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Elric. La saga ritorna con gli Oscar Draghi di Mondadori

Chiara Giacobelli

Dopo oltre vent’anni di attesa vengono riproposte le gesta di Elric di Melnibonè

Ricordo con frustrazione gli innumerevoli tentativi, sin dall’adolescenza, di entrare in possesso della saga di Elric. In molti me ne avevano parlato come qualcosa di epico, sottolineando la raffinatezza e la profondità del mondo creato da Michael Moorcock. Tuttavia, a parte qualche vecchia copia ingiallita dal tempo, venduta peraltro a prezzi folli, non ero riuscita a ottenere nulla: Elric era introvabile. Si può quindi immaginare l’importanza nell’ambiente letterario dell’annuncio fatto da parte della Mondadori, che a inizio settembre ha finalmente riproposto “Elric. La saga” nella splendida collana Oscar Draghi, a cura di Massimo Scorsone. La nuova veste è splendida: un unico tomo che racchiude ben sei romanzi, elegantemente rilegato in bianco, viola, nero e arricchito dalle illustrazioni di James Cawthorn e dalle bellissime tavole di Piotr Jablonski e Robert Gould.

Le aspettative non sono state disattese, poiché il mondo creato da Moorcock è davvero incredibile: Elric, il protagonista, è il sovrano dell’Impero di Melnibonè, un regno decadente eppure bellissimo, costruito dai suoi avi tramite la magia, la crudeltà e la sottomissione delle razze più deboli. Lui, però, è diverso: albino e fragile, taciturno e riflessivo, è dotato di qualcosa che somiglia a una moralità, totalmente sconosciuta alla sua gente. Consapevole che la civiltà a cui appartiene sia ormai sul viale del tramonto, decide di intraprendere un viaggio nei cosiddetti Regni Giovani, abitati dagli umani, convinto di poter rigenerare il proprio Impero apprendendo dalle altre razze e sperando così di poter superare le vecchie tradizioni del suo popolo.

Il lungo e difficile viaggio di Elric innesca una catena inarrestabile di eventi che porteranno il protagonista ad essere tradito dal suo stesso cugino, a scendere a patti con le divinità del Chaos per riconquistare il proprio regno e persino a dover impugnare una spada demoniaca dotata di una volontà propria per tentare di salvare la donna che ama. Molto affascinante è il legame simbiotico che si instaura tra il protagonista e la spada, Tempestosa: se da un lato questa gli permette di combattere superando ogni debolezza fisica e rendendolo un guerriero inarrivabile, dall’altra esige anime in cambio dei propri servigi, comprese quelle delle persone a lui care; in questo modo la spada porta alla luce gli aspetti più oscuri e terribili della personalità dell’albino.

 Elric non è dunque il classico eroe fantasy, potremmo anzi considerarlo un antieroe: personaggio tragico e maledetto, tenta invano con tutte le sue forze di combattere il destino assegnatogli da forze superiori e intangibili. Ogni traguardo che riesce a conquistare si rivela infatti effimero, mentre perde gli amici e le persone che ama fino a distruggere il proprio regno per vendetta personale, consegnando infine la sua stessa razza all’oblio.

Altro leitmotiv è l’eterno scontro tra il Chaos e la Legge, che non sono banalmente il male e il bene: un mondo totalmente dominato da una sola delle due forze sarebbe comunque privo di bellezza. È la lotta tra queste due forze a generare la vita e l’energia, cosicché la reale armonia è perseguibile solo attraverso un equilibrio tra le due forze.

In conclusione, si tratta di un romanzo che può essere letto con molteplici chiavi di lettura, poiché è un’appassionante saga fantasy di certo non banale, contenente riflessioni filosofiche e letterarie. Nonostante siano passati molti anni dalla sua prima pubblicazione, la ritengo perfettamente al passo con i nostri tempi e con la realtà del mondo moderno.

Per maggiori informazioni:  www.oscarmondadori.it