Goffredo V il Bello.

L’affascinante pretendente al trono, più giovane di lei di undici anni, la incanta con la sua forza virile e le promette un regno: ben presto manterrà la sua promessa conquistando l’Inghilterra e rendendola quindi regina per la seconda volta. Per Alienor è il tempo dell’amore e della speranza, della felicità per lanascita dei suoi primi eredi maschi e del potere su un territorio vastissimo: senza dubbio, questo è il più bel periodo della sua vita. In poco più di un decennio partorisce otto figli, oltre alle due femmine che aveva già dato a Luigi, tanto che dal 1166 in poi non è più in grado di procreare a causa delle numerose e snervanti gravidanze. Di questi otto figli, ne vedrà morire ben sei.

Il secondo libro si chiude con una svolta negativa nella vita della protagonista, a causa di un progressivo guastarsi dei rapporti con Enrico II, deviato anche dalle molteplici amanti. Su sua volontà, Alienor venne fatta imprigionare nella fortezza di Sarum senza più la possibilità di partecipare alla vita politica, né di godere dell’aria aperta, né di poter vedere i propri figli, se non in rare occasioni. Dalla sua cella in questo castello desolato uscirà soltanto nel 1189, anno della morte del re e del ritorno alla libertà. L’ultimo volume, “Il trono d’autunno”, ci racconta le vicende di una donna ormai saggia e matura, sulle cui spalle pesano la morte di alcuni amati figli, la delusione amorosa, la perdita della sorella e la reclusione forzata. Tuttavia, la sua immensa forza d’animo, la tenacia e il senso del dovere le permisero di non crollare mai, arrivando a testa alta sino al momento da sempre atteso: l’incoronazione di Riccardo.

Chiamato Cuor di Leone per il coraggio, la bontà e il carisma che affascinava tutti, Riccardo I non fu soltanto uno dei più celebri re inglesi, ma anche il figlio prediletto di Eleonora, che proprio da lei ereditò il titolo di duca d’Aquitania prima ancora di divenirere. Per lui Alienor affrontò ogni genere di sfida e di ostacolo, attraversando le Alpi in pieno inverno per condurre in Sicilia la sua futura sposa Berengaria, raccogliendo un elevato riscatto per la sua liberazione quando fu fatto prigioniero al ritorno dalla terza Crociata e poi andandolo a prendere di persona fino in Germania, nonostante il viaggio lungo e faticoso. Quando Riccardo morì nel fiore della giovinezza colpito da una balestra durante un assedio, l’intero mondo di Alienor andò in frantumi: la luce dei suoi occhi si era spenta per sempre.

L’ultima parte della trilogia è dedicata agli anni della vecchiaia di Eleonora d’Aquitania, che non furono affatto tranquilli e calmi come si potrebbe immaginare. Ben lungi dal ritirarsi a vita privata, restò al centro dello scacchiere politico sino alla fine dei suoi giorni, per aiutare il figlio minore Giovanni a governare, per assistere la figlia Giovanna in punto di morte a causa di un parto complicato, per mantenere la pace nel regno e sventare gli attacchi del nipote Arturo, appoggiato dal re di Francia.

Si spense infine all’età di ottant’anni presso l’amata Abbazia di Fontevraud, dove già il resto della sua famiglia riposava in pace. Il lavoro di ricerca svolto da Elizabeth Chadwick per scrivere questa trilogia è mastodontico: dalle note in fondo e dalla bibliografia ci rendiamo conto di come nulla sia lasciato al caso o all’immaginazione. Sono citate fonti, riportati passi di lettere, introdotti personaggi secondari realmente esistiti: ogni carteggio è studiato sin nei minimi particolari per rendere quest’opera quanto più veritiera sia possibile.

D’altra parte, la capacità narrativa dell’autrice consente di attraversare una lettura così impegnativa senza annoiarsi e non recependola mai come pesante; non ci sono solo fatti, ma anche molti sentimenti, riflessioni, sogni, momenti intimi e viaggi nell’interiorità di una grande regina, che tutti dovrebbero conoscere quanto meno per un bagaglio storico e culturale. Tre60 ci dà la possibilità di farlo con questa bella trilogia uscita da poco in libreria.

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