Il filosofo Cascio tra gli insigniti al Libro Premio - Manfredonia. Intervista
Cascio scrive non perché deve dire qualcosa, ma perché realmente ha qualcosa che vuole e sa raccontare, e lo fa con una coreografia che ricorda Fellini
D’altronde, come scrive anche lui, lo scultore ha solo un blocco grezzo, ma dentro quel marmo c’è quello che lui vuole dire, o sarebbe meglio fare. E pian piano, sillaba dopo sillaba, il raccontare di Cascio, si palesa in tutto il suo splendore.
È il femminile, o meglio il rapporto con l'amore, il fulcro attorno alla quale si snoda un racconto che, pagina per pagina, tra Ingegneri (Mariottini in realtà Giovanni), Avvocati, Architetti e un bailamme di sagaci attori e comparse, cattura e assale il lettore. È poesia, competenza, sapere!
E c’è persino un austero Giudice nel mezzo, aspramente intransigente, con tanto di Menestrello, un intero tribunale e una sala in cui si attende in pigiama. Già – avete capito bene – pigiama party in un’aula giudiziaria con dei soggetti – Mangialatalpa in primis - che il solo conoscerli, uno ad uno, è motivo per soffermarsi nei lettini a rotelle da infermeria su questa deliziosa opera che – di sicuro - non può non campeggiare nei nostri scaffali. Algebra e metafisica si incrociano con il pop e il classico, così come mirabile il senso dell’amore in tutte le sue più nobili forme. Una schiettezza lessicale che disarma, letteralmente, sagacemente. Non mancano citazioni su e di Ermanno Cavazzoni, Andrea Emo, Alberto Moravia, Elsa Morante, Dario Fo, tutti confusi in un unico circo, in un colorato giro di giostra nonostante la nebbia, di un autore che ha amato Federico Fellini e Woody Allen.
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E se è vero come è vero che il mondo ha bisogno di visionari, la penna di Mauro, che sa crogiolarci armoniosamente in questo intenso viaggio, ne è lapalissiana riprova. “Io scrivo perché ho paura delle cose che passano. I pozzi servono anche a questo: a tenerle ferme, a farle durare. È il compito della Filosofia. Prendere un dettaglio insignificante della storia del mondo e, con la scusa della vita, dire che varrà in eterno”.
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